Sgarbi torna a Jesi e scopre il “Sassoferrato”

sgarbiVittorio Sgarbi torna a Jesi, città riempita di apprezzamenti già la corsa estate e ‘scopre’ un’altra opera di prestigio, all’interno del Museo Diocesano stavolta.
E’ approdato in città la vigilia di Natale per conoscere da vicino il progetto dell’ingegner Gennaro Pieralisi che da anni sogna di donare alla città un museo virtuale sull’imperatore ‘jesino’, Federico II, museo che dovrebbe essere allestito entro l’anno.
Poi Sgarbi, accompagnato dal vescovo Gerardo Rocconi, si è soffermato sul Duomo e sull’Episcopio. E infine si è fatto accompagnare al museo diocesano, sempre in piazza Federico II, fin sotto nei depositi museali. Dimostrando grande interesse per la città di Federico II dove (nella Pinacoteca di palazzo Pianetti) è conservato un Pomarancio del 1609 scoperto in passato proprio da Sgarbi a villa Pianetti di Monsano.
La certezza assoluta non c’è ancora ma il noto critico d’arte davanti alla «Sacra famiglia con San Giovannino», fino a qualche minuto prima copia anonima dell’originale di Raffaello, ha esclamato: «Ma questo è il Sassoferrato!».
Giovanni Battista Salvi detto «Il Sassoferrato» (1609- 1685), esponente dello stile barocco è spesso ricordato semplicemente col nome del suo paese di nascita: Sassoferrato. Sgarbi ha subito chiesto di avere una diapositiva dell’immagine che riproduce La Madonna con San Giovannino, Gesù, Sant’Anna e San Giuseppe, per studiarne i particolari e arrivare così alla certezza che, a dipingere quella splendida tela, sia stato proprio «Il Sassoferrato».
Allievo di Domenichino a Roma, l’artista seicentesco si formò anche sulle opere marchigiane di Lorenzo Lotto e Orazio Gentileschi. La «Sacra Famiglia con San Giovannino» era ammirata da tutti per la grande somiglianza all’originale: la tela di Raffaello Sanzio conservata al museo nazionale di Capodimonte (Napoli).
Sgarbi è innamorato di Jesi, definita da lui stesso «La capitale delle Marche», a giugno scorso quando è stato protagonista di una visita guidata e di una conferenza a palazzo Pianetti.