L’Alta Valle del Sentino, la fonte d’acqua che destressa le sorgenti di Gorgovivo

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Un invaso di 2 milioni di mc o di 650mila al confine con l’Umbria o pozzi di profondità a Sassoferrato, è l’Alta Valle del torrente Sentino, la nuova fonte d’acqua che andrà a “destressare” il complesso sorgentizio di Gorgovivo.

Il progetto risale a tre anni fa, anticipa i problemi di approvvigionamento idrici provocati prima o poi dai cambiamenti climatici e dai nuovi cicli idrologici e mira a garantire acqua a Sassoferrato, Genga e a tutti i Comuni della Valle del Misa, da Arcevia fino a Senigallia. Lo studio di fattibilità è stato presentato il 14 luglio scorso, ad Ancona, nella sede del gestore Viva Servizi Spa. Oltre ai tecnici e ai vertici di Viva Servizi e Gorgovivo, tra i presenti un funzionario del settore ambiente ed acqua della regione Marche e rappresentanti dei territori interessati dall’opera.

«Già dal 2018, su incarico di Viva Servizi Spa – spiega Stefano Fanesi, il direttore dell’ente consortile – stiamo cercando altre fonti d’acqua. Abbiamo indagato a Fabriano, Matelica, Esanatoglia, Cupramontana, Poggio San Vicino e Genga. Ma è nell’Alta Valle del Sentino, a Sassoferrato, che abbiamo individuato un territorio particolarmente ricco d’acqua, e richiesto, tramite gara, uno studio approfondito».

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Area dove si è focalizzata da tre anni l’indagine di un raggruppamento temporaneo d’imprese (Rt) con capogruppo Systra Sws di Trento, attore di riferimento europeo nelle infrastrutture complesse. Lo studio propone di costruire a monte della frazione umbra di Isola Fossara, sotto la Gola del Corno del Catria, un invaso di 2 milioni di mc con una portata potenziale di 170-175 l./sec o uno di 650 mila mc (70-80 l./sec). Ma se il piccolo richiede un investimento di 35 milioni, quello più grande sfiora i 100 con la costruzione di una galleria lunga 1 km per la strada. Andrebbe a cancellare la stretta e pittoresca stradina che collega Scheggia Pascelupo al sentinate. Opere tutte in territorio umbro, ragione per cui la Rt propone in alternativa un parco di pozzi profondi vicino all’Abbazia di Sant’Emiliano e San Bartolomeo in Congiuntoli.

«Si troviamo – entra nel merito Fanesi – in presenza di maiolica in superficie e di calcare massiccio tra i 150 e 400 metri di profondità, rocce impermeabili con delle fratture che preannunciano un acquifero importante dove pensiamo fare ulteriori sondaggi».

Ipotesi che solleva il problema dell’assenza di un piano regionale regolatore generale degli acquedotti e, più di tutto, la definizione dei pozzi strategici o di profondità e, quindi dove, quando e come attingere.

«Comunque – tranquillizza Paolo Raffaelli, il presidente del Consorzio Gorgovivo – ribadisco che Gorgovivo non ha problemi d’acqua ma abbiamo preso due provvedimenti in linea programmatica per essere pronti in caso di siccità e far fronte ai cambiamenti climatici che richiedono di intervenire celermente con infrastrutture e conoscenze reali. Per il monitoraggio abbiamo la convenzione Gorgovivo 4.0 con la Politecnica delle Marche che ci consentirà di conoscere in anticipo la produttività delle sorgenti sulla base dell’andamento del clima e delle piogge; per il potenziamento, questo studio approfondito di fattibilità».
Véronique Angeletti@civetta.tv

con il supporto operativo di Giannetto Guerrini

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