Il grido d’allarme degli Agriturismi del pesarese: ridateci fiducia
Persi tutti i ponti della Primavera, le prenotazioni per la Pasqua, comunioni e cresime e gli addii al nubilato ma anche le visite alle fattorie didattiche, le degustazioni e le vendite nell’emporio. Sono gli effetti della Pandemia Covid-19 sugli agriturismi. Le perdite variano perché c’è chi è riuscito a vendere prodotti freschi e trasformati ma tutti sono stressati dai mutui, dalle spese fisse, a volte dalla sovraproduzione e mancano di liquidità. E poi sono sfiduciati. Non riescono a capire come sarà la stagione del dopo Covid-19, scettici sul fatto che il flusso turistico si sposti davvero sulla natura e sul turismo verde.
«Chi può dire cosa succederà» afferma Enzo De Luca dell’agriturismo “Il Casale delle Rose” a Fano. L’azienda produce il grano antico “Gentil Rosso” e la lavanda ed è conosciuta per le sue agripizze. «Abbiamo provato con il Take-Away. Ma ci abbiamo rimesso». Il distanziamento non sarà un problema. Recupereranno installando tavoli all’esterno. « Per salvare la stagione, dovremo lavorare a pieno ritmo e non sarà possibile -afferma-. Alcune famiglie lombarde mi hanno già avvisato che quest’anno non le vedremo. Una annulla e sue vacanze perché con l’epidemia la coppia ha sfruttato i giorni di ferie mentre un’altra mi ha detto che l’azienda dove lavorano per recuperare la produzione, chiuderà solo la settimana del 15 agosto, in alta stagione, pertanto rinunciano».
Raffaella Tiberi e il marito Massimo Guerra a Mercatello sul Metauro gestiscono l’agriturismo “La Grotta dei Folletti” ed un’azienda agricola biologica che, con il covid-19, sono stati costretti a riorganizzare per vendere a domicilio. «Sono stati i clienti a chiedercelo – spiega Raffaella -. Verdure fresche, pane, miele, marmellate, i nostri salumi e i nostri formaggi». Il Coronavirus ha fatto fare un salto all’azienda: «Abbiamo deciso d’investire– precisa Massimo – e, da questa settimana, proporremo il latte fresco in bottiglie di vetro e cinque tipi di yogurt». La trasformazione era d’obbligo. Svela che, con il lockdown la sua azienda ha perso tra i 70 e gli 80 mila euro. «Era l’anno degli addii al celibato – si lamenta Raffaella – Una trentina completi di soggiorni. Le spose dicono che ritorneranno perché con queste condizioni, senza festa e la mascherina, tutte hanno spostato il matrimonio ma chi garantisce che ritorneranno qui». Sulla riapertura dell’attività di ristorazione, ci stanno pensando: «Il problema – commenta Massimo – è che non ci sono regole chiare. Il distanziamento nella nostra struttura non mi dà da pensare ma non me la sento di prendermi la responsabilità della salute del cliente perché spetta a me prendere la temperatura del commensale o del lavoratore. In questo momento siamo purtroppo parcheggiati e con le quattro frecce».
Momenti non facili anche per l’agrichef Franca Duro dell’agriturismo “Col d’Agello” di Cantiano, rinomato pit stop per bikers a due giri di ruote dal Catria.
«Le spese ci sono ma sono sotto controllo – afferma – e per il futuro disporremo i tavoli più fuori che dentro anche se con il sole non sarà facile. Ma il mio vero problema sono gli agnelli, che non abbiamo né consumato, né venduto e stanno crescendo».
Intanto, su richiesta della Coldiretti, il Governo ha chiarito che non solo gli alberghi ma tutte le strutture ricettive e quindi anche gli agriturismi possono ospitare le persone che sono autorizzate a muoversi nel periodo di emergenza epidemiologica. Un piccolo passo che non cancella le conseguenze sul settore del Coronavirus in una provincia che vanta il più alto numero di agriturismi nelle Marche.
«Quasi il 30% dell’intera regione – conferma Roberto Talevi, responsabile Agriturismo nel pesarese per la Coldiretti –. Oltre 4500 posti tavolo e più di 3400 posti letto. Un’offerta importante che compensa la sparizione di alberghi, pensioni, locande soprattutto nell’entroterra ed è la spina dorsale del turismo verde. Gli agriturismi pesaresi – aggiunge- hanno sviluppato ricchi servizi collaterali per chi pratica l’equitazione, il trekking, la mountain bike o per gli amanti dell’escursione e si pone come un turismo di qualità particolarmente sensibile all’ambiente visto che siamo la quarta provincia in Italia per agriturismi con certificato biologico. Però con l’epidemia – denuncia – è a rischio una forza importante dell’economia delle aree interne: un agriturismo su quattro è situato in area montana, e dunque sopra i 700 metri sul livello del mare».
Certo per il dopo Covid-19, gli agriturismi partono vantaggiati. Sono in campagne, spesso in zone isolate, a conduzione familiare pertanto sarà più facile garantire il rispetto delle misure anti coronavirus. «C’è un calo della domanda straniera – conferma Talevi – ma anche una grande voglia di spazi aperti, di turismo rurale, per chi ha subito il confinamento. In ogni caso, l’agriturismo fa parte delle attività più duramente colpite dall’emergenza e necessita risorse economiche di sostegno e misure straordinarie di intervento».
Véronique Angeletti@Civetta.tv