La sua famiglia, gli scout, i partigiani. E tanti sindaci …
|Pergola – Alla sinistra del feretro, il sindaco Francesco Baldelli, il suo vice con la fascia e le bandiere dell’Anpi, tra cui spicca quella sorretta dall’amico di sempre, l’ex sindaco Aldo Bucarelli, troppo commosso per ricordarlo a voce. A testimonianza che Costanzo Fagioli, deceduto venerdì mattina, è stato tra i protagonisti della resistenza e della liberazione di Pergola dal nazifascismo, ma anche per 40 anni l’economo del comune. Alla destra della bara, la moglie Velia, i figli Ermanno e Maria Teresa e, soprattutto, tantissimi scout di tutte le età. Perché Costanzo, detto Tino, lupetto dal 1931, che vide il fascismo chiudere il suo gruppo scout, lo volle rifondare nel 1953, aggregando ai ragazzi di Pergola quelli di Mondavio, Orciano e San Michele al Fiume. Solo allo scoccare del suo novantesimo compleanno, smetterà ufficialmente di essere a capo dei lupetti, delle coccinelle e degli scout d’Europa. Una vita lunga quella di Costanzo, con tante pagine una più bella dell’altra. “Un uomo generoso, onesto, leale; un impiegato laborioso e scrupoloso fino ad apparire a volte burbero, perché troppo pignolo ed intransigente” – ricorda l’ex sindaco Giorgio Giombini, che lo definisce “uno dei più illustri cittadini di Pergola.” L’omelia, in calce, ha una doppia firma. È scritta da Don Giuseppe Cavoli, che fece la sua promessa scout a Costanzo Fagioli ed è letta dal parroco di Pergola Don Filippo Fradelloni, che traccia il ritratto di un uomo “punto fermo, di riferimento in un mondo effimero e di forme“. Ma è nel “caccia capo” con cui gli scout continuano a salutarlo che si misura quanto Costanzo Fagioli abbia dato alla sua comunità. Ragazzi di ieri e di oggi che ne parlano come <<un padre che li ha aiutati ad essere uomini e donne migliori.>> Un capo che affermava “lo stile fa la differenza perché un uomo si vede dalle azioni che compie e non dalle parole che spende.” Principio all’origine del gesto eroico di Costanzo, che consegnò agli alleati la mappa che consentì loro di sfondare la linea gotica e di risparmiare migliaia di vite e, in prima linea, scese a difesa dei Bronzi Dorati e dell’ospedale.
Véronique Angeletti@riproduzione riservata
Foto di Charly Pergola
E’ morto il partigiano che consegnò la mappa della linea gotica agli Alleati di stanza a Cabernardi