Nella Giornata della Memoria medaglia d’onore al sigillano Romeo Mariucci
|Sigillo – Venerdì 26 gennaio, in occasione delle celebrazioni per la Giornata della memoria, nata per ricordare le vittime della barbarie nazifascista, nell’aula magna del Rettorato dell’Università degli studi di Perugia in via Francesco Innamorati, in collaborazione con lo stesso ateneo, la Regione Umbria, la prefettura di Perugia, l’Ufficio scolastico regionale, l’Archivio di Stato di Perugia e l’Associazione Italia Israele, si terrà un incontro sul tema “A 80 anni dalle leggi razziali”. In questa occasione il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro, consegnerà una Medaglia d’onore conferita dal Presidente della Repubblica, quale “riconoscimento per i cittadini deportati o internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra, ai quali, se militari, è stato negato lo status di prigionieri di guerra” a Romeo Mariucci, di Sigillo. Il soldato sigillano nacque nel lontano 1914 nella frazione di Villa Scirca e là visse, insieme ai due fratelli Emilio ed Attilio, fino alla chiamata alle armi. Erano gli anni duri della Seconda guerra mondiale e Romeo, lasciando la terra natia, gli affetti dei familiari e di una fidanzata che non riuscì più a rivedere, venne arruolato nel 26° Reggimento fanteria Bergamo alla sezione cannoni 65/17 e spedito in terra jugoslava nei pressi di Spalato.
Dopo l’armistizio dell’8 settembre ed il conseguente caos nei vertici militari, molti soldati italiani vennero considerati disertori e nemici dai tedeschi e proprio nella zona dove Mariucci era impiegato, avvenne il drammatico eccidio di Treglia, in cui vennero giustiziati, per mano tedesca, numerosi ufficiali italiani. Gran parte dei soldati venne invece deportata nei campi di lavoro soprattutto polacchi. Tale sorte toccò anche a Romeo che venne internato nel campo di prigionia di Gorlitz, ora Zgorzelec nello Stalag 8/a. Le prime notizie della morte arrivarono ai familiari di Mariucci soltanto nel 1949 circa cinque anni dopo la data della presunta morte avvenuta, secondo l’Archivio Anrp – Deutsche Dienststelle (WASt), il 4 o il 5 settembre del 1944. Di Romeo Mariucci, come di migliaia di altri soldati drammaticamente morti in guerra, si persero le tracce, ma mai la memoria sempre viva nei familiari. Spiega Emilio Mariucci, oggi trentenne, nipote del fratello di Romeo. “Un giorno trovai a casa una vecchia foto di un militare ed incuriosito chiesi informazioni a mio padre che mi parlò per la prima volta della storia dello zio scomparso in guerra. La mia curiosità però non si fermò e dopo un articolo che lessi nel giornale “Il Grifo bianco” di Sigillo, che ricordava le tante vittime di guerra del territorio fra cui mio zio, decisi di approfondire le ricerche e di capire almeno dove fosse il luogo di sepoltura del suo corpo”. Una storia che andava riscritta, rielaborata ed Emilio aveva tutta l’intenzione di farlo. Continua il giovane che ora vive a Fabriano.
“Lo scorso anno sono riuscito ad entrare in contatto con Roberto Zamboni che gestisce il sito “dimenticati di stato” con lo scopo di aiutare i tanti cittadini che cercano notizie e magari il luogo di sepoltura dei familiari deceduti e scomparsi nelle grandi guerre. Grazie a lui ed al suo impegno, sono riuscito ad avere tante informazioni preziose per ricostruire la triste vicenda di mio zio. Oggi sappiamo che dopo la sua morte venne inumato in prima sepoltura nel Cimitero di Görlitz-Moys e successivamente esumato e traslato a Bielany-Varsavia nel cimitero militare italiano. Inoltre, dopo ulteriori ricerche, è stato possibile risalire al numero della tomba e sapere quindi con esattezza dove è sepolto lo zio”. Domani sarà davvero un giorno importante per la famiglia Mariucci, in particolare per il giovane Emilio, davvero orgoglioso per il riconoscimento che verrà donato alla memoria dello zio Romeo frutto di uno sforzo di ricerca davvero encomiabile. “Domani insieme a mia madre ed accompagnati dal sindaco di Sigillo Riccardo Coletti, riceverò questo importante attestato che mi ripaga degli sforzi e soprattutto onora degnamente la memoria di mio zio, ma anche di tanti ragazzi morti senza avere nessuna colpa, o forse soltanto quella, del tutto involontaria, di essere nati in quei drammatici anni. L’ultimo desiderio è ora quello di andare a Varsavia sulla tomba di mio zio e magari un giorno poterlo riportare finalmente a casa nel cimitero di Sigillo”.
William Stacchiotti@civetta.tv