Sui lupi, solo #fake news: le associazioni ambientaliste marchigiane mettono in riga i fatti

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Marche – Lupi, fake news per l’Alleanza della Associazioni Ambientaliste Marchigiane. Alleanza composta dal Gruppo di Intervento Giuridico, Italia Nostra Marche, LAC Marche, Lipu Marche, Lupus in Fabula, Pro Natura Marche, Salviamo il Paesaggio (Forum Paesaggio Marche), Terra Mater, WWF Marche.

Leggendo le cronache locali dei giornali in questi giorni –  commentano – si ha la sensazione che migliaia e migliaia (forse milioni) di lupi stiano assediando i centri abitati.

Approfondendo un po’ si scopre che siamo semplicemente alle solite: si vede qualche lupo alle porte di qualche paese dell’interno ed ecco i soliti risolutori che palesano i loro pelosi interessi, affermando che “nell‘interesse di tutti” bisogna ammazzare un po’ di lupi (intanto, ma poi anche di caprioli e altre bestie che hanno il torto di essere “troppe”).

Diviene quindi necessario fare un po’ di chiarezza:

1) se è possibile osservare dei lupi, ad esempio, vicino ad un centro montano come Carpegna (magari vicino a qualche residence popolato solo qualche giorno l’anno), potrebbe dipendere dal fatto che si tratta della più nota ed attrezzata località montana del pesarese, sede di un Parco Naturale Regionale, circondata da foreste demaniali e da una natura forte e bella. Altrove, la presenza di lupi (e anche di orsi) alle porte dei centri abitati richiama turisti, ansiosi di poter avere un improbabile incontro con animali leggendari (dal Parco d’Abruzzo a Yellowstone). Da noi invece, più arretratamene, se uno dei nostri piccoli lupi (grandi come un cane di taglia normale) si fa vedere si grida al mostro.

2) Se i lupi si fanno vedere a Mombaroccio può sembrare strano, visto che qualcuno ha definito la zona “brulla e inospitale per la specie”. Ma dovrebbe pur venire in mente che se i lupi si spostano verso il mare può anche dipendere dal fatto che sulla dorsale appenninica non trovano più molto cibo, perché un bracconaggio feroce e senza limiti negli ultimi anni ha decimato la fauna selvatica (cinghiali compresi). Lacci, tagliole, veleno e fucilate ad ogni ora della notte, carabine munite di mirino all’infrarosso, balestre (per non far rumore). In più ci sono le battute ordinarie, legali, con tutti i cinghiali della provincia che si spostano in massa e si concentrano nella ristretta fascia montana, vera “terra di nessuno”. Ci si deve quindi stupire se gli animali selvatici sono scesi in aree dove si sentono più tranquilli ? E del fatto che i lupi seguano le loro prede ?

3) I lupi non sono pericolosi per gli esseri umani, non lo sono forse mai stati; infatti il lupo è il primo animale ad essere addomesticato (il cane è una razza del lupo ), ben prima dei tori selvatici, delle pecore selvatiche, delle galline selvatiche, ecc. Da quando si raccolgono dati in modo scientifico (oltre 200 anni), non risultano casi di attacco all’uomo, in nessuna parte del mondo. E sono anche pochi: gli ultimi censimenti parlavano di 2.000 lupi in tutta Italia: duemila puntini nell’immensità. Certo, si concentrano dove c’è cibo e quindi possono sembrare tanti.

4) Se anche i lupi impazzissero e diventassero aggressivi con le persone, non riuscirebbero mai a eguagliare i cacciatori: nel solo 2018 ci sono stati 114 incidenti di caccia, con 30 morti e 84 feriti (10 dei coinvolti erano “civili” che si trovavano lì per caso). Il bilancio di una guerra. Stando ai numeri, sembrerebbe che la caccia, seppur accidentalmente, uccida più persone della mafia e del terrorismo messi assieme. Nessuno nega le problematiche poste in essere dalla presenza della fauna selvatica, ma non si tratta di problemi irrisolvibili. E in ogni caso, con numeri come questi è doveroso diffidare di chi si dice disposto a risolvere i problemi con fucilate sapienti: perché con cacciatori così la caccia è il problema, non la cura.

Comunicato Stampa

 

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