80.000 euro di danni, sull’incendio del fienile si indaga

incendio 3Pergola  – Si sospetta il  dolo per l’ incendio che, in località Fenigli, ha distrutto oltre 200 quintali di fieno, un capanno e un mezzo di un’azienda agricola.   Sul posto i vigili del fuoco di Cagli e Pesaro, gli uomini del Corpo Forestale e i C arabinieri di Pergola.  L’allarme è stato dato dai proprietari dell’azienda agricola che abitano vicino al capanno. Il tempestivo intervento dei soccorritori ha limitato i danni ( comunque molto ingenti,  si calcola intorno agli 80.000 euro)  impedendo che l’incendio si estendesse alle zone vicine, complice anche il gran caldo.  Per Pergola sii tratta fortunatamente di un evento abbastanza eccezionale. Incendi così vasti non si verificano  tanto spesso e in tempi recenti c’erano stati solo dei focolai, prontamente segnalati e neutralizzati grazie anche ai gruppi di protezione civile, oltre alla Guardia Forestale di Pergola e ai carabinieri. Eccezionale anche il periodo di siccità, appena mitigato da un  temporale nel pomeriggio di giovedì, che non ha modificato la situazione. Domato l’incendio dopo  ore di lavoro. Indagini in corso.

Giuseppe Milito

Riflessioni…

incendio 4Pronto incendio : 115 o 1515

Mai dare per scontato che qualcuno ha già fatto uno di questi numeri.

Avvertire è un dovere. 

E’ iniziato il periodo di  massima pericolosità per gli incendi boschivi nel nostro comprensorio. Pertanto spetta a tutti i cittadini, e non solo ai gruppi della Protezione civile, fare da vedetta. Ovvero segnalare tempestivamente ogni avvistamento di colonne di fumo . Soprattutto nelle aree collinare e montane.  In ogni caso da indagini condotte dal Servizio Antincendio del Corpo Forestale dello Stato,  all’ origine degli incendi boschivi, meno del 2% sono attribuibili a cause naturali. Nella quasi totalità dei casi, c’è dolo od è colpevole l’uomo.

Comunque è buona norma:

  1. non accendere fuochi fuori dalle aree attrezzate quando si fanno gite fuori città;
  2. non gettare mozziconi di sigaretta o fiammiferi ancora accesi neppure nelle aree verdi e chi fuma in macchina deve ricordarsi che esistono i portacenere;
  3. non parcheggiare le automobili in zone ricoperte da erba secca, perché potrebbe prendere fuoco a contatto con il calore della marmitta;
  4. non bruciare le stoppie a scopo di pulizia. Si possono bruciare i scarti dei lavori forestali avvertendo il locale comando di stazione forestale entro le 48 ore precedenti, e l’operazione deve svolgersi  in assenza di vento ed in giornate particolarmente umide, circoscrivendo il terreno ed isolandolo con mezzi efficaci ad arrestare il propagarsi del fuoco. Il fuoco deve essere sempre custodito, chi lo accende è personalmente responsabile degli eventuali danni che ne possono derivare. Anche ripulire i pascoli con l’uso del fuoco, è vietato nel periodo estivo.

 

Cosa rischia chi provoca un incendio:

incendio 2Le indagini sono affidate a squadre specializzate del Corpo Forestale dello Stato che lavorano con il metodo giuridico-scientifico delle evidenze fisiche (M.E.F.) Chi, in violazione delle prescrizioni, adotta comportamenti che possono innescare incendi di bosco, rischia sanzioni fino a 10.000 euro e sotto il profilo penale  reclusione da 4 a 10 anni, se l’incendio è provocato volontariamente in maniera dolosa;  reclusione da 1 a 5 anni, se l’incendio viene causato in maniera involontaria, per negligenza, imprudenza o imperizia. Oltre alle sanzioni penali, chi provoca un incendio può essere incendi-330x206condannato al risarcimento dei danni che possono raggiungere cifre anche molto elevate. Sotto il profilo delle indagini – conclude Bastioni – è importante sottolineare il metodo giuridico-scientifico delle evidenze fisiche (M.E.F.), utilizzato dalle squadre specializzate del Corpo forestale dello Stato, che lo impiega per accertare le cause colpose o dolose degli incendi, il punto d’innesco e le conseguenti attribuzioni di responsabilità.

Per approfondire sul ruolo del Corpo Forestale dello Stato

Tecnologie e leggi non possono però sostituirsi al rispetto del bosco e della natura, alla cultura della legalità nell’uso del territorio e delle sue risorse. Perché la natura non è solo il paesaggio, non è semplicemente quello che si vede, ma contiene la storia dell’umanità!

Questa frase, così importante, è il perno su cui il Corpo Forestale poggia le spiegazioni sulla centralità del suo ruolo nella difesa dei boschi dagli incendi, sia per le attività di prevenzione e contrasto del fenomeno, sia per quelle di spegnimento e repressione dei reati.
I servizi preventivi di controllo del territorio e l’attività investigativa sono svolti dai Comandi Stazione, dal Nucleo Investigativo Antincendio Boschivo (NIAB) e dai Nuclei Investigativi di Polizia Ambientale e Forestale.
Il Corpo forestale si occupa inoltre del monitoraggio delle aree percorse dal fuoco e degli accertamenti conseguenti gli incendi boschivi. In particolare: registra gli ettari , descrive la vegetazione danneggiata, * rileva le parti di territorio attraversate dal fuoco, individua le motivazioni dei responsabili, arresta gli incendiari.
Con l’introduzione del reato di incendio boschivo,  che ha inasprito le pene per le condotte illecite volontarie e per alcune colpose, il Corpo ha un ulteriore strumento per contrastare con maggiore efficacia il fenomeno. Il Corpo forestale dello Stato è impegnato anche nell’attivitòà di informazione ed educazione volta a orientare il cittadino verso comportamenti che salvaguardano il nostro patrimonio naturale. http://www.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/313

Véronique Angeletti

 

e tanto per ricordare insieme quel maledetto luglio 2007 quando il Catria era in fiamme e il borgo di Frontone isolato,,,

FRONTONE – L’inferno a Frontone è realtà. E a quanto pare ha anche le sue legge: quelle della stupidità, sicuramente della cattiveria e forse anche della pazzia. Sarà compito dei Ris, degli uomini della scientifica del corpo forestale dello Stato che, buona parte della mattinata di ieri hanno perlustrato le zone di partenza dei roghi, a stabilirlo. E dei roghi ne hanno analizzati tanti. Forse troppi per essere una reale coincidenza. Ci sono quelli di Fontebella e della strada che porta al borgo storico che tra domenica e lunedì hanno completamente incendiato il monte del Castello. E poi i due roghi di lunedì pomeriggio che hanno investito la parte più nascosta del Catria e tuttora tengono a scacco i vigili del fuoco costretti a giocare d’astuzia con il fronte del fuoco ed i suoi pennacchi per proteggere case e centri abitati.

Era da poco passato le 17 quando due turisti tedeschi sono riusciti a lanciare l’allarme. Due fuochi distanti l’uno dell’altro di non più 300 metri che si sono accesi sul lato della strada provinciale, tra i  borghi di Foce e di Caprile, nello stesso momento. Fuochi che rafforzati dal vento infido e capriccioso seguiranno i rilievi della montagna ed in solo due ore si ricongiungeranno circa 400 metri più in alto, e a mezzanotte, oltrepasseranno la cima del Monte Schiopettino risparmiando per fortuna sull’altro versante l’Eremo della Madonna dell’Acqua Nera. Poi, nella notte, s’incendia parte della Valle del Traforato, Ronco Baroncio, le Balze di Genga Caprare. Tutta la giornata di ieri 4 mezzi dei vigili del fuoco hanno dovuto tenere a bada le fiamme dell’abitato di Caprile e altre unità, sotto la supervisione del vice questore aggiunto Maurizio Catoi del commando provinciale della Guardia Forestale, aiutato da Maurizio Tanfulli, il botanico della CM del Catria Cesano e da Maurizio Celli dell’Azienda Speciale del Catria, studieranno un piano di protezione per impedire al fuoco di propagarsi e di scendere in direzione della Valle del Mandrale e di Buonconsiglio. “Stiamo facendo di tutto per arginare il fuoco, commenta il dott. Catoi. La violenza del fuoco è legato al vento ma soprattutto alla straordinaria siccità del territorio. Un inverno clemente, una primavera poco piovosa, un estate rovente spiegano tante cose. E poi –  aggiunge – per fortuna che la montagna è curata con la professionalità delle Comunanze Agrarie.”

Da una prima stima, fino a ieri sono andati in fumo circa 650 ettari di bosco ed altri 20 ettari intorno al castello. Un danno che l’ambiente metterà anni per riparare. Sembra che i branchi di mufloni, di cinghiali, di daini e anche di caprioli che avevano il loro habitat proprio in quella zona si siano salvati. E’ rimasto impresso il racconto di Sara, animatrice della Pro Loco di Frontone, che ha visto un leprotto fuggire dal sottobosco, fermarsi, ed incurante dei curiosi, prendere il tempo di scrollarsi da dosso fuliggine e fumo,  per poi scappare con gran velocità nell’aperta campagna ! Impressiona il lavoro senza sosta dei vigili del fuoco. Quelli di Urbino, di Pesaro, di Cagli, in turno per dodici, diciotto, ventiquattro ore che da giorni girano come trottole. Stessa identica situazione per le guardie forestale.E poi ci sono i volontari. Quelli della Protezione Civile e gli altri. Quelli della porta accanto che per identificarsi mettono il giubbotto catarifrangente obbligatorio delle loro macchine e aiutano ai bivi, a monitorare le strade, a badare alle case.

Véronique Angeletti, Corriere Adriatico, luglio 2007

 

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