In 400 in vetta per osservare i lavori sull’Acuto: la cordata sul sentiero Cai n. 62

WhatsApp Image 2019-10-27 at 16.44.36Frontone  – Non era la solita escursione quella organizzata ieri mattina dai Cai Montefeltro, Pesaro e Marche sul Catria. L’Anello dell’Acuto e il foliage delle faggete erano solo un pretesto per trascinare in vetta centinaia di persone interessate a capire l’entità dei lavori in corso sulla cima più alta del pesarese. Presenti, ad onde, oltre 400 camminatori esperti decisi a verificare di persona lo stato dei lavori di potenziamento del polo sciistico delle Cotaline ed ottenere informazioni di prima mano da associazioni e naturalisti che sono gli interlocutori con cui si confronta di solito la regione Marche.

Nella folla, c’erano i vertici dei club Cai delle Marche, dell’Umbria, dell’Emilia Romagna e anche quelli del Tam e del Citam ossia del club Cai specializzato nella Tutela Ambiente Montano. Poi i presidenti delle sezione marchigiane del Wwf, di Legambiente, d’Italia Nostra, esponenti del Fai, di “Salviamo il Paesaggio”, di Pro Natura, del Grid, della Lav (antivivisezione), del Forum Paesaggio, di Argonauta, di Lega Anticaccia, del Ghiro, di Pungitopo e di Lupus in Fabula. C’erano anche tanti amanti della natura, gente dei paesi confinanti e anche di Frontone, il comune che ha sviluppato «l’offerta turistica, integrata per cui è necessario una riqualificazione dell’area sciabile, la sua messa a norma ed in sicurezza, e la realizzazione e il rinnovamento degli impianti di risalita esistenti».

Gente matura, soprattutto over 35, che osservavano, commentavano ma più di tutto ascoltavano. Il primo ad intervenire è stato Fabio Taffetani, professore di botanica sistematica della Politecnica delle Marche.  «Quest’impianto, non s’ha da fare – spiega. Ma purtroppo è stato fatto e va monitorato e stoppato lì dove si può per non generare un modello che altri potrebbero copiare. E’ un luna park turistico sportivo che non porta nessun beneficio o solo a pochi. E’ stato distrutto l’interesse naturalistico di una zona unica nell’Appennino. Un comprensorio dove ci sono le condizioni ottimali per l’alpeggio per i bovini, per gli equini, amministrato dalle antiche Comunanze Agrarie, che insieme gestiscono le bestie, le foreste, curano i sentieri e hanno una quarantina di rifugi. Distruggere quest’area – conclude – è togliere a tutti i comuni uno sviluppo turistico e sostenibile. Il bosco che è stato eradicato è un patrimonio di cui dovremo rispondere all’Europa. Le piste larghe 35 metri sono state scavate  e il terreno e le rocce buttati dentro il bosco rimanente dove ovviamente provocheranno altri danni al sottobosco. Delle 9 prescrizioni per fare correttamente i lavori, nemmeno una è stata rispettata». A fine giornata, è stata confermato da parte di tutte le associazioni di affidare ad avvocati il dossier per fare un ricorso anche presso la Corte di giustizia  Europea.

Una bella passeggiata rigorosamente “in cordata” quella di ieri sull’Acuto. Tutti sul sentiero Cai n. 62 per rispettare il divieto di uno dei gestori del polo sciistico delle Cotaline, Michele Oradei, di non andare nelle zone di cantiere. L’obiettivo era raggiungere un punto panoramico per osservare i lavori di riqualificazione del polo e sul tracciato lungo 1065 metri della nuova sciovia che trasporterà 1900 persone/ora e consentirà agli sciatori di superare altri 283 metri di dislivello e raggiungere la cima. «Habitat – commenta il presidente WWF Jacopo Angelini – costruito nel neolitico dai nostri antenati dal delicato equilibrio, oggi distrutto che l’acqua sparata dal cannone per l’innevamento comprometterà definitivamente impedendo al terreno di respirare perchè lo renderà impermeabile».

Véronique Angeletti@civetta.tv

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