La Forza del “No” dei Montanari di Montelago

collageSassoferrato – Il “no” è chiaro, netto e pure deciso. E’ un “no” a chi vuole abusare del paesaggio,  lo deturpa a scopo personale e rischia di provocare  danni irreversibili. E’ un “no” che ha la forza di un’intera comunità che si proclama “indignata” perché non riesce a vedere un segno di progresso nella pala eolica della società agricola La Santoreggia a Pian Cerreto sul Foria, il monte che svetta di fronte al paese. Un “no” che ha il suo peso quello della Comunanza Agraria di Montelago e manifesta il sentimento d’abbandono d’intere famiglie che non si fidano più dell’Amministrazione e del Sindaco Ugo Pesciarelli.
Ragione per cui, nel dubbio, prima che scadesse l’iter autorizzativo, il 5 settembre scorso, hanno inviato al Municipio delle diffide a non autorizzare l’impianto e chiesto alle associazioni a difesa dell’ambiente come Italia Nostra, Wwf e Lupus in Fabula di fare altrettanto. “Ci accusano di essere montanari ignoranti – ironizza Paola Bettini, la porta voce della comunità – ma in una classifica dove rientrano corrotti e collusi, penso che dobbiamo essere molto bene in classifica” . Poi chiarisce:  “Non è vero che siamo quelli del “no” a tutto. Abbiamo semplicemente un’idea di sviluppo legata all’agricoltura, all’allevamento e al turismo. E’ in questi settori che chi investe ci troverà al suo fianco“.
Sono arrabbiati “i montanari” di Montelago. Lo sono così tanto  che la conferenza stampa convocata dalla Comunanza Agraria, sabato 12 settembre, alla sala Avis, ha il pubblico delle assemblea di paese. Purtroppo quelli della Stampa sono poco presenti, distratti da eventi nella città della carta e a Frasassi, forse convinti che dopo tutto è un ennesimo fenomeno Nimby – acronimo inglese per Not In My Back Yard, letteralmente “Non nel mio cortile” (ndr). Dopo tutto è  solo un mini eolico, di potenza installata che sfiora i 60 Kw, un’unica pala e a servizio di un’azienda agricola e addirittura di un progetto di fattoria didattica che si abbina al recupero a Monterosso stazione di un mulino.
Eppure quello che si sta svolgendo a Montelago merita attenzione perché ha le carte per creare un precedente amministrativo che fornisce un’interessante interpretazione alla procedura semplificata (Pas), favorita dal recente decreto Sblocca Italia.
Per capire come il decreto semplifica e accelera le procedure, un po’ di cronostoria amministrativa s’impone. Appena presentato il progetto della pala eolica su Pian Cerreto, firmato della Emis, srl di Catobagli specializzata nelle energie rinnovabile, dopo essere transitato in Provincia, parte quasi subito in Regione per essere sottoposto alla procedura di valutazione ambientale (Via). Una procedura complessa, meticolosa ed esosa che sembra tagliare le gambe, in questo caso “il palo” all’aerogeneratore. Per il Comune si tratta solo di dare un parere di conformità urbanistica e siccome il Piano Regolatore sull’area non pone vincoli, l’ufficio tecnico comunale non può che dare un parere positivo. Dal punta di visto politico, però maggioranza e minoranza si schierano affianco a Montelago. Ed il paesaggio diventa il marchio di fabbrica del paese. Poi, arriva il Decreto Sblocca Italia che autorizza  questa volta a nome della società proprietaria dei terreni,  la società agricola Santoreggia, a presentare l’autorizzazione all’installazione dell’impianto al Suap, lo Sportello Unico per le Attività Produttive comunale, con una procedura abilitativa semplificata, la Pas,  più snella e particolarmente rapida.
Con la Pas, il progetto deve essere presentato al Comune almeno 30 giorni prima dell’inizio lavori, accompagnato da una dettagliata relazione, a firma di un progettista abilitato, e dagli opportuni elaborati progettuali, attestanti anche la compatibilità del progetto con gli strumenti urbanistici e i regolamenti edilizi vigenti, nonché il rispetto delle norme di sicurezza e di quelle igienico-sanitarie. Procedura per cui vale il meccanismo del silenzio assenso: ossia trascorso il termine di 30 giorni dalla presentazione della PAS senza riscontri o notifiche da parte del Comune è possibile iniziare i lavori. Il che calato nel caso della pala eolica di Pian Cerreto, una volta acquisito il parere idrogeologico della Provincia, richiesto espressamente dal Comune, fa che la società agricola Santoreggia ha dal 6 settembre l’autorizzazione in tasca. Il progetto è tale quale a quello che si era affacciato in Regione cambia solo il nome del proprietario, che sono anche i co-titolari della Emis srl.
Ed ecco affiorare tutte le ragioni per cui la battaglia di Montelago fa notizia e ha le carte (bollate) per creare un precedente amministrativo. Ossia innanzitutto se il silenzio-assenso dell’ufficio tecnico comunale, forse alla base dell’autorizzazione alla Santoreggia, poteva non tener conto del parere, non richiesto dal Comune, della Soprintendenza regionale coinvolta però dalla gente di Montelago? Poi, è possibile che la Procedura Semplificata superi i requisiti di Via richiesti dalla legge regionale? Infine siccome qualsiasi ufficio comunale non può essere sufficientemente attrezzato per esprimere un parere ambientale di quest’importanza, perché il Comune non ha avvertito “l’obbligo amministrativo” di rivolgersi direttamente in Regione per ottenere un parere completo?
Insomma, per le famiglie di Montelago, esistono una serie di “precauzioni” amministrative che il comune di Sassoferrato non avrebbe voluto utilizzare seppur suggeriti in una riunione specifica.
Oggi, la battaglia è in corso. Ed è insolita perché è una battaglia di posizione e perdura già da una settimana. Da una parte la certezza che l’iter della Pas è arrivato al suo termine e dunque che la Santoreggia ha l’autorizzazione in tasca. Dall’altra l’incognito. Perché il fatto amministrativo in realtà ancora non c’è ed il conflitto tra Montelago ed il Sindaco ancora non esiste. Unica cosa tangibile finora, il cartello di inizio lavoro messo a Pian Cerreto dalla Santoreggia, che però manca di credibilità. Contiene addirittura una data che non coincide con nessun calcolo amministrativo.cartello 1
Il nodo è nelle mani del Comune da cui non trapela nessun informazione su cui si basa l’autorizzazione e dunque rende impossibile prevedere come il permesso regga eventuale verifiche. Non si sa nemmeno se l’autorizzazione è il frutto del silenzio-assenso del Comune e dunque se veramente l’ufficio tecnico non abbia utilizzato il parere negativo della soprintendenza delle Marche e quello della sua consorella umbra. Il no della Soprintendenza, è un no condizionato che non esclude di rivalutare il progetto se modifica il posizionamento della pala ma non può non considerare che la pala a Pian Cerreto è visibile in un raggio di due chilometri e mezzo. Un paesaggio incontaminato che appartiene al Monte più alto della provincia di Ancona, fa parte del paesaggio cantato da Dante, di quello del Parco regionale del monte Cucco, ed  entra nella visuale di monumenti importanti.
Essere montanari ignoranti è un vanto – corregge Adriano Mei, l’uomo dei comitati in rete. E’ stato chiamato dalla Comunanza Agraria per aiutarla a districarsi nei meandri delle procedure. “Ignoranti significa anche non sapere ma pure essere caparbi . Se il silenzio-assenso si basa su un’omissione, è semplice, l’autorizzazione non vale”. Per Adriano Mei, il Comune di Sassoferrato non ammettendo il parere della Sovrintendenza delle Marche, avvertita su segnalazione dalla Comunanza Agraria, ma che ha emesso parere  dopo aver ricevuto il dossier del progetto direttamente dall’ufficio tecnico comunale, ha omesso la questione del paesaggio.  Insomma, il Comune non avrebbe tenuto conto di un valore unico, immateriale e protetto dalla Costituzione. “L’amministrazione – conclude Mei – non può autorizzare l’inizio lavori per delle ragioni morale, politiche e giuridiche”. Poi avverte: “Per le famiglie della  Comunanza di Montelago non è una dichiarazione di guerra. Siamo tutti ancora in una fase propositiva e tutti siamo a disposizione dell’Amministrazione. E’ importante capire che nessuno si sente avvilito perché abbiamo le armi giuste per reagire. Ma il peggio è che, in caso di conflitto, il danno per la gente di Sassoferrato sarà ben più grave che per quella del paese di Montelago”. Danni che si misurano in soldi, perché la borsa è di tutti i Sassoferratesi e andrebbero a carico del bilancio comunale.

Véronique Angeletti

Per approfondire…

File audio della conferenza stampa del 12 settembre organizzata dalla Comunanza Agraria di Montelago alla sala Avis (inizio dal minuto 3.10).

 

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