Fondazione CARIFAC e UniCam insieme per “Paper World”

Conferenza stampa progetto "Paper World"_02Fabriano – Si è concluso con una firma l’accordo stipulato tra la Fondazione CARIFAC, l’Università di Camerino e la Nest srl per sancire il via al progetto denominato “Paper World”, che prevede attività di sviluppo, ricerca e formazione sul tema della Carta e della Nanocellulosa.
La Fondazione CARIFAC crede nel brand Fabriano città della Carta” afferma il presidente, dott. Marco Ottaviani, sottolineando però quanto sia importante che la città di Fabriano dimostri di essere al passo coi tempi, altrimenti si corre il rischio di rimanere solo come memoria storica del sito produttivo. Per cui la sfida è puntare su un progetto di imprenditorialità innovativo e appetibile sul mercato.
Il prof. Flavio Corradini, rettore dell’Università di Camerino, nell’affermare che il suo Ateneo è impegnato a Fabriano in attività di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico, aggiunge che in questo territorio arrivano giovani da tutta Italia per apprendere e poi ritrasmettere una modalità di lavoro assolutamente innovativa. In particolare “queste attività sono molto importanti, perché Fabriano ha una grande e lunga tradizione relativa alla carta, ma per mantenerla c’è bisogno di innovazione e ricerca. La Fondazione CARIFAC lo sa benissimo, e questo è ciò che faremo. Sulla carta si continua a portare avanti un discorso tradizionale, ma parallelamente si fa attività di ricerca e innovazione proprio sulla tradizione, che così diventa attualità. Il focus dell’innovazione e della ricerca è la nanocellulosa, per sperimentare nuove possibilità applicate alla carta, perché sulla carta Fabriano ha un grosso presidio che sarebbe davvero sciocco non mantenere. L’Università di Camerino c’è per quanto riguarda la formazione di nuove generazioni, c’è per le attività di ricerca, c’è per trasferire al mondo le buone pratiche di questo territorio nel settore della carta, c’è per mettere a disposizione le reti, anche scientifiche. La questione è di peculiare interesse. In qualunque documento programmatico della Commissione Europea viene richiesto ai Paesi membri di impegnarsi nelle cosiddette “smart specializations”: questo significa che tutti i territori sono invitati a lavorare sui settori in cui si sentono forti, ovvero competitivi. La carta è una smart specialization. Noi UniCam, unitamente alla Fondazione, lavoriamo per questo obiettivo, e lo facciamo in maniera prospettica. L’altra questione su cui l’Università di Camerino spinge da tempo è un rapporto pubblico-privato positivo. Su questo argomento il nostro Paese non lesina ostacoli, mentre l’UE spinge in questa direzione. Gli ostacoli vanno rimossi, tutti, ed ecco perché nei nostri accordi abbiamo il pubblico e abbiamo il privato. Pubblico e privato devono lavorare insieme perché sono complementari“.

Conferenza stampa progetto "Paper World". Firma dell'accordo

Conferenza stampa progetto “Paper World”. Firma dell’accordo

Il privato in questo accordo è rappresentato dalla Nest srl. “La Nest – afferma il vice direttore dott. Domenico Ciappelloni – ha posto l’innovazione e lo sviluppo come elementi principali del suo core business. Non abbiamo intenzione di commercializzare quello che produrremo, ma di far portare a termine progetti innovativi che possano interessare la nascita e lo sviluppo di start up come la nostra. Le nanocellulose ci sono state consegnate da un centro di ricerca circa due anni fa. In collaborazione con Giancarlo Evangelisti, riconosciuto come uno dei più grandi esperti al mondo nel settore della carta, con le nanocellulose sono state fatte delle prove che hanno dato risultati eccellenti migliorando i parametri di circa il 40-45%. Abbiamo cercato un Ateneo che credesse nel progetto e lo potesse sviluppare. Abbiamo trovato l’appoggio dell’Università di Camerino e del suo rettore, prof. Flavio Corradini, che per sviluppare e coordinare il progetto ha coinvolto il prorettore Claudio Pettinari, poi la Fondazione ha creduto nel progetto e lo ha supportato. Il progetto si divide in due branche: la prima – ricerca e produzione di nanocellulose – affidata all’Università di Camerino, la seconda – il trasferimento tecnologico – che seguiremo noi come Nest“. Il dott. Ciappelloni ha formulato un’ipotesi interessante, che attraverso la ricerca si possa arrivare alla produzione di carta da imballaggio per alimenti in cui le nanocellulose sostituiscano quelle sostanze chimiche che oggi vengono addizionate per costituire la cosiddetta “barriera”, cioè quell’insieme di composti di natura chimica che evitano il passaggio dell’aria o la fuoriuscita di grassi. Ma questo utilizzo appare come la punta dell’iceberg, perché le applicazioni delle nanocellulose sembrano essere a 360°, con l’indubbio vantaggio e il valore aggiunto di essere un materiale ecosostenibile, perché di natura vegetale.
La prof.ssa Graziella Roselli ha parlato della carta come punto di raccordo fra passato, presente e futuro, e in quest’ottica le nanocellulose possono essere davvero definite come il materiale dell’avvenire. Fondamentale sarà, sottolinea il prof. Pettinari, la collaborazione con le scuole, come ad esempio l’Itis, in modo da creare un trasferimento di saperi tra scuola e università.

Guarda i video degli altri interventi:

Intervento del dott. Ciappelloni, vice direttore NEST srl

Intervento del prof. Pettinari, pro rettore vicario dell’Università di Camerino

Intervento del prof.ssa Roselli, docente dell’Università di Camerino

Pamela Damiani@civetta.tv

Per approfondire…

La nanocellulosa, building block rinnovabile, è composta di fibrille di cellulosa di dimensioni nanometriche. Risale ad epoca recente la lavorazione e l’utilizzo di questo nuovo materiale completamente ecosostenibile e dunque rinnovabile. Essa ha delle caratteristiche eccezionali che la rendono leggera, flessibile e resistente addirittura più dell’acciaio. Gli impieghi a cui è destinata, di conseguenza, sono numerosi e variegati.
La nanocellulosa è stata scoperta nel 1980 ed è costituita da materia vegetale, lavorata in maniera tale da essere smantellata e ricomposta in strutture somiglianti a cristalli di tessuto, su piccolissima scala. Più nello specifico, quando è completamente delaminata si presenta formata da lunghe micro fibrille (di 5-20 mm di diametro) e il suo aspetto è quello di un gel trasparente, parecchio viscoso.
Il processo di produzione inizia da una sorta di pasta legnosa, che sottoposta a un’omogeneizzazione ad alta pressione è privata delle impurità e lavorata fino ad ottenere le fibre di cellulosa. Il prodotto finale, la nanocellulosa, appunto, ricorda per certi versi la fibra di vetro o il Kevlar. Modellabile a piacimento, stupisce per la sua incredibile robustezza, otto volte maggiore, se sottoposta a trazione, di quella riscontrata nell’acciaio. Non solo, è anche impermeabile ai gas e se impiegata come componente di schiume e aerogel, si dimostra incredibilmente assorbente.
La nanocellulosa, innovativa e “green”, è molto versatile e queste le garantisce innumerevoli applicazioni. Nella produzione della carta e del cartone può fungere da agente di rafforzamento, nei rivestimenti dell’imballaggio alimentare può essere impiegata come materiale di protezione contro l’ossigeno, il vapore acqueo, il grasso e l’olio.