Giochi, internet, sesso: i sintomi per capire chi in famiglia vive una dipendenza e come aiutare
«Se il proprio benessere dipende solo da comportamenti gratificatori, allora c’è dipendenza» spiega Vincenzo Aliotta, tra i massimi esperti nei percorsi riabilitativi da dipendenze, direttore di Villa Silvia fondata nel 1963 a Senigallia dal padre, il professore Nicola Aliotta, e fondatore del centro San Nicola nel 2013, unico per la residenzialità breve (2 mesi) nel panorama terapeutico in Italia e tra i poli d’eccellenza in Europa.
«La società altamente tecnologica aumenta la diffusione dell’informazione ma crea confusione tra vita pubblica e privata, azzera la socialità. La rete ha tecnologie che stressano, creano il vuoto, fa sentire l’individuo solo e mette a disposizione strumenti come il computer, lo smartphone, i social che porta ad abusi. L’uso in modo esasperato di foto, video, selfie è solo un esempio di strumenti che gratificano immediatamente. Per chi ha dipendenza, il comportamento è positivo mentre lo rovina. Ed è proprio quando diventa consapevole che si sta danneggiando, che il paziente si rivolge a noi».
Chi vive la dipendenza lo avverte «Nella compulsività – prosegue il dott. Aliotta –, incapace di resistere nell’assumere la sostanza o a un determinato comportamento; nell’intenso desiderio che precede l’assunzione o il comportamento; nel piacere del momento; nella sensazione di non controllarsi; nella consapevolezza delle conseguenze negative, dei rischi per la salute, per il suo equilibrio mentale ma che non gli impedisce di persistere perché astenersi è impossibile e la dipendenza è ossessiva».
Una patologia che manda i suoi segnali. «Variano a secondo della persona – precisa il Dott. Aliotta – ma spesso chi ne soffre è solo, si isola, ha repentini cambiamenti di umore, dice bugie, ha sintomi psicosomatici come mal di stomaco, insonnia, emicrania, compromette relazioni con i parenti, ha misteriose frequentazioni, commette azioni irresponsabili o illegali pur di procurarsi il denaro per comprare droga, alcool, gratta e vinci, l’illusione di trovare una soluzione alla povertà».
Occhio infine ai videogiochi, ai giochi di ruolo, in cui trionfa un soggetto protagonista, iperstimolato dal punto di vista sensoriale, che supera
i suoi disagi interiori immergendosi nella fantasia, perde il senso della realtà e crede tutto come permesso e possibile.