Sassoferrato cambia ritmo, alcune famiglie isolate e i 2 “malati” stanno bene
|#coronavirusSassoferrato – Con due casi accertati di malati per Coronavirus, i familiari e diverse persone in isolamento, il sentinate si riorganizza ed affronta l’indagine tuttora in corso. Con metodo, si stanno rintracciando tutti i contatti avuti dall’operaio quarantenne ricoverato alle Torrette e del sessantenne manager sassoferratese che si è ammalato in trasferta negli Stati Uniti. L’uomo sta benissimo, è in isolamento e con lui, in quarantena, altri italiani.
Comunque, il paese ha cambiato ritmo. Aperto il Coc, il centro operativo comunale, sulle vetrine di alcuni negozi ci sono le indicazioni del numero di persone autorizzate ad entrare e il tempo di sosta consigliato. Un supermercato porta la spesa, una farmacia le medicine e un agriturismo invita gli altri locali a chiudere per rallentare il contagio.
La foto del negozio illustra bene come i commercianti di Sassoferrato stanno ottemperando alle misure di sicurezza imposte dal decreto. Un ottimo esempio di come ricordare a tutti che dobbiamo prendere le dovute precauzioni.
«Nessuno deve farsi prendere dal panico – spiega Alessandra, mamma di due bambine, moglie dell’uomo ricoverato alle Torrette dopo essere risultato positivo al tampone. «Mio marito è cosciente. Non è intubato. Ha ancora una lieve febbre, sta meglio anche dal punto di vista della tosse, mi dicono che sta reagendo benissimo alla terapia. Mi dicono perché noi siamo stati isolati e non possiamo vederlo».
Quando si è resa conto che non era una banale influenza?
«Ha iniziato ad avere febbre la notte tra il 1 e il 2 marzo. Siccome per tre volte ha avuto una polmonite, siamo subito stati in allerta ma non rientrava nei casi sospetti pertanto è stato curato come se si trattasse di un’influenza e, venerdì, ha iniziato la cura con gli antibiotici. Ma nella notte la febbre continuava a salire. Sabato, il nostro medico lo ha fatto ricoverare a Fabriano e chiesto un trasporto con un’ambulanza attrezzata. All’Engles Profili è stato fatto il tampone ed il responso è stato positivo, domenica, il trasferimento al reparto di malattie infettive ad Ancona ed io con le mie figlie isolate a domicilio».
Perché ha voluto diffondere un audio domenica con cui ha reso pubblico il suo caso?«Per evitare lo sciacallaggio, per tranquillizzare tutti, per dare delle risposte alle domande che, in tanti, mi facevano al telefono allarmati perché erano entrati in contatto con noi».
Si sente sola?«Assolutamente no. Oltre a parenti e amici, sono più volte al giorno in contatto con operatori. Quelli dell’ufficio igiene di Fabriano, del reparto in Ancona, con il Centro Operativo Comunale e anche i Carabinieri. Tutti mi danno le informazioni e questo mi dà la forza per arrivare fino al 21 marzo, al termine della quarantena».
Véronique Angeletti@Civetta.tv