O il mare o le trivelle

02-trivellazioni-in-adriaticoMare Adriatico e Valli del Cesano e del Metauro – Un altro referendum ma, questa volta, tocca il nostro Adriatico e le nostre valli. Riguarda 459 mila ettari di mare e 208,7 km di terra ferme e mira a fermare “la deriva fossile”.

“In occasione della  conferenza voluta dal Presidente pugliese Emiliano, alla quale hanno partecipato i Governatori delle Regioni del Sud Italia, una delegazione No Triv ha letto e consegnato ai Presidenti regionali un appello congiunto perché i rispettivi Consigli deliberino urgentemente le richieste referendarie accolte già dalla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee elettive lo scorso 11 settembre.

I Presidenti delle Regioni, nella conferenza stampa che ha seguito l’incontro in Fiera del Levante, hanno annunciato il loro “sì” ai referendum.

Le Marche sono affianco alla Basilicata, la Puglia, le Molise, la Sardegna e l’Abruzzo.

Regioni che hanno deliberato la richiesta di referendum abrogativo dell’art. 35 del decreto sviluppo e dell’art. 38 dello sblocca Italia.

Il 29 settembre i quesiti referendari, scritti dal prof. Enzo Di Salvatore,  saranno depositati in Cassazione.

Ora rimane di mobilitare i cittadini al referendum che si terrà in una domenica tra il 15 aprile al 15 giugno 2016. Sarà un voto per rifiutare il ricatto che le attività petrolifere in mare e in terraferma comportano. Tali attività rappresentano infatti un grave attacco ai beni comuni, ad ampi settori ed attività economiche – come il turismo, l’agricoltura e la pesca –, alla possibilità di valorizzare e tutelare le falde acquifere, le filiere alimentari, la salute umana.  Attraverso una costante iniziativa separata ed antidemocratica messa in campo dai potentati lobbystici delle multinazionali, viene portata avanti un’azione volta anche a minare ed a svuotare ulteriormente i poteri concorrenti e la stessa autonomia degli Enti territoriali, riscrivendo il titolo V della Costituzione .

Questo referendum oltre a fermare circa 50 progetti in Italia servirà anche a dare un segnale politico forte al Governo centrale, che serva ad aprire una consultazione transfrontaliera con quei paesi che stanno accelerando le procedure per le concessioni petrolifere nel Mediterraneo.

Non solo l’Italia, ma l’area del Mediterraneo, l’intera Europa, tutti i Paesi del globo, specialmente nell’anno della COP21 per Parigi sui cambiamenti climatici, necessitano di una radicale svolta nell’individuazione di una strada comune per oltrepassare l’era del fossile ed imboccare la prospettiva della pratica e della ricerca concreta per la produzione condivisa e responsabile di energia da rinnovabile pulito.

Comunicato Stampa del Coordinamento Nazionale No Triv

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