Sul Nerone, vige ancora la transumanza

Transumanza PiobbicoPiobbico – Ormai sono due settimane che gli animali sono sul Monte Nerone. L’inverno nelle stalle e fine maggio sui pascoli in alto. È la transumanza, pratica quasi in disuso nelle Marche, che fa del paese di Brancaleone il feudo di un rito ancestrale. “La nostra azienda agricola lo fa da sempre – commenta Pasquale Formica, 29 anni, nipote dello storico allevatore Piero Mochi – ogni estate portiamo fino ai prati del Principe Corsini la nostra mandria che, quest’anno, era composta da 70 bestie di razza Limosine, 18 vitelli più un toro.” 
Partiti all’alba dalle terre dell’azienda agricola Mochi, hanno attraversato il centro di Piobbico. Una passeggiata non facile, sfiancante per i vitellini, che ad un certo punto sono caricati su jeep. La meta è quota 1500 metri che raggiungono in meno di sei ore. Questa volta però non scortati come al solito da una decina di uomini a cavallo ed accompagnati da un’altra dozzina a piedi ma anche da un battaglione di escursionisti. La transumanza si trasforma in un asset per il turismo.
Transumanza PiobbicoNota soprattutto al nord, sulle Alpi, la transumanza è tuttora nella storia degli allevamenti dell’Abruzzo e con l’azienda Mochi dell’alto pesarese. Sa di folklore perché insegue le orme di percorsi definiti da secoli ma nella pratica è una consolidata strategia economica. “La monticazione – spiega il giovane – ossia l’atto di portare le bestie nei pascoli sui monti, consente di variare e di arricchire la loro alimentazione. L’erba del Nerone ha un valore nutrizionale migliore e il fatto di essere lasciate allo stato brado rigenera le bestie, procura loro un benessere che ha delle conseguenze sulla carne quando le macelliamo.” Un andirivieni stagionale che si traduce in una carne tipica, saporita e sicura. Qualità di cui sono ben consapevoli i gruppi di acquisto sparsi ovunque in Italia, clienti assidui dell’azienda di Piobbico che ha macellerie in proprio ed erano invitati speciali alla transumanza di quest’anno.
Transumanza PiobbicoUna scelta operativa che deriva sicuramente da un bagaglio culturale non comune sull’Appennino ma appartiene anche ad una speciale sensibilità aziendale, la monticazione non ha solo risvolti per il privato ma vanta ricadute a beneficio della collettività. Le bestie pascolando hanno un ruolo nella biodiversità proprio del Nerone e rendono produttive aree che, per le loro particolarità geomorfologiche, sono difficilmente sfruttate. “I nostri animali – conclude Formica – rimarranno fino a metà ottobre poi faranno il percorso inverso per ritornare prima sulle colline per un altro mese poi nelle stalle per passare l’inverno.”
Véronique Angeletti@civetta.tv
Fotoreporter Max Martinelli
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