Pagina vergognosa della Storia d’Italia o sagezza del Senato: intanto l’aggregazione non si fa

Il distacco-secessione di Montecopiolo dalle MarcheMontecopiolo – Per quelli del “Sì alla Romagna”, il Senato l’8 ottobre scorso ha scritto una pagina “vergognosa” che avalla “il più grande sequestro di cittadini” della storia d’Italia; per quelli del “No”, non è altro che la dimostrazione «della saggezza di un’aula consapevole che non può sostituirsi alla volontà reale dei cittadini». Anche sull’interpretazione del rinvio alla commissione Affari costituzionali da parte di 165 senatori (101 no e 1 astensione) del disegno di legge, approvato dalla Camera, per il passaggio alla provincia di Rimini dei comuni marchigiani Montecopiolo e Sassofeltrio, i due comitati dà la sua interpretazione. Unica costante: sia quelli del “Sì” che quelli del “No” sostengono che sapevano che «sarebbe finito così».

Elio Corazzini , Serafina Lorenzi, Carla Guidi, moglie del sindaco Mazzocchetti (1985- 1995) e Renzo Pisani del Comitato del Si alla Romagna

Elio Corazzini , Serafina Lorenzi, Carla Guidi, moglie del sindaco Mazzocchetti (1985- 1995) e Renzo Pisani del Comitato del Si alla Romagna

Per Agostino d’Antonio, tra i coordinatori del “Sì”, l’ennesimo slittamento nasce «dal nuovo rapporto di forza all’interno del governo. Il ritorno alla stessa commissione che da mesi ha sviscerato il caso con audizioni e pareri rientra in una procedura che non fa una piega dal punto di vista legislativo ma dal punto di vista politico dimostra che il Pd si è imposto al M5S».

Mauro Baldacci, tra i coordinatori del “No” non ci vede uno slittamento di decisione ma un rinvio vero e proprio.

«È il Senato – commenta – che dice alla sua propria commissione che non ha indagato abbastanza e che deve

Mauro Baldacci del Comitato del Si nelle Marche

Mauro Baldacci del Comitato del Si nelle Marche

approfondire. Si è espressa una maggioranza direi di “buon senso” come dimostra il voto trasversale dei senatori a cui hanno aderito anche esponenti di Fratelli d’Italia. Non se la sono sentita di ratificare un referendum fatto 12 anni fa». Insomma quello che è per il “Sì”, un «maxi sequestro di persona», per il “No” è solo un «assurdo psicodramma».

Baldacci ha anche dubbi sulla rappresentatività dei sindaci di Montecopiolo e di Sassofeltrio.

«Il Senato ha ascoltato la volontà dei cittadini che con le ultime raccolte di firme hanno manifestato di avere cambiato idea ed è stato più all’ascolto degli abitanti dei sindaci».

Infine, se per il “Si” è un altro modo di «congelare la decisione», per chi vuole rimanere nelle Marche «è tener conto che il corpo elettorale è cambiato». E il referendum fra poco festeggia il suo 13esimo compleanno.

Véronique Angeletti@civetta.tv

Montecopiolo diviso tra i “SI” di chi vuole andare in Romagna e i “NO” di chi si vanta di essere marchigiano