Il brunch nostrano: la marchigianissima Colazione di Pasqua
Il brunch ha un antesignano italiano. È la squisita e straordinaria colazione di Pasqua. Un piccolo capolavoro d’arte culinaria che, una volta all’anno, intreccia il sacro ed antiche usanze pagane e le declina nel buon cibo ed il buon bere.
Sulla tavola imbandita i grandi protagonisti sono le uova sode, i formaggi freschi, le pizze salate, le frittate con le erbe spontanee, le fave ma anche i primi salami stagionati e la coratella d’agnello. Un tripudio di pietanze, eredità del saper fare delle vergare che, con sottili varianti di campanili, rompono il severo digiuno della Quaresima per celebrare la più importante festa del calendario liturgico ma anche acclamare il risveglio della natura.
Un ottimo pecorino Offida con un verdicchio dei Castelli di Jesi oppure di Matelica, insomma un bianco pregiato con una buona gradazione. Per Otello Renzi, enogastronomo e sommelier, ambasciatore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, sono i vini ideali per solleticare le papille gustative e accompagnare le uova benedette, simbolo sacro e pagano della rinascita e del mistero della vita.
L’uovo “porta bene”, usanza persiana che già cinquemila anni fa celebrava la primavera e, in Occidente, nacque nel 1176, quando Luigi VII, di ritorno a Parigi dopo la II crociata, ne ottenne in regalo una valanga tra i prodotti delle terre dell’Abbazia di St. Germain des Près. Uova che furono dipinte e distribuite al popolo.
Nella settimana Santa, la Coldiretti stima che in Italia saranno consumate circa 400 milioni di uova a conferma <<che il consumatore è sempre più attento all’ambiente e alla naturalità degli alimenti poiché le preferisce senza ogm, allevate a terra e biologiche.>>
Una volta le si regalava decorate facendole bollire avvolgendo il guscio di foglioline e fiori a loro volta ricoperti di un velo di cipolla dorata o rossa. Ma era anche un modo per riconoscerle nel gioco della scoccetta. Una sfida in cui vince chi ha l’uovo dal guscio più resistente.
A Sassoferrato, il gioco si svolgerà lunedì di Pasqua a Palazzo Montanari, sede del museo delle Arti e Tradizioni Popolari, scrigno di una cospicua e rara collezione dedicata agli oggetti e all’anima della civiltà contadina e montana. Una novità, nella colazione pasquale saranno presenti i salami di Farmers Terre Sentinati, prodotti all’interno di un laboratorio agricolo sentinate alle pendici del Monte Strega. L’ingresso è di € 7,00 (inclusa colazione, gioco e visita al museo) info 0732 956257.
Otello Renzi consiglia un bicchiere di Riserva di Verdicchio o di Lacrima di Morro d’Alba o ancora di Vernaccia Docg di Serrapetrona, per assaporare il sapore salato e speziato della “Crescia Brusca” detta “Crescia al formaggio” od ancora “Pizza Cascio e oe”.
Il pezzo forte delle Marche. Ha la forma di un panettone, e i suoi ingredienti sono il Pecorino marchigiano e il Parmigiano. Vanta origini jesine e secondo la tradizione necessita di 40 uova, uno per ogni giorno di Quaresima, proporzioni ignorate dalle nuove ricette.
<<La Crescia, che proponiamo nel paese dalle 11 in poi, è il fiore all’occhiello della colazione di Pasqua, mentre il 2 aprile – spiega Giordano Zenobi, presidente dell’associazione Pro Suasa a Sant’Andrea di Suasa, frazione di Mondavio nel pesarese – sarà l’occasione di conoscere anche le fave di Fratte Rosa che presto saranno Presìdio Slow Food.>> Con l’associazione fanese “Duemilamusei” e “Ignoranti di Spessore”, sono gli ideatori ed organizzatori di “Io Nino”, lo strepitoso evento gastronomico e culturale incentrato sul maiale che ogni mese di gennaio, giunto alla sua 17esima edizione, è riuscito a far riscoprire il gusto, a salvaguardare le tradizioni e far crescere una consapevolezza alimentare.
Il maiale che non poteva mancare sulla tavola pasquale, presente con i salumi, quelli che maturano per primi, i compagni di merenda della Crescia al Formaggio. Il Ciauscolo, il salume marchigiano Igp famoso per la sua spalmabilità, aromatizzato con il finocchio, l’aglio e il vino cotto oppure il salame di Fabriano. Ottenuto macinando il prosciutto a cui vanno aggiunti un preciso numero di lardelli e grani di pepe, è prodotto da 25 piccole aziende riunite in un consorzio. Otello Renzi lo abbina ad un Rosso Conero, un Rosso Piceno e al Sangiovese Colli Pesaresi.
Nella città ducale di Camerino invece spicca nella ricca colazione pasquale <<la coratella d’agnella ma anche un tris di frittate a sorpresa a base di borragine, di asparagi – commenta Carlo Croia, il presidente di Art.com, associazione degli artigiani e dei commercianti – saranno al centro della XVII colazione pasquale di Camerino. Si svolgerà il 22 aprile dalle 10.30 al Sottocorte Village in località Madonna delle Carceri e coinvolgerà tutto il nostro tessuto produttivo. Un invito a venire a trovarci e festeggiare fuori porta la Pasquetta.>> Per le frittatine, Otello Renzi consiglia un Falerio Pecorino o un Famoso di Urbino, uva a bacca bianca delle alte Marche pesaresi fortunatamente di nuovo in auge.
Insomma una tavola ben imbandita quella marchigiana che forse pesa nel fatto che al proverbio “felice come un Re” si preferisce dire “felice come una Pasqua”.
Véronique Angeletti@civetta.tv
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