Sanità pesarese: aut aut dai sindaci di Cagli, Sassocorvaro ed Urbino

IMG_0802Cagli  – L’entroterra montano boccia in toto le ultime decisioni prese dall’area vasta1. I sindaci di Urbino, Cagli e Sassocorvaro non danno il loro avallo alla pianificazione sanitaria che, entro il 15 giugno, con un anticipo di ben tre mesi, sospende la reperibilità dei medici ospedalieri ed affida alle guardie mediche la responsabilità dei PAT (Punti di Assistenza Territoriali) non solo nei giorni festivi e prefestivi, come finora è stato, ma pure nelle ore notturne di tutti i giorni feriali.
Siamo nel caos organizzativo – protestano i sindaci Maurizio Gambini, Alberto Alessandri e Daniele Grossi -. Il regno di ordini contrastanti, sprovvisti di procedure ufficiali senza il coinvolgimento di operatori ed istituzioni.”> È da giovedì che sono in fibrillazione. Quella circolare, planata dall’alto, che sconvolge la gestione dei medici negli ospedali di Cagli e Sassocorvaro, accentua le criticità di tutto il sistema di emergenza-urgenza e conferma che quando si tratta di ridurre i servizi, c’è solerzia, mentre si tralascia l’ampliamento dei servizi.
Unanimi denunciano  “un sistema di emergenza-urgenza al collasso con tempi di intervento sempre più lunghi; PAT che non funzionano, venduti come PPI, mentre sono ambulatori di medico di famiglia; la gestione delle Cure Intermedie demandata ad operatori dipendenti da dirigenti diversi che non colloquiano tra loro.” Ma quello che li fa arrabbiare è “l’assenza delle soluzioni alternative promesse dal Presidente della Regione e dai suoi tecnici e, dopo più di un anno, – affermano – non si sono tradotto in bandi per l’assegnazione di servizi nemmeno nel caso delle convenzioni pubblico-privato attive in precedenza e tuttora  in difficoltà di finanziamento e di apertura di nuovi contratti.”
Oltre alle promesse disattese, criticano la discordanza tra politica e tecnici. “ Un gioco che rimpalla le responsabilità – accusano – senza avere al centro la salute del cittadino ma altri obiettivi non ben comprensibili. Inoltre, non si vede ancora il potenziamento dell’ospedale di Urbino, punto di riferimento per le patologie acute a più alta incidenza epidemiologica, ruolo che potrà assumere solo se esentato dal trattamento delle patologie croniche e delle acuzie di media e bassa intensità e necessita la collaborazione e la valorizzazione dei poli ospedalieri di Cagli e Sassocorvaro.”
I tre danno l’aut aut perché “è tempo che chi ha organizzato questo sistema sanitario si prenda le proprie responsabilità e non le scarichi sulle spalle dei sindaci.” Vogliono un nuovo piano di emergenza-urgenza, una lungodegenza e un PPI nelle strutture di Cagli e Sassocorvaro H24, il potenziamento di Urbino al collasso con oltre 20 pazienti ricoverati fuori reparto, mentre Cagli e Sassocorvaro, da giorni, sono semideserti.
 A breve, il sindaco di Urbino convocherà una conferenza di Area Vasta e questo lunedì, verrà chiesto a Luca Ceriscioli e ai suoi tecnici di essere presenti al consiglio comunale monotematico per parlare delle criticità dell’ospedale di Urbino intendendo garantire i servizi ai cittadini delle aree interne.
Véronique Angeletti@civetta.tv