La Prima A della scuola primaria di Serra Sant’Abbondio aveva scelto il nome Gengo

Consorzio Frasassi la mascotte l'Aquilotto GiottoGenga – Tra le cinque classi che si sono posizionate al top del concorso che ha coinvolto ben 4mila studenti e invogliato al voto su Face book altri 4mila, ci sono ben tre scuole marchigiani con una speciale menzione, a sorpresa, per l’originalità della storia alle IV e V della Primaria di Carassai (AP). (Qui Articolo sul concorso)

Pertanto in finale, si sono presentati storie delle classi II e III della Primaria di Carassai dell’I.S.C. di Montalto delle Marche; della IA della Secondaria di Primo Grado Macerata Feltria e della IA della Primaria di Serra Sant’Abbondio (PU) dell’Istituto Comprensivo Galliano Binotti di Pergola.

Il concorso del "Contest Frasassi 2016"La classe serrana con le maestre Antonietta Sedani ed Elisabetta Rebecchini hanno ovviamente fatto una bellissima foto con l’Aquilotto ma anche letto la storia che ha consentito alla piccola scuola all’ombra del Catria di distinguersi e di essere convocata alla premiazione.

Storia che abbiamo fotografato e che vi invitiamo a leggere…

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

L’Aquilotto “Gengo”

L’Aquilotto Gengo così chiamato perché i suoi genitori si erano situati nel paese di Genga, non trovava più il suo nido.

Lui non se ne voleva andare dal suo paese d’origine e decise di volare, non andava molto veloce perché ancora era piccolo e non era abituato, di solito i suo genitori lo guidavano.

Trovò una grotta con molte persone e decise di aspettare la notte per entrare non facendosi vedere.

Era buio ma lui vedeva perché aveva una vista eccezionale la grotta aveva varie stanze si affaticò e si addormentò.

Si fece giorno nelle grotte iniziavano ad arrivare visitatori e le guide vestite con le stesse divise.

L’Aquilotto si nascose dietro una stalattite e si mise ad ascoltare l’argumento della guida che spiegava delle grotte con dei pilastri di ghiaccio che nel toccarli diventavano neri.

Era una magia della strega alla quale credevano agli abitanti di Genga.

Un giorno arrivò in grotta Fabio un bambino accompagnato dalla sua famiglia.

Vide Gengo e lo nascose nel suo zainetto. ritornati a casa però la mamma lo scoprì.

La mamma volle esaudier il desiderio di Fabio di riportare Gengo nel suo nido.

Nel ritrovare il nido scoprirono anche l’uovo d’oro che fece ritornare le stalattiti nere in un colore bianco candido.

Ginevra Marini

Classe 5°

Scuola Primaria di Serra sant’Abbondio

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