Il merito di Ceriscioli: aver risvegliato l’orgoglio dell’entroterra

image-04-01-16-05-19-3Cagli – La battaglia per l’ospedale di Cagli ma anche di Fabriano ha un risvolto operativo inaspettato. Trasforma le Aree disagiate individuate dalla Strategia per le Aree Interne in una nuova provincia che ha tutto il peso dell’entroterra. Il suo nucleo è il G9 e corre da Apecchio fino ad Arcevia. L’impulso è stato dato dal Ministero della Coesione Territoriale, perfezionato dalla Regione Marche, sostenuto dall’economista ed ex ministro Fabrizio Barca. Ingloba Sassoferrato, Frontone, Serra Sant’Abbondio, Cantiano, Acqualagna, Piobbico ed ovviamente Cagli. Quelle aree che sono riconosciute disagiate e meritano di avere delle deroghe perché chi ci vive non può rientrare nelle statistiche delle metropoli e della costa. (Idea a quanto pare condivisa anche dal Ministro Lorenzin della Sanità che prevede una deroga per i punti nascite come quello di Fabriano che però il Presidente Ceriscioli si rifiuta image-04-01-16-05-19-4di inoltrare al governo centrale). Un’area quella interna che non intende essere messa sotto scacco dalla riorganizzazione voluta dalla Regione Marche che, con tanto di delibera, ha ridisegnato una rete ospedaliera che obbedisce a standard di produttività, efficienza e sostenibilità e ad un cambio di paradigma del tutto difforme da quanto negoziato e condiviso con i sindaci e i referenti Pd ed Udc locali. Un’area arrabbiata che si unisce ad altri comprensori arrabbiati, guarda caso tutti dell’entroterra, pronti ad unirsi per mobilitarsi intorno ad un’idea della sanità cucita veramente sui bisogni dei territori. “Dopotutto, l’idea della sanità, può essere solo vostra, dichiara il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri del M5S all’assemblea dei cittadini per la difesa del loro ospedale il 4 gennaio a Cagli ed annuncia che ha pronta una mozione e un’interrogazione sugli ospedali di Cagli, Sassocorvaro e image-04-01-16-05-19Fossombrone, da sottoporre in Regione. Per chiedere spiegazioni sull’applicazione di questo riordino sanitario e la sospensione della sua applicazione. E Ninel Donini dell’Idv, di ricordare che bastano 20 sindaci per chiedere un referendum abrogativo. “Il ridimensionamento dei piccoli ospedali ha radici lontane – spiega il dottor Sergio Castellucci, ex primario di chirurgia dell’ospedale cagliese. Quando si è iniziato a depotenziare i piccoli presidi. Togliendo reparti, non sostituendo personale e strumenti. Poi, è arrivata l’idea della casa della salute con funzione ospedaliera. Adesso l’ospedale di Comunità con perdita di ogni vera funzione. Ecco perché la battaglia è sul piano della politica. Conta la costa. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio di essere gente dell’entroterra”.

E l’orgoglio si misura già nei fatti: i quattro sindaci Pd dell’area del Catria Nerone si sono autosospesi dal Partito Democratico. Articolo sull’autosospensione

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

Un ringraziamento per le foto a Giada Fiorucci

Categorie correlate: