Il “turismo delle radici”, far riscoprire l’Italia agli italiani e italo-discendenti residenti all’estero

turismo delle radici

Turismo – E’ l’uovo di Colombo ma è innovativo. E’ il Turismo delle Radici ossia quello “di ritorno”. Viaggi verso l’Italia proposto ad italiani ed italo-discendenti residenti all’estero, per riscoprire origini e storie familiari, territori di provenienza, tradizioni culturali, prodotti artigianali ed eno-gastronomia.

Da un lato, la Farnesina e la Direzione generale del Turismo italiano mira <<a rafforzare i legami con l’Italia, contribuire alla crescita sostenibile delle realtà regionali, mobilitare risorse per la preservazione del patrimonio immobiliare, storico e culturale del nostro Paese e diffondere il modello “vivere all’italiana”>>.

La strategia rivolge una  particolare attenzione ai più giovani, per la riscoperta dei luogi di origine e la valorizzazione di itinerari turistici meno conosciuti. Si tratta di un segmento dell’offerta turistica dell’Italia con un grande potenziale di crescita e specialmente per quanto concerne la valorizzazione dei “borghi” d’Italia con positive ricadute nello sviluppo economico e delle attività produttive locali.

Il bacino potenziale stimato è grande tra i 60 e gli 80 milioni italo-discendenti, che potenzialmente vorrebbe ristabilire un contatto con il luogo di provenienza familiare e ritrovare un sentimento di appartenenza con i luoghi di origine.

Questa strategia è stata lanciata l’anno scorso dalla Farnesina e dall’Enit e questa settimana, il Tavolo tecnico sul “Turismo delle radici” convocato per la seconda volta alla Farnesina da Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli italiani all’estero della Farnesina, ha cercato di creare una cornice comune di riferimento per delineare una appropriata ed efficace strategia di promozione” turistica dell’Italia.

Il MAECI, Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, “mette a disposizione la rete di contatti all’estero costituita da circa 200 uffici diplomatici e consolari, da più di 80 istituti di cultura, dagli Uffici ICE, dalle Camere di Commercio, dalle organizzazioni di rappresentanza delle comunità italiane all’estro e dalle associazioni di connazionali.

<<Questo – ha sottolineato Vignali – costituisce un canale strategico di promozione se attivato in maniera coordinata. Insieme a ENIT vogliamo individuare innanzitutto gli eventi internazionali più significativi in cui la promozione del turismo delle radici potrebbe avvenire in modo efficace attraverso grazie alla partecipazione sinergica di tutti i soggetti che lo promuovono”>>.

Obiettivo della Farnesina anche quello di “sostenere una strategia di promozione attraverso i canali dell’informazione destinati agli italiani all’estero, dalle agenzie specializzate a Rai Italia ai media in generale, soprattutto quelli che si diffondono tramite il web anche non necessariamente in lingua italiana, e che sono comunque seguiti dagli oriundi e dalle nuove generazioni di connazionali all’estero”.

In particolare, ha annunciato Vignali, “con Rai Italia abbiamo deciso di dedicare una apposita rubrica nel quadro del più popolare programma di intrattenimento per gli italiani all’estero” in onda fuori dall’Europa.

Altre due iniziative saranno sostenute finanziariamente dalla Dgit: la prima, ha detto Vignali, “è la guida al turismo delle radici, per il momento concentrata su itinerari che attraversano quattro regioni, e che speriamo poter ampliare con la partecipazione delle altre regioni e province autonome italiane”. La seconda “è un’iniziativa coordinata di promozione di due diversi territori, le Dolomiti e la Lucchesia, da realizzare in Nord America e rivolta alla numerosa comunità di connazionali e oriundi originari di questi territori”.

Fonte Farnesina e DgtI, Aise