A mente fredda…dopo un po’ di tempo
|Pergola – Nella notte del 13 marzo u.s. il Sindaco di Pergola s’è recato presso il PPI dell’ospedale dove ha riscontrato l’assenza del medico al servizio di soccorso e la carenza di vigilanza notturna nei reparti ospedalieri – scrive Guido Peverieri, il segretario della sezione del Partito Democratico di Pergola. L’Azienda Sanitaria ha risposto in un primo momento dicendo che la procedura messa in atto funzionava, anche se poteva essere perfettibile. Successivamente però, a poco più d’una settimana dal primo evento, ha ritenuto opportuno rivederla, reinserendo le figure dei medici che prima mancavano. Risultato: il Sindaco ne esce bene, meno bene ne esce l’Azienda Sanitaria che ha mostrato leggerezza nel gestire situazioni importanti che investono la salute della gente.
COM’È STATO DOCUMENTATO IL TUTTO
Dal momento dell’arrivo del Sindaco al PPI fino alla sua ripartenza, tutta la vicenda è stata narrata attraverso un vero e proprio cortometraggio. Le scene salienti ci sono tutte e sono state sapientemente montate: c’è il furtivo arrivo del Sindaco al PPI nel buio della notte, c’è la chiamata e l’arrivo della pattuglia dei carabinieri, c’è la sua dichiarazione con al fianco due mute comparse e c’è il suono delle sirene a tener desta l’attenzione tra una scena e l’altra.
Viene da chiedersi come mai il Sindaco si sia così tanto preoccupato di documentare in ogni minimo dettaglio la propria azione. Non poteva andare al sodo, fare come avrebbe fatto un qualsiasi altro sindaco, o uno qualunque di noi trovandosi in una situazione simile, vale a dire, formulare la denuncia e il giorno dopo raccontare tutto alla stampa? La risposta è semplice da dare: il Sindaco di Pergola non perde occasione per mostrarsi a platee sempre più ampie di futuri elettori e un’occasione più ghiotta di questa non poteva capitargli.
Intendiamoci, si può fare, ma per favore non ci venga a dire che anche il filmino, come tutta la montatura mediatica che ne è seguita, sono stati fatti perché il cuore suo e quello di tutta l’amministrazione batte per Pergola all’unisono, così come quello dell’ottimo Sig. Antonio Bianchi (dai manifesti 6 x 3) batte per il Centro Margherita.
COME CI SIAMO RIMASTI
Comunque, tornando alla sostanza dell’accaduto, qualcun altro doveva accorgersi delle cose che non andavano prima che intervenisse Baldelli. Doveva accorgersene l’Azienda Sanitaria Regionale e doveva accorgersene la politica, soprattutto quella che sostiene il governo regionale. La nostra appartenenza al PD è la cosa che più ci ha indisposto perché questo partito è quello che, più d’ogni altro, ha creduto e crede nella presenza d’un ospedale a Pergola.
Un ospedale che, sia detto in modo chiaro e definitivo, è un’eccezione. Un’eccezione che conferma la regola che, là dove c’erano ospedali di dimensioni analoghe al nostro, quegli ospedali sono stati riconvertiti o chiusi del tutto. C’è poco da dire: il merito d’avere sostenuto questa eccezione (non per capriccio ma perché la legge consentiva di farlo in aree disagiate come la nostra) va al Partito Democratico; va a uomini come Almerino Mezzolani e ad altri che, al dunque, hanno mostrato di crederci fino in fondo.
Così come ha mostrato di crederci l’attuale Giunta regionale che, con l’istituzione del presidio unico Urbino – Pergola dell’AV1, ha confermato e rafforzato l’eccezione su Pergola. Tale merito acquisito però non è qualcosa che valga per sempre; esso deve essere coltivato e potenziato in modo che l’ospedale possa funzionare al meglio, intervenendo puntualmente prima che disfunzioni analoghe a quelle denunciate abbiano a ripetersi.
È evidente dunque che la vicenda ci coinvolge come forza politica, investendo in modo particolare i coordinamenti provinciale e regionale rispetto a quello locale e ci spinge a fare una riflessione approfondita intorno ad alcuni temi.
Il passaggio di informazioni, l’analisi di quello che avviene nella regione, nelle amministrazioni, nelle aziende sanitarie o d’altro tipo controllate dalle amministrazioni è sufficiente a dire come stanno le cose e ad aiutare la gente a capire come va realmente la vita politica e amministrativa locale e non solo? Siamo adeguatamente attrezzati, come organizzazione interna, come numero di persone di buona volontà, come impegno che mette ognuno di noi che si dice appartenente al partito, per dare vita a una vigilanza continua su ciò che accade intorno a noi?
È scontato che la vitalità del partito dipende da quanti si dicono vicini al PD e dalle risposte che vorranno dare a queste domande.
RIFLESSIONE DA FARE COME CITTADINI
Ma c’è un’altra riflessione che dovremmo fare come pergolesi: è opportuno che la nostra Amministrazione vada avanti solo a cercare le cose che non vanno e butti, sistematicamente, tutte le colpe addosso all’opposizione che, ricordiamolo, NON HA L’ONERE E L’ONORE DI GOVERNARE LOCALMENTE? Conviene al paese vivere in un clima di scontro totale, dove si procede a suon di denunce, di esposti, di pattuglie di carabinieri che arrivano a sirene spiegate e di avvocati?
Non c’è molto di propositivo e di costruttivo in tutto questo. È utile magari per presentare alla gente un’amministrazione decisa, forte, un’amministrazione che non si ferma davanti a niente e a nessuno … ci può stare, ma questo modo di fare non aiuta a costruire, crea contrasto con le altre amministrazioni e alla lunga concorre a demolire tutto.
E Pergola di tutto ha bisogno meno che di macerie, meno che d’un clima urlato di scontro. Un clima che s’è fatto pesante, al punto che anche le persone di buona volontà si chiedono se valga ancora la pena di impegnarsi per il proprio paese, un paese che veleggia indisturbato col primato di comune, con più di 5000 abitanti, più vecchio della regione.
Proviamo a pensarci su un po’ tutti, serenamente, fuori dalle appartenenze politiche, fuori dalle fazioni.
Guido Peverieri