La porta della “casa dei misteri”

received_928145467231480Scheggia – Sul Corso, Via Roma, s’affaccia una bella casa, d’origine tre-quattrocentesca, con caratteristico ed elegante porticato esterno. L’abitazione, che la tradizione vuole essere stata una stazione di posta per cavalli, presenta, esternamente, il resto d’un bell’arco medioevale in pietra rosata, mentre, all’interno, nel piano seminterrato, una grande volta, in pietra arenaria, sorregge tutto quanto l’impalcato murario.

“La porta d’accesso al lato occidentale dell’abitazione – come afferma l’attuale proprietario – dev’essere originaria o poco successiva alla costruzione dell’edificio, poiché essa presenta, nella porzione medio-alta, tutta una curiosissima serie di intagli dalle forme e dimensioni più disparate”. Si tratta, prima di tutto, di ferri di cavallo, quasi ad indicare l’uso, diciamo così, equestre, della dimora, ma, anche, forse, quello misterico, testimoniato, quest’ultimo, da piccole croci patenti, tipiche Casa dei misteridell’epoca medioevale e di ordini religioso-cavallereschi, come i Templari (i quali avevano una loro importante sede, quella di Perticano, nel territorio scheggino). Eppoi, sigle: ricorrente il digramma FB, e, singolarissima, una sorta di P maiuscola rovesciata a larga base. La casa, ora di proprietà dei signori romani Franco Filippini e consorte Lietta Custodi, fu oggetto di uno studio da parte dello zio di quest’ultima, il noto Colonnello dell’Esercito e Commendatore Valerio Vivani. Uomo di profonda cultura, appassionato e competente cultore di storia ed archeologia, Valerio Vivani sarebbe stato il primo a rinvenire i geroglifici nel deserto tra Libia e Tunisia, ancora prima dell’archeologo francese cui viene, generalmente, attribuita la scoperta.

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