Ozonoterapia, l’arma Covid-19 a disposizione della sanità marchigiana

download (7) L’ozonoterapia, una preziosa risorsa per la lotta contro il coronavirus.

Un’arma in più purché sia somministrata prima che il virus abbia già provocato irreversibili sovversioni vascolari quali trombosi o lesioni delle pareti e degli alveoli. L’O3, la miscela ossigeno-ozono è in corso di sperimentazione all’Università La Sapienza di Roma e all’ ospeale Santa Maria della Misericordia di Udine ma anche in altri poli italiani. Abbinata alle altre terapie studiate da virologi, pneumologi, intensivisti, l’ozonoterapia sta dando risultati incoraggianti e non interferisce con gli effetti dei protocolli finora applicati. Anche in Spagna e in Francia, si stanno raccogliendo dati.

A giorni, in Italia, potrebbe scattare il via ufficiale.

Si prospetta una bella vittoria degli ozonoterapeuti. La Federazione Italiana di Ossigeno-Ozono (FIO) da diverse settimane ne chiede l’applicazione. «L’ossigeno-ozono terapia, o ozono medicale – spiega Lamberto Re, già docente di farmacologia alla Politecnica delle Marche, pioniere della terapia nelle Marche e past president della FIO, – è una miscela di ossigeno arricchita con ozono, un componente naturale dell’atmosfera, che assorbe la maggior parte delle radiazioni ultraviolette provenienti dal sole. In medicina viene riprodotto sottoponendo ad alta tensione un flusso di ossigeno medicale. Si forma allora una miscela di ossigeno-ozono (O2/O3) che ha svariati effetti biologici. È indolore e ha un’azione antibatterica, antivirale, antinfiammatoria, analgesica e dunque può essere impiegato in numerose patologie (ortopediche, vascolari, immunitarie, infettive). Essendo di derivazione naturale  e dunque non ci sono sponsors pronti a finanziare importanti studi clinici ma dai miei studi “in vivo” e dalla mia esperienza so che di aiuto alle cure convenzionali e può essere un’ arma per aiutare a debellare le infezioni di Covid-19».

Purché si intervenga nei tempi giusti.

WhatsApp Image 2020-04-09 at 17.20.40«Ossia prima che si sia realizzato un danno parenchimale irreversibile» – incalza il dottore Paolo Taruschio, ex primario dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Sassoferrato (AN), che nonostante sia in pensione svolge tuttora la professione di medico specialista in anestesia/terapia antalgica e di Riabilitazione Neuromotoria, che, da volontario, rende disponibile la sua esperienza venticinquenale e le sue attrezzature all’Asur Marche per applicare l’O3.

“L’ozono – spiega – è un potentissimo battericida ed è una delle rare sostanze in grado di abbattere la carica virale, di attivare l’immunità cellulare ed umorale, di ridurre i processi di infiammazione, di agevolare il trasporto e l’utilizzo dell’ossigeno nei tessuti interstiziali. L’O3, in chimica, è una forma allotropica dell’ossigeno e quindi una molecola composta dalla stessa sostanza (ossigeno) ma con tre atomi, ecco perché si chiama O3. Ha tre legami chimici anziché 2, uno dei quali estremamente instabile, ed è molto attivo. È proprio questa caratteristica che gli fornisce molti effetti specifici e particolarmente vantaggiosi per contribuire a curare varie patologie».

Le vie di somministrazione più comuni sono intramuscolare, sottocutanea, interarticolare, insufflazione rettale, vaginale e nasale, endovenosa.

«Sono trattamenti estremamente intensivi ma facilmente replicabili e del tutto indolori – ribadisce -. L’ozono viene somministrato attraverso la “Grande Autoemoterapia”. Si preleva una certa quantità (150/200 ml) di sangue da una vena del braccio che, dopo essere stato miscelato con una pari quantità di ozono ad elevate concentrazioni (da 40 a 70 microgrammi/ml), è reinfuso nel sistema venoso».

download (8)Totalmente naturale, priva di effetti collaterali, l’ossigeno-ozonoterapia ha il vantaggio di intervenire a monte del problema. Ha una potente azione antinfiammatoria e antidolorifica che si sfrutta nel trattare patologie ortopediche come la cervicalgia, le tendiniti, la lombalgia, le patologie sportive, le periartriti scapolo/omerali, l’artrosi, l’ernia del disco, le fibromialgie o anche il diabete (facilita l’ingresso del glucosio all’interno della cellula). L’azione antinfiammatoria è dovuta al fatto che l’O2-O3 (ossigeno-ozono) favorisce l’eliminazione dell’istamina, della serotonina, delle prostaglandine, sostanze mediatrici del dolore e dell’infiammazione. In questo caso si usa la tecnica delle infiltrazioni sottocutanee o interarticolari.
In medicina estetica, dove la miscela di O2-O3 è costituita per la gran parte di ossigeno, si usano piccole iniezioni sottocutanee. Aiuta a migliorare la circolazione del sangue, allevia la sensazione delle “gambe pesanti”, e grazie alla sua azione ossidante, attacca gli acidi grassi, perché li frantuma e dunque li rende facilmente eliminabili dall’organismo. Un toccasana per la cellulite e per tonificare la pelle senza reazioni allergiche.

Véronique Angeletti@civetta.tv

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