Comprate dai birrifici artigianali ed agricoli rischiano di scomparire

Birra-artigianale-export In crisi, i birrifici agricoli ed artigianali marchigiani. Il lockdown ha azzerate le vendite e la fase 2 offre poche prospettive. Finora, si salva chi ha posizionato  le proprie etichette nei supermercati, ma molti accusano un calo di fatturato tra il meno 60 e il meno 95 %. Recuperare non sarà facile, sono stati cancellati gli eventi per le prossime settimane che creano aggregazione, come spettacoli, sagre, manifestazioni che davano priorità ad un consumo di prodotti tipici come lo sono le birre artigianali locali. E poi, a fine mese, chi lavora a regime forfettario dovrà prendere una decisione: pagare la seconda rata delle accise  senza aver un’idea di come dovrà programmare la produzione, o chiedere per ottenere una deroga, il che significa ricominciare a produrre a gennaio 2021 con vendite solo da marzo in poi.

A lanciare l’allarme è il presidente dell’Associazione di produttori di Marche di Birra, Ludovico Caverni. Unisce circa la metà dei 42 piccoli produttori marchigiani. Chiede supporto a Palazzo Raffaelle per aiutare il settore a superare le fragilità emerse con il blocco della filiera di distribuzione.

«Il lockdown – spiega – ha colpito gravemente il settore della birra artigianale nazionale e marchigiana. Con la chiusura dei ristoranti, dei pub, dei beershop, sono crollati tutti i consumi fuori casa con il paradosso che potevamo rimanere un’attività aperta ma con bacino di vendita limitato.  Poi, con la fase 2, ci siamo accorti che la ripartenza ovviamente è lenta, ci sono poche prospettive. Il rischio è che i piccoli birrifici non riescono a vendere le quantità di birra finora prodotto e, se non si vendono entro un anno, dovranno buttare fusti e bottiglie. A differenza, del vino, la birra, ha una conservazione a breve termine e, purtroppo, non guadagna qualità invecchiando».

A mettere in ginocchio il settore è il fatto che pochi hanno diversificato le dinamiche di distribuzione.

«Chi aveva accordi commerciali con i supermercati – commenta – ha venduto a differenza di chi lavorava solo con l’Horeca». Anche se un aiuto in più lo ha dato la rete Campagna Amica. «Le piccole realtà, come i microbirrifici agricoli  – osserva Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – che hanno puntato sulla qualità e sul rapporto diretto con i consumatori sono riuscite a lavorare e, con le consegne a domicilio, stretto un legame di fiducia a filiera corta». Una fidelizzazione che non basta, urge allargare la platea dei consumatori. Ragione per cui, da diverse settimane, l’Associazione si sta muovendo, in un modo collettivo, attraverso la creazione di una piattaforma digitale comune che esalta il legame tra la qualità delle birre marchigiane con l’identità della regione e lascia spazio alla vendita individuale degli associati.

«Il sostegno finanziario sta nella legge regionale sulla birra e poi abbiamo anche un supporto operativo per il posizionamento in rete».

Un canale che funziona. Il sondaggio nazionale fatto tra il 23 aprile e il 11 maggio, proprio durante la fase 1 da “Associazione Le donne della Birra” ha dimostrato che le vendite online di birre artigianali sono triplicate e che, per 1 consumatore su 2, si tratta di una nuova abitudine d’acquisto che rimarrà.

Ma c’è purtroppo uno scoglio che tutti i birrifici a regime forfettario, entro la fine di questo mese di giugno, dovranno affrontare.  «Mentre abbiamo pagato, a gennaio, una prima rata delle accise per una produzione che non abbiamo fatto – spiega Caverni – considerando che per noi i primi mesi dell’anno siamo quasi tutti fermi, dobbiamo adesso ragionare se pagare la seconda rata su una produzione che, tuttora, è difficile da programmare».

Véronique Angeletti@civetta.tv
WhatsApp Image 2019-05-07 at 18.19.43 (3)Ludovico Caverni, birraio, sindaco di Serra Sant’Abbondio e vice presidente dell’U. M. Catria Nerone è presidente dell’Associazione di Produttori di Birra della Regione Marche, dal nome Marche di Birra. Associazione a cui hanno aderito 21 birrifici tra agricoli, artigianali e brew pub di tutta la Regione. L’associazione è nata nel 2017 dalla volontà dei produttori di birra (la maggior parte ha un età di poco superiore ai 38 anni) e, con la regione, ha concretizzato un itinerario chiamato “Strade della birra”. Un trip esperienziale dove ogni tappa racconta la storia del birraio, le sue birre, i luoghi dove vive e si snodano tra mare, colline e montagne, l’essenza delle Marche al plurale.