Non c’è “pace” per la sede del Giudice di Pace

Sede del Giudice di Pace di FabrianoFabriano – Torna lo spettro della chiusura per la sede del Giudice di Pace di Fabriano. I Comuni che, da quattro anni, si erano impegnati a “condividere” i costi di funzionamento non lo manterranno più dal 1 gennaio 2019. A favore del non rinnovo della convenzione si è espressa venerdì mattina la civica assise di Sassoferrato, la sera si è schierato il consiglio comunale di Genga, a dicembre sarà la giunta di Serra San Quirico ad invitare i consiglieri a prendere la stessa decisione, linea che sembra condividere Cerreto d’Esi.
«Non si tratta di un dietrofront – spiega il sindaco di Sassoferrato Ugo Pesciarelli -. Ma di essere realisti. Dal 2015 abbiamo condiviso i costi ma purtroppo supportato anche le maggiorazioni. I costi del servizio sono lievitati. Per il nostro comune dai 13 mila euro messi a bilancio nel 2015, siamo passati quest’anno a quasi 19mila che già si prevede diventeranno l’anno prossimo 21mila. In questi tempi di magra, è assurdo per un Comune spendere soldi per servizi che non gli spettano e che sono di competenza dello Stato e del Ministero.» 
Difeso con le unghie e con i denti quando si è profilata la possibilità di chiuderlo in nome della «spending review», fu evitata la chiusura dell’ufficio del Giudice di Pace nel 2015  grazie ad un accordo tra i comuni dell’entroterra che si erano impegnati di farsi carico, dei costi di funzionamento proporzionalmente alla popolazione residente.
«Un’innovativa modalità  – aveva sottolineato l’allora Ministro della giustizia Andrea Orlandi – con un coinvolgimento diretto nella gestione del servizio giustizia da parte dei comuni interessati che si faranno carico del reperimento del personale di cancelleria e dei necessari investimenti economici». Modalità che nella provincia di Ancona avevano consentito il mantenimento dei Giudici di Pace a Fabriano, Jesi e Senigallia.
«I costi sono stati ogni anni sempre più elevati  – aggiunge il sindaco di Genga Giuseppe Medardoni – e sono venuti pure a mancare quest’anno i fondi della Regione Marche. Nel 2017, i 30mila euro erogati da Palazzo Raffaello avevano abbattuto l’importo delle quote dovute da ogni Comune».
Un non rinnovo che però non altera la consapevolezza dell’importanza del servizio: «L’ufficio del Giudice di Pace di Fabriano – ricorda Pesciarelli – eroga un servizio a favore dei cittadini che altrimenti sarebbero costretti a recarsi ad Ancona anche per pratiche semplici e di rilascio immediato, affrontando spese di viaggio e perdendo ore lavorative. Poi, considerando che la riforma della giustizia ha ampliato le competenze del Giudice Onorario di Pace sia in ambito civile che penale, e che i decreti attuativi dovrebbero affidargli anche altre competenze è ovvio – conclude   – che come sindaco lavorerò al suo mantenimento a Fabriano ma dobbiamo trovare modalità che non pesino sui bilanci a scapito dei servizi che spetta solo ai comuni erogare ai cittadini».
Véronique Angeletti@civetta.tv
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