#FaiPrimavera a Rotondo, paese della Torre, dell’Osteria di Moregi e dei poeti dell’OttavaRima

Sassoferrato – Questo sabato e domenica, la 27esima edizione delle giornate Fai di Primavera coinvolge a Sassoferrato, il villaggio di Cantarino e il paese di Rotondo. Ciceroni saranno i liceali del Vito Volterra che frequentano la sede sentinate, dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 fino alle 18.
«In accordo con l’amministrazione comunale – commenta  Maria Rosella Quagliarini, la responsabile del gruppo Fai di Fabriano che s’interessa anche di Sassoferrato (con il supporto di Gianni Pesciarelli), di Genga e d’Arcevia – abbiamo scelto il villaggio dei minatori, raro esempio di archeologia industriale con scopo sociale creato dalla Montecatini e il castello di Rotondo con la sua torre medievale di recente ristrutturata».
Due esempi di paesi che nelle loro mura raccontano la storia di una comunità dimenticata e regalano panorami che abbracciano l’anima dell’entroterra. Cantarino offre una vista che spazia fino all’Adriatico e una sorprendente visuale sulla valle del Cesano mentre Rotondo è un inaspettato balcone che si affaccia addirittura sui monti Sibillini.
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Costruito nel 1920, nasce sulla scia dei “villaggi operai europei che si raccolgono attorno ad un’attività industriale” e rispecchia il concetto di un’edilizia popolare che ha “una visione di comunità ideale dove gli individui sono omogenei e solo apparentemente differenziati”. Apparentemente. Perché Cantarino è un paese dove le 64 famiglie che fino alla chiusura lo abitavano hanno lasciato le loro tracce. Le fonti, i lavatoi, il forno comune, i bagni pubblici, l’asilo, la scuola, la chiesa, il dopo lavoro.  Nella sua chiesetta, dedicata ai minatori, c’è la statua di Santa Barbara che proteggeva i minatori di zolfo dal XIII esimo livello.
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Rotondo
Vanta muri a secco e una torre del XIIesimo secolo ma cela anche un’antica voce che Graziano Ligi, nell’antologia da lui curata sui “Poeti in ottava rima”, chiama  “una mestieranza, un dono di natura, che poco aveva a che fare con la cultura ufficiale dell’istruzione scolastica”.
Rotondo era meta di poeti provenienti da tutti i mestieri, spesso di poca scuola, a volte quasi illetterati, e che si esprimevano “in un canto dalla melodia cadenzata e melismatica con il tono perentorio e le vocali finali stroncate”. Poeti che affascinavano per la loro sagacia e anche scaltrezza, raccontavano tutto e di tutti e si sfidavano con le rime alle veglie e soprattutto nelle osterie. Tre sono rimaste nella memoria: quella di Varani di Catobagli, di Santoro a Monterosso e soprattutto quella di Moregi a Rotondo.
Va detto che quando si parla dell’osteria di Moregi – aperta eccezionalmente per le giornate Fai e assolutamente da visitare – non ci si riferisce a un luogo cancellato dallo spopolamento e dalla modernità. Da Moregi, produttore di una gazzosa dal sapore mitico, i poeti con le loro rime, scritte anche su commissione, discutevano di passioni e di emozioni e, in un modo non tanto velato, denunciavano amori e adulteri, ladri e scherzi, insomma vestivano di rime la miseria e rendevano meno tiranno il tempo denunciando in versi il quotidiano. Un anima poetica che domenica quelli de “Lottava rima”, attori e suonatori di Ferrara, sotto la regia di Stefano Fabroni faranno rivivere nell’osteria, nelle vie del castello con le rime di Oreste Crescentini, nato a Rotondo ed emigrato in Canada.
Véronique Angeletti@civetta.tv