Come costruire una casa di cura privata: i sindacati scendono in campo al Lanciarini di Sassocorvaro

440779_centroglaucoma2_ralfSassocorvaro/Auditore –  Si scrive “modifica del setting assistenziale”, si legge “privatizzazione”. Non piace ai sindacati il nuovo accreditamento studiato dalla Regione Marche per l’ospedale Lanciarini di Sassocorvaro. D’ora in poi, il privato ne avrà a disposizione 64. Ossia 12 posti letto di day surgery, 12 posti letto ordinari, 8 di ortopedia, 20 di lungodegenza e 12 di cure intermedie. Ai cittadini saranno inoltre garantiti all’interno di questo sistema l’assistenza ambulatoriale continua, il punto prelievi (esami tutti i giorni per i cittadini) e la radiologia h24 ma anche un punto pasti esterno e un Servizio mortuario. L’integrazione dei posti letto e dei servizi parte da un analisi delle prestazioni fornite dalla struttura e vale per tre anni al termine dalla quale la Regione valuterà i risultati e i benefici sul territorio, riservandosi di decidere di conseguenza ma intanto per i sindacati “se nelle Marche, ci sono le Case della Salute, c’è …Sassocorvaro., ovvero, come si costruisce una nuova casa di cura privata”.

Per i sindacati Cgil-Cisl-Uil, il nuovo accreditamento trasforma un ospedale di comunità in una casa di cura privata a tutti gli effetti.

<<Se da un lato – commentano – i sindacalisti Barbaresi, Rossie Fioretti – si comprendono le ragioni del territorio di avere adeguate risposte ai bisogni di salute in termini di servizi e assistenza sanitaria, meno chiare sono le risposte a una serie di interrogativi che vorremmo sottoporre alla Regione e al Presidente Ceriscioli.

Innanzitutto vorremmo sapere com’è possibile che posti letto che negli anni sono stati soppressi dal sistema sanitario pubblico, chiudendo i piccoli ospedali, quegli stessi posti letto ricompaiono miracolosamente per essere riattivati a beneficio di strutture private?

E se si sono “trovati” posti letto per Sassocorvaro, perchè non fare altrettanto con Fossombrone, Cagli, Chiaravalle, Cingoli e tanti altri?

E se quei posti letto vengono destinati a Sassocorvaro, come si pensa di garantire i 50 posti letto (che peraltro non basterebbero per l’accreditamento) destinati alla Casa di cura che dovrà nascere a Fano, scelta che abbiamo sempre considerato discutibile sia nel merito che nel metodo?

E poi vorremmo sapere se è davvero inarrestabile l’emorragia che dal pubblico continua a togliere posti letto, risorse, prospettive per continuare ad alimentare le strutture private.

E quale sarà il destino del personale sanitario attualmente occupato nell’Ospedale di Comunità di Sassocorvaro?

Ed ha ancora senso parlare di Piano Sanitario Regionale se, ancora una volta, importanti atti di programmazione vengono adottati con Delibere o Decreti?

Ed è cosi che si garantisce la partecipazione di cittadini, associazioni, comunità, oltre al rispetto della funzione degli organi regionali a partire dal Consiglio?

Vorremmo poi capire come si intende rispettare il DM 70/2015 che prevede che non siano più accreditabili nuove strutture con meno di 60 posti letto per acuti, poiché il limite dei 40 posti letto vale solo in caso di strutture accreditate già esistenti al 1 gennaio 2014 (ed essere in una rete d’impresa con almeno 80 posti letto per acuti) e questo non vale per Villa Montefeltro.

Inoltre, vorremmo sapere sulla base di quali criteri e valutazioni, la Regione Marche, che attraverso l’Agenzia Regionale Sanitaria in un primo momento aveva dato parere negativo a tale operazione, ritenuta non compatibile rispetto al fabbisogno definito dal Piano Sanitario e dagli atti di programmazione, dopo un riesame della documentazione ha cambiato parere.

Queste sono solo alcune delle tante risposte che, sempre meno fiduciosi attendiamo da questa Regione.

La redazione di Civetta.tv

SANITÀ: FIRMATO ACCORDO AREA VASTA 1 E VILLA MONTEFELTRO PER 3,8 MILIONI DI EURO