Il gualdese Matteo Bebi corona il suo sogno, il 25 novembre presenterà il suo libro

Screenshot_2018-11-09-07-27-49-1Gualdo Tadino – Nell’era dei social network, delle letture fugaci, del mordi e fuggi che dilaga ad ogni livello, è bello raccontare di un giovane gualdese che, coltivando il sogno di una vita, ha deciso di intraprendere l’irta via della scrittura, realizzando un romanzo storico ambientato proprio nei territori che hanno segnato la sua vita fin dalla tenera età. Matteo Bebi presenterà la sua prima fatica letteraria “Poi si fece buio” edito da Era Nuova di Perugia, domenica 25 novembre alle ore 17,30 presso il Teatro Talia di Gualdo Tadino. L’evento, a cui farà seguito un piacevole aperitivo di ringraziamento, è patrocinato dai comuni di Gualdo Tadino e Fossato di Vico, dall’Ente Giochi de le Porte e dall’Associazione Medioevo Fossatano. Grande è la soddisfazione e l’orgoglio che trapela dalle parole dello scrittore gualdese. “Da piccolo ho viaggiato molto, ho finito per abitare in Belgio, mio padre lavorava lì. Quei boschi, quei castelli, quei paesaggi forse hanno accresciuto in me quella passione smodata che ho per la storia. Tornato in Umbria dopo un periodo di studio a Milano, mi sono iscritto a Beni culturali, ma la fonte principale per le mie idee è sempre stata la leggenda, o meglio, quella parte di leggenda che incontra la realtà. Questo libro è nato da un’ispirazione, la domanda mi è sorta spontanea in testa a mano a mano che osservavo le nostre montagne; come potrebbe essere andata veramente? Così ho iniziato a scrivere.

foto appennino Bebifoto Pappennino libro BebiÈ una leggenda, una versione umana e terrena di essa, racconta di persone semplici, di sentimenti, di odio, d’amore, di pregiudizio. Non sono troppo distanti da noi, non nel cuore, benché lo siano a livello temporale. Cos’è che ci distingue da quelle persone? Forse siamo proprio uguali a loro, sempre affannati alla ricerca di un posto nel mondo. Ho effettuato delle ricerche scrupolose e ricostruito i paesaggi così come dovevano apparire nei primi del 1200. Mi sono avvalso di archivi, di storici come il Guerrieri, mi sono servito anche dei miei sensi. Ho camminato nei posti che intendevo descrivere, chiudevo gli occhi e immaginavo come poteva essere stato. Sì perché in ogni leggenda c’è un fondo di verità, ma quale potrebbe essere quella giusta? Voglio credere che il mio sia un punto di vista diverso, un’analisi che ribalta la prospettiva. Ho iniziato col credere che ci sarebbero stati antagonisti e protagonisti ma mentre scrivevo il libro è cambiato; rimanevano solo persone, solo uomini e donne che vivevano veramente, nella mia testa e spero possano vivere anche nei vostri cuori durante la lettura”. Castelli e boschi dell’infanzia vissuta in Belgio che si intrecciano con le montagne ed i paesaggi incontaminati e ventosi del nostro Appennino, lungo la dorsale che abbraccia i territori fra Fossato di Vico, Gualdo Tadino e Nocera Umbra. Questo mix di luoghi e spazi, ha generato idee e mosso sentimenti intensi nell’autore che sono stati poi messi nero su bianco in “Poi si fece buio”. Matteo Bebi ci introduce nel suo lontano mondo immaginato e poi ben raccontato nel testo.

foto libro Bebi“Siamo nei primi anni del 1200, all’ombra dell’Appennino umbro, dove i venti soffiano prepotenti e gli inverni sono nevosi e oscuri. C’è un villaggio, sotto quella montagna. Un paese fatto di poche case costruite in legno e paglia. Ci sono persone che sperano, che si adoperano, che sognano, che hanno paura. Ci sono storie che vengono tramandate sottovoce, davanti al fuoco, proprio durante quei lunghi inverni. Storie che arrivano fino a noi, prepotenti, attuali, mai scontate e sempre vive. Storie che non cessano di sussurrarci all’orecchio, che ci stimolano a cercare, a vedere oltre, a scrutare proprio in quel passato. Forse sono proprio le montagne che vegliano quel paesello che ci sussurrano indizi, che ci spingono  a trovare una nuova versione di noi stessi, a scovare una nuova verità”. L’Appennino come poteva essere un tempo raccontato da chi oggi lo vive, lo respira, lo anima, lo ama. Un salto all’indietro che forse, leggendo le pagine, ci aiuta a comprendere chi siamo oggi, come lo siamo diventati e quanto questo territorio ha potuto influire sulla nostra esistenza forgiandoci profondamente nel nostro percorso di vita.

William Stacchiotti@civetta.tv