Giubileo, in Basilica, tecnologia e creatività di due Sassoferratesi nella nuova cantoria

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Sassoferrato – Nei meravigliosi canti del Giubileo ci sono le Marche belle. Quelle creative, speciali, innovative e pure tecnologiche. La nuova cantoria del Coro della Cappella Musicale Pontificia Sistina, il coro di Papa Francesco, è un progetto in parte marchigiano. Tra le sue firme ci sono quelle di due ingegneri sassoferratesi doc: Giorgio (34) e Carlo Alessandrelli (61). Giorgio è un giovane ingegnere titolare del studio AEG & Partners S.r.l. e Carlo, il padre, anche lui ingegnere, è prof. all’IPSIA di Arcevia, e ha prestato matita e cad per la struttura metallica a servizio dei microfoni di Radio  Vaticano. Alcuni mesi fa lo studio partecipa ad una gara, su invito, indetta dal Vaticano per un progetto non facile: una cantoria nella Basilica di S. Pietro in Roma a lato del Baldacchino del Bernini. Una vera e propria sfida che gli ingegneri Giorgio Alessandrelli, Gabriele Gianni, Marco Giovanni Esposito, Gian Paolo Venturini ed Andrea Formosa vincono rispondendo a quattro fondamentali requisiti: il rispetto delle proporzioni delle cantorie tradizionali, quello dei principi fondamentali dell’ingegneria acustica, l’estetica e un’installazione smontabile e trasportabile passando per la piccola Porta della Preghiera per poter essere utilizzata all’esterno.

20151003_100630Per quanto riguarda le proporzioni si è deciso, su indicazione del Maestro Mons. Massimo Palombella e dell’amministratore della Cappella Musicale Pontificia Sistina Dott. Michelangelo Nardella, di partire dalle misure della cantoria dell’Abbazia di Westminster, per poi riadattare – spiega Giorgio. Dal punto di vista dell’ingegneria del suono sono state introdotte geometrie che consentissero la gestione del fuoco acustico di tutte le voci in un solo punto e il comportamento della Cantoria come una vera e propria cassa armonica, in grado di far riverberare le voci dei Cantori “costruendo” un suono quanto più unitario possibile, come è richiesto proprio nel canto basilicale. Dal lato dell’estetica si è ricercata la pura semplicità formale, riducendo le decorazioni al minimo e cercando di inserire la Cantoria in un contesto fortemente consolidato come quello basilicale, concentrando la qualità estetica non tanto sulla decorazione quanto sulla complessità delle forme, partendo dalla curvatura delle superfici fino alla realizzazione di strutture al tornio a controllo numerico”. Realizzazione che è stata eseguita ad opera della falegnameria Bussu di Sassari.

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Il risultato sarà sotto gli occhi del mondo intero dopo l’apertura della Porta Santa il giorno 8 dicembre. Tutti potranno constatare quanto la cantoria si fonda con l’ambiente e chi è presente, come le voci si diffondano in ogni angolo della Basilica con forza ed armonia. La struttura ha la superficie di un piccolo appartamento (circa 42 mq), è interamente costruita in legno di noce nazionale, si smonta  in dieci parti. È composta da quattro semicerchi che ospitano i cantori. Le loro posizioni sono studiate in modo da concentrare il fuoco acustico di tutte le voci proprio in prossimità della testa del Maestro. Le curvature dei pannelli in legno interni fanno da cassa armonica. Sul retro sono stati montati degli specchi acustici in policarbonato per chiudere e concentrare ulteriormente i suoni. La decorazione estetica è affidata alle complesse curvature del legno che si orientano nello spazio come fasce di cono concentriche. Ai lati sono state inserite delle colonnine tortili che riprendono l’andamento di quelle del Baldacchino del Bernini

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

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