Tra Costacciaro e Matelica, un legame storico

12008394_931195593593134_823283771_oCostacciaro – Un’indagine rivela rapporti storici insospettati tra Costacciaro e Matelica nel corso dei secoli. Scoperta l’identità illustre dell’autore d’una tela settecentesca in una chiesa di Costacciaro. All’interno della sagrestia d’una delle più vetuste chiese di Costacciaro si trova, firmata e datata sul retro, ma necessitante d’urgenti restauri, una bella tela settecentesca di grandi dimensioni. Il quadro raffigura la Madonna Assunta in Cielo, insieme a Gesù e Angeli ed è opera d’un bravo quanto oscuro pittore dell’aggraziata città marchigiana di Matelica, nel Maceratese: tale Filippo 12005846_931195710259789_1431251374_oAdriano Conti, che la “inventò e dipinse nell’Anno del Signore 1787”. Fu l’allora priore della locale Confraternita dei Bianchi, o del Gonfalone, il francescano padre maestro Francesco Venturi, a commissionare, al citato pittore matelicese, il sopraddetto dipinto. Ma, perché mai padre Venturi avrebbe dovuto scomodarsi nell’andare a chiamare un, pittoricamente, “signor nessuno” nella, ai tempi, ancor lontana Matelica, quando, egli stesso,, poteva benissimo ingaggiare un qualche valente e noto pittore, ad esempio, nella vicina Gubbio? A ben vedere, però, è possibile che Filippo Adriano, di Matelica fosse solo 12015483_931195746926452_169882428_ooriginario, ma con ascendenze familiari illustri: nientemeno12030733_931197303592963_361667956_nche i Conti Ottoni, Signori della città. Ipotizzo, infatti, che egli fosse nato, a Costacciaro, dai discendenti di Pirro Ottoni, l’ultimo “Gran Signore” matelicese, il quale, probabilmente per la perdita del potere, si trasferì nel nostro castello eugubino, dove, trovato alloggio e riparo presso il fratello e capitano Ettore Ottoni (“Hectoris de Matelica”, ivi stanziato, almeno, dal 1564), acquisì case e terre, sul finire del XVI secolo. I discendenti costacciaroli degli Ottoni, maschi e femmine, ebbero, inoltre, molto a che fare con le confraternite di Costacciaro, tanto che, il 22 novembre 1635, Virginia Ottoni risultava, addirittura (circostanza assai rara per una donna!), priora della Società della Misericordia, o della Morte, detta “La Nera”. Quindi, per tutto quanto sopra esposto, la firma del pittore, sul retro della tela, andrebbe riletta in questo modo: “Filippo Adriano dei Conti (Ottoni) di Matelica”. Matelicese in tutto, questo pittore, a 12020614_931195680259792_1558112370_ocominciare dal nome Adriano, martire e patrono di Matelica, per continuare col soggetto sacro della sua rappresentazione: l’Assunta in Cielo, per la quale Adriano Ottoni doveva, forse, nutrire una vera e propria, specialissima, venerazione. A Santa Maria Assunta, infatti, è consacrata, sin dal 1785, la Chiesa Concattedrale di Matelica, dove si trova una bellissima pala d’altare di medesimo soggetto sacro. Con il consenso del parroco di Costacciaro e l’augurabile coinvolgimento degli ambienti culturali di Matelica, forse lo stesso quadro di Costacciaro (che dovette probabilmente costituire, per un certo qual tempo, la pala d’altare di tale medesima chiesa costacciarola di Santa Maria Assunta in via Nova, oggi conosciuta con il più semplice nome de “La Bianca”) potrebbe, così, essere restituito al suo primitivo decoro e splendore.

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