L’ospedale di Pergola tutelato dal piano regionale

12088413_316213171836196_8523890590484617123_nPergola –  Con l’approvazione da parte della conferenza dei Sindaci dell’Area Vasta 1 della richiesta di revoca delle delibere 735, 991 e 1183, che convertono gli ospedali di Sassocorvaro, Fossombrone e Cagli in ospedali di comunità, e la richiesta di dare applicazione al decreto Balduzzi per le aree disagiate, è facile capire che i presidi in fase di riconversione stanno puntando diritti ad ottenere quello stesso riconoscimento di ospedale di zona disagiata che è fino ad oggi stato riconosciuto dalla Regione Marche solo all’ospedale di Pergola.

L’azione di questi comuni che hanno individuato questo percorso politico come strategia di salvezza per i loro nosocomi, sebbene la la Regione non sembri intenzionata a fare passi indietro, visto il voto di ieri della IV commissione sanità che ha modificato ma non revocato la delibera 1183, non solo certifica inequivocabilmente che quello che diciamo da sempre è corretto, ma anche che l’esserci opposti al censurare totalmente l’operato della Regione nei confronti della nostra città, alla quale questa particolarità è già riconosciuta, era e rimane la cosa giusta da fare.

In ogni attività da noi intrapresa, prendete ad esempio la ormai famosa cartina “Senza Pergola ci sarebbe un bel buco” o da ultimo il documento che abbiamo consegnato direttamente al presidente della Commissione Sanità Volpini, troverete sempre la nostra chiarissima richiesta: “la Regione continui a riconoscere Pergola presidio ospedaliero di zona disagiata”.

La strategia di Baldelli, le cui necessità politiche sono mutate in questi anni per far parlare di sé l’intera provincia piuttosto che nell’avere Pergola nel cuore, è suicida per il nostro ospedale.

Vi spieghiamo perché: prima, in consiglio comunale, Baldelli propone e vota ordini del giorno per bocciare l’operato della regione e quindi l’avere riconosciuto l’ospedale di Pergola come presidio di zona disagiata per ragioni geografiche e sociali del territorio, bocciatura alla quale ci siamo sempre opposti anche a fronte della paura di non essere capiti e strumentalizzati, ed ora è tutto più chiaro.

Poi, spinge per l’abolizione del piano socio sanitario che ci riconosce Ospedale a differenza degli altri facendone anche il motto della sua perenne campagna elettorale.

Infine, ciliegina sulla torta, dice no al partecipare alla Strategia Nazionale Aree Interne, perdendo, oltre ad opportunità economiche, anche la possibilità di “certificare” istituzionalmente la nostra collocazione disagiata. È come se Baldelli avesse detto, o peggio, scritto in atti amministrativi: “Regione ti boccio, non mi sta bene che tu mi abbia riconosciuto ospedale per acuti di aree disagiata, io non faccio parte delle aree interne, devi rimettere in discussione tutto il piano socio sanitario, compreso il mio ospedale di Pergola.” Sebbene é necessario che la regione riorganizzi le proprie reti cliniche, il sistema fa acqua e molte comunità ne stanno pagando troppo amaramente le conseguenze, il sindaco di Pergola ha l’obbligo prima di tutto di mettere in sicurezza il proprio nosocomio e non di esporlo a rischi. Invitiamo tutti a riflettere e ad andare oltre la demagogia, perché anteporre troppi slogan e processi alle intenzioni per soli fini elettorali personali, più che tutelare, mina alle basi e mette in pericolo l’esistenza del nostro ospedale. Pergola Unita continuerà a seguire con attenzione tutti gli sviluppi di questo particolare momento, ma soprattutto, senza strumentalizzazioni, continuerà senza se e senza ma a difendere in ogni sede la specificità territoriale del nostro ospedale, per la quale i Pergolesi tutti insieme lottano da 30 anni, e non solo da quando Baldelli è sindaco.

Comunicato Stampa del direttivo di “Pergola Unita”