Scuola, lettera aperta dei cittadini di Scheggia

SCHEGGIA – “Si porta a conoscenza di tutti i genitori – affermano i cittadini di Scheggia in una lettera aperta –  che le amministrazioni comunali di Scheggia e Pascelupo e Costacciaro stanno proponendo un progetto di accorpamento delle sedi scolastiche secondo il seguente schema: scuola primaria (ex Elementari) a Scheggia Capoluogo, scuola secondaria di 1° grado (ex Medie) a Costacciaro.

Questo gruppo di genitori è contrario a tale progetto perché considera la presenza di ambedue segmenti scolastici in ciascun paese, vitali e indispensabili presidi di crescita culturale e sociale di una comunità. I nostri due paesi sono già fortemente penalizzati, soprattutto in questi anni di crisi economica, nel settore del lavoro e in altri settori di vita come viabilità e sanità, e ora, se si dà seguito a questo progetto, si accelererà anche il processo di spopolamento perché le giovani famiglie, mancando anche le scuole, non avranno motivo di permanenza e cercheranno altre sistemazioni.

A nostro avviso, se viene posta una particolare attenzione ai territori di montagna una ragione ci deve pur essere ed è su quest’attenzione che bisogna far leva per valorizzare le realtà scolastiche presenti nei due paesi in modo di farne delle vere eccellenze, quali, peraltro già sono. Infatti è stato ampiamente dimostrato, anche nella riunione tenuta a Costacciaro il 10 u.s. (Intervento del prof. Gioia), che i ragazzi che frequentano ambedue le scuole non sono da meno (Potremmo fare nomi e cognomi) di quelli che frequentano scuole che qualche famiglia qualifica, senza alcuna competenza didattica, di livello superiore.

Nella citata assemblea di Costacciaro, sia la dirigente scolastica che gli insegnanti presenti hanno scacciato lo spauracchio delle cosiddette pluriclassi (che poi non sono delle vere e proprie pluriclassi), lodando l’impianto funzionale che attualmente è attuato nei plessi perché non pregiudica affatto l’apprendimento. Anzi, con la presenza di varie fasce di età in determinati momenti di lezione, si partecipa il ‘sapere’ e si migliora tutti, perché si socializza meglio e si cresce insieme, e con meno alunni si può quasi parlare di lezioni ad personam: una classe eterogenea non solo è più giusta, ma anche più efficace. D’altra parte la moderna pedagogia, non da oggi, propone classi aperte. La fatica maggiore è per gli insegnanti.

Tra i genitori, sono sorte inoltre altre perplessità. La soluzione proposta spingerebbe le famiglie di Scheggia a iscrivere i propri figli a Gubbio e quelle di Costacciaro a Sigillo, non per una questione di diffidenza o campanilismo, ma per praticità e logicità, con la conseguenza negativa di perdere effettivamente le due scuole e certe sicurezze didattiche così faticosamente raggiunte in questi ultimi anni. In questo caso si ritornerebbe inevitabilmente alle “pluriclassi”.

Altre preoccupazioni sono i collegamenti che prevedono percorsi più lunghi e maggior impiego di tempo, addirittura con due centri di raccolta per poi smistare i ragazzi, cosa non certamente didatticamente valida. Anche questo spingerebbe ad abbandonare le nostre scuole per altre… Infine è emersa anche la non completa funzionalità delle aule della scuola di Costacciaro che sono troppo piccole per accogliere classi più numerose e quindi bisognose di ristrutturazioni e la soluzione dei Sindaci potrebbe compromettere anche l’esistenza dell’Istituto Comprensivo.

Considerando che c’è un certo lasso di tempo per prendere una decisione finale, pensiamo che sia cosa valida formare un tavolo di lavoro per formulare una proposta che mantenga i due segmenti scolastici nei due paesi (come da interventi dei professori Pirrami, Gioia e della dirigente scolastica) e che si faccia anche leva sui fondi europei e statali  DPS della ‘politica di coesione territoriale’ 2014/20, come proposto dal maestro Marchese. Per questo invitiamo tutti a presenziare alla prossima riunione del 18 febbraio in modo da portare ai due sindaci le giuste considerazioni ed eventuali proposte propedeutiche alla salvezza dei due paesi”.

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