Contributi a chi crea bacini di raccolta delle acque piovane

Pozzo del Burano foto di Toni MatteacciCantiano – Chiuso il pozzo detto del Burano, lago antichissimo ad alta pressione che versa le sue acque nel Burano ma non ha niente da vedere con il fiume, non si placano le riflessioni. <<La siccità, i cambiamenti climatici, la differenza tra captare acqua nelle falde profonde e rinnovabili e quelle strategiche, le perdite della rete di distribuzione e l’assenza di una cultura ad un uso ragionevole delle acque potabile sono temi da affrontare per non avere nel futuro i stessi problemi – afferma il consigliere regionale Gino Traversini. L’acqua è un bene comune che va assolutamente tutelato e dobbiamo da subito individuare soluzioni ed alternative.>>

Si schiera a fianco ai sindaci che non si sono opposti a luglio all’uso del pozzo scavato dall’Aquater nel 92-93. << Dall’origine il suo uso è stato riservato alle crisi idriche e l’emergenza questa estate era più che palese.>>

Sulla modifica in corso della legge 5/2006 che disciplina le derivazioni di acqua pubblica e delle occupazioni del demanio idrico ed in pratica agevola l’utilizzo delle falde acquifere rinnovabile di profondità << Il pozzo del Burano – ribadisce Gino Traversini – rimane strategico e non era nei progetti dell’Aato al momento del voto pertanto non può rientrare nei suoi programmi ed è un ulteriore tutela.>>

Gino TraversiniSui pozzi individuati a Sant’Anna e San Lazzaro vicino a Fossombrone però insiste: << l’Aato ha una dotazione finanziaria è vero per far le ricerche ma sopratutto per eseguire uno studio approfondito sulle acque e stabilire se o non sono rinnovabili.>> Infine rimane convinto che <<si deve favorire la creazione di bacini di raccolta di acque piovane.>> Ed annuncia che << a novembre, ci saranno nuove misure nel Piano di Sviluppo Rurale (Psr) con specifici contributi per questi bacini e a disposizione delle imprese nel Fondo di Sviluppo Europeo regionale.>>

Véronique Angeletti@civetta.tv