Cannoni e laghetto sul Catria: Legambiente chiede alla politica di «avere coerenza, coraggio e lungimiranza”.
Frontone – Sul finanziamento dell’innevamento artificiale e a supporto di un bacino idrico sul Monte Acuto, Legambiente chiede alla politica di «avere coerenza, coraggio e lungimiranza”. Gli ambientalisti sono contrari al progetto perché «per rispondere ai cambiamenti climatici il nostro Appennino ha bisogno di soluzioni innovative e non di risposte anacronistiche ».
Per Francesca Pulcini, presidente di Legambiente Marche “questo progetto è un dannoso e scellerato utilizzo delle risorse pubbliche che dovrebbero essere utilizzate per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. L’Appennino, ancor di più dopo il terremoto, necessita di un piano e di investimenti che permettano di vincere la sfida dello spopolamento, della creazione di nuove economie locali e di valorizzazione del suo potenziale naturale per contrastare gli effetti della crisi climatica. Il progetto del Monte Acuto va nella direzione opposta, guardando con nostalgia ad un modello di sviluppo che difficilmente potrà portare i frutti sperati. Sul piano del turismo ci sono nuove esigenze che chiedono di vivere la montagna sperimentando sport invernali che si sono adattati ai cambiamenti climatici e quindi nel pieno rispetto della natura. La politica – conclude – deve essere coerente e mantenere le promesse, come il riconoscimento dello stato di emergenza climatica che impegna la Regione a rafforzare le scelte e le azioni per contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici».
Fonte Comunicato Stampa di Legambiente
La devastazione di alberi è stata imponente per la nuova funivia. Poi si lamentano delle frane. In più non mi sembra che su Catria e Acuto ci sta tanta neve naturale e portarcela artificiale è sicuramente un danno ambientale (come le piste di ghiaccio di questi tempi nelle città di mare). Qua non c’entrano i cambiamenti climatici planetari. Qua c’è solo lo sfruttamento di un territorio dove una volta ci volevano fare un Parco come a Frasassi, al Furlo, ai Monti della Laga, ai Sibillini. A Frontone lo sanno.
Invece di spendere quei soldi per attrezzare sentieri e curare i boschi, cose che richiamano il Turismo di oggi; distruggono per creare piste da sci per turisti mordi e fuggi, per una neve che al massimo lassù può durare una giornata. La perversione del guadagno per pochi e solo per una volta e la perdita per una intera comunità. Questa è ignoranza, questa è la politica che non funziona.
Un turismo sostenibile, per tutti e per tutto l’anno. Altro che smanie da sciatori della domenica!