Ma vorresti far nascere tuo figlio a Fabriano?

Bevilacqua

Il Dir. dell’area Vasta Bevilacqua

Fabriano – Per i tecnocrati della Sanità, la chiusura dei punti nascita non obbedisce a motivi economici ma a ragioni di sicurezza. Poiché la soglia delle 1000 nascite all’anno è quella che darebbe le giuste garanzie. Una quota difficile da raggiungere nell’entroterra anconetano non perché non ci siano medici specializzati, paramedici, strumentazioni ed esperienza, ma dovuta al fatto che abbiamo una media demografica cinque volte inferiore a quella della costa marchigiana. L’area sanitaria fabrianese che include Cerreto d’Esi, Serra San Quirico, Genga e Superficie in km2Sassoferrato vanta una media di 98,63 abitanti al km² mentre l’area sanitaria di Jesi, che conta ben 3 comuni del maceratese tra cui l’ospedale di Cingoli, ha la media di 164,14, quella di Senigallia 176,31 ed Ancona fa la parte del leone con 538,59  abitanti per chilometro quadrato.

Comunque è vero che esistono deroghe, il famoso decreto Salva Nascita firmato dal Ministro Beatrice sindaco_lorenzinLorenzin il giorno 11 novembre scorso. Deroga che deve essere richiesta dalla Regione stessa a nome dei punti nascita locali che hanno meno di 500 nascite all’anno. Ed ecco il perché della marcia del 12 dicembre a Fabriano, tanto per dire alla Regione che il comprensorio legato all’ospedale Engles Profili di Fabriano, forte dei suoi 48.000 abitanti, pretende di entrare nel regime delle deroghe e dunque vuole sottoporsi al Comitato Percorso Nascita Nazionale che dovrà motivare l’eccezione.

Pertanto, forse è interessante sottolineare il dove e il come il Ministro Beatrice Lorenzin, il 30 novembre scorso, abbia spiegato i principi della nuova rete dell’emergenza pediatrica.

Poiché non è un caso se il Ministro ha parlato della nuova rete in Sicilia all’inaugurazione dell’anno accademico dell’antica Università di Messina, spiegando la riorganizzazione dei punti nascita in tutta Italia partendo da una tragedia. La triste storia della piccola Nicole, nata in una clinica di Catania il 14 febbraio scorso e morta per sofferenza fetale acuta nell’ambulanza che la trasportava a Ragusa.

VIGN 2A ginecologia (1)Quello della morte di Nicole – ha affermato  il ministro Lorenzin – è un fatto che mi ha scosso e che, ancora oggi,  ricordo con commozione. Ero incinta di mia figlia e l’immagine dei genitori di Nicole non la scorderò mai. L’obiettivo è la sicurezza. Quando un punto nascita viene chiuso non è per motivi economici, ma di sicurezza. Prima di essere ministro sono donna e madre e so che ogni madre vuol partorire in condizioni di assoluta sicurezza. Ho partorito in un ospedale che registra 5 mila parti l’anno, non ho avuto un trattamento particolare, ed è questo che io voglio per tutte le donne ed i bambini che nascono in Italia. Una rete che dia sicurezza a tutti, tenendo in considerazione il 118, i reparti, il percorso nascita, il punto nascita, la pediatria, l’emergenza-urgenza pediatrica. Questa rete riguarda tutta l’Italia, perché le perplessità e i problemi incontrati in Trentino ci sono anche qui, ma è pur vero che in Sicilia c’è bisogno che questa rete operi con maggior forza e incisività. Il modo migliore per ricordare un evento del genere è fare qualcosa – ha aggiunto – pertanto ho chiesto al mondo sanitario di dare delle procedure più congrue. I punti nascita non chiudono per motivi economici, chiudono perché non sono sicuri, perché mettono a rischio la vita delle persone. C’è necessità di una rete che garantisca parametri e condizioni di sicurezza per figli e mamme e tutti dovrebbero potervi accedere alle stesse condizioni. Presentiamo questo studio a Messina perché è nelle regioni del Sud che, purtroppo, i dati ci dicono che queste cose accadono con più frequenza. A seguito di questa morte abbiamo fatto un gruppo di lavoro con le maggiori società scientifiche italiane e tutti coloro che si occupano della rete delle nascite italiane, e una task force con ispezioni negli ospedali. Il risultato di questo lavoro sono delle nuove linee guida sulla pediatria infantile che vanno dal momento del concepimento in poi”. Il Tavolo tecnico è formato dal ministero della Salute insieme all’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari e le società scientifiche dell’emergenza-urgenza pediatrica.

VIGN 3B ginecologia (1) Deroghe, ci saranno – ha però specificato il Ministro – ma solo per casi particolari per i quali dovranno essere garantiti elevati standard di sicurezza strutturali, per il personale e per la sicurezza della mamma e del bambino“.

Insomma dovrà essere la Regione a chiedere le deroghe e le strutture dovranno essere supportate dalla stessa Regione per garantire gli standard richiesti. Sarà poi il Comitato tecnico istituito presso il Ministero ad esaminare tutte le richieste di deroga. Il tetto stabilito ad oggi è 500 nascite all’anno ma l’obiettivo è arrivare a tenere aperti punti nascita con minimo mille parti annui.

Dal Piano, si evidenzia come siano tre milioni i minori che si presentano nei Pronto Soccorso pediatrici ogni anno e solo lo 0,1% sia da codice rosso e il 12% da codice giallo. “Occorre – afferma Francesco

ATT. PEREGO E CATTANEO - OSPEDALE NIGUARDA REPARTO DI CARDIOCHIRURGIA MEDICI PAZIENTI INFERMIERI RIANIMAZIONE SANITA' - Fotografo: FOTOGRAMMA DEL PUPPO

Bevere, direttore generale dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali – che quello 0,1% trovi un ambiente adeguato e specialisti che possano affrontare le condizioni di gravità e siano in grado di agire immediatamente“.  Il problema preso in considerazione è la gestione dell’emergenza-urgenza che dovrà coinvolgere anche il pediatra di base. “Nel 90% dei casi nessuno chiama il pediatra, ma si va direttamente in ospedale – sottolinea Bevere -. Il pediatra di base deve essere parte del sistema, per questo lavoriamo per un’assistenza pediatrica garantita, con turni, che arrivi a 12 ore al giorno e ci sia anche nei festivi e prefestivi”. Le linee guida del Ministero, è stato puntualizzato, guardano alla formazione degli specialisti che dovranno prendere in carico il bambino (rianimatori, anestesisti) e a studiare in quali strutture collocare dei trauma-center pediatrici o la terapia intensiva. “E le figure professionali su cui bisogna investire sono ostetriche, anestesisti, pediatri“, ha concluso il direttore Francesco Bevere.

IMG_5371Pertanto quale è la situazione attuale a Fabriano. La risposta l’ha data il Dr. Pasquale Lamanna, primario Ostetrico-ginecologo dell’Ospedale di Fabriano nell’incontro con i sindaci nel consiglio comunale aperto del 26 novembre scorso indetto dal Sindaco di Fabriano dove sono convogliati i sindaci e parte dei loro consigli di Genga, Sassoferrato, Serra San Quirico e – dal punto di vista molto formale – Cerreto d’Esi poiché in presenza fisica non c’era nessuno. “Finora emerge – ha dichiarato il primario – che la posizione dei tecnici della direzione sanitaria regionale è motivata dalle normative europee. La dichiarazione che posso fare in quanto primario del reparto Ostetrico di Fabriano è che da anni il nostro punto nascita lavora nel rispetto della sicurezza con l’Ostetrica sempre presente, la guardia h24 dei medici ostetrici, la pronta disponibilità dei medici pediatri, la guardia h24 dei medici anestesisti che dal 1 luglio 2014 garantiscono la partoanalgesia gratuita, la rianimazione, attrezzature e tecnologie sempre aggiornate e vanta un tasso di primo taglio cesareo del 14%, tra i più bassi nelle Marche. Speriamo – ha concluso – che al momento dell’incontro tra i sindaci e il Presidente della regione Marche il buon senso prevalga sulla ragion di Stato”. 

IMG_5368Ed è forte di questi argomenti che il Comitato di Coordinamento Per il Punto nascita di Fabriano invita la comunità a marciare sabato 12 dicembre nelle strade di Fabriano alle ore 9 della mattina.

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

 

 

 

Fonti:

http://www.francescobevere.it/news/

http://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=33981

http://www.regioni.it/sanita/2015/11/30/sanita-lorenzin-rete-pediatrica-presto-pronta-433608/