Merita di più quella mostra di Cerreto

20150920_125034 (1)Cerreto d’ Esi – Ci sono iniziative intelligenti che aiutano un territorio a ritrovare la propria Storia. Utilizzano il quotidiano dimenticato della sua gente per educare le giovani generazioni. Per far capire che non sono altr20150920_121904 - Copiao che eredi di pace, di libertà, di umanità conquistate a caro prezzo. Un monito per la memoria collettiva, soprattutto di questi tempi, dove c’è chi nega guerre ed atrocità e chiude le proprie frontiere. Rientra fra queste l’iniziativa firmata dal Gruppo Archeologico Alta Valle Esino (GAAVE) che, in occasione della 77esima Festa dell’Uva di Cerreto d’Esi, ha allestito una mostra sui cento anni della prima guerra mondiale, sopra la cantina Tartaruga, all’interno del Castello. Una mostra che ha avuto un discreto successo di pubblico ma che, per la qualità del suo racconto e dei cimeli raccolti, meriterebbe di avere uno spazio tutto suo e magari permanente.
Mostra 1“Nelle nostre zone”, racconta Antonio Ciarabalà , curatore della mostra e membro del Gaave, “esistono dei campi dove si addestrava chi è andato al fronte per combattere e dove, tuttora, si possono ancora trovare bossoli. Da noi non esistono veri e propri luoghi di battaglia, ma il fatto stesso che gran parte di quanto esposto è stato dato da famiglie che vogliono sia ricordato chi ha combattuto per noi, fa di questa mostra un importante  momento di storia del comprensorio”. Tanti i dettagli esposti. Di quelli che fanno colpo e Mostra 2danno un’idea dell’inferno in cui hanno vissuto questi soldati, per la maggior parte contadini e che soldati non erano. Oggetti che parlano di morte, come la lapide dei caduti (38) di Cerreto d’Esi, e ricordano che la prima guerra mondiale fu la prima ad utilizzare la chimica, una guerra di trincea testimoniata da elmetti forati, schegge di bombe, bossoli e proiettili. Ci sono anche oggetti di vita quotidiana, come tubetti di pomodoro, scatolette di cibo arrugginite, o la gamella bucata con la baionetta per grattugiare il formaggio. Poi, ci sono i medicinali, le medaglie al valore e le medagliette votive per invocare la protezione dei Santi; le lettere, le cartoline, i fonogrammi, la propaganda illustrata nelle prime pagine dei giornali dell’epoca e le mappe, dove si vedono 20150920_121548 - Copiaposizionate in prossimità del Carso, la zona più calda, le brigate delle Marche, dell’Ancona e della Macerata, che accorpavano i soldati provenienti dalla stessa città.  “Il nostro intento – commenta David Grillini, il presidente del Gaave – è di rendere pubblica questa collezione e di ampliarla. Abbiamo anche tante altre idee. Per il momento rimaniamo ancora per un pò di giorni, poi si vedrà.”

20150920_113652 - Copia Intanto la sezione fabrianese dell’Associazione Nazionale Bersaglieri ha fatto un bellissimo regalo alla mostra. Un dono consegnato dal presidente Enrico Agostinelli, la copia del foglio matricolare20150920_122236 del bersagliere Bergoglio, ossia il nonno di Papa Francesco, aggregato nel battaglione Asti e ritrovato da Don Leopoldo Paloni e consegnato l’anno scorso al Papa in persona. La mostra è visitabile in via Carlo Carloni, al n° 4, previo appuntamento telefonando ai numeri 3388126163 – 3343004942

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

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