“Con la montagna nel cuore”, in ricordo di Vincenzo Gambucci

babbo et tommy (2015_10_12 15_17_56 UTC)

Costacciaro  – Con piedi di piuma mi appresto a leggere una biografia virtuale, scritta dalla voce amica di chi ha conosciuto il protagonista: Vincenzo Gambucci, “Cencino“(31/05/1930-28/09/2015). La “prefazione” della figlia Carla narra della nostalgia di un uomo migrante nelle acciaierie della Lorena, dove, come pontoniere, sognava la sua terra natía durante i pesanti turni di notte. Il sabato e la domenica erano dedicati alla amata famiglia, che si recava nel bosco vicino per lunghe passeggiate all’insegna dei racconti di Cencino sull’infanzia passata a Monte Cucco. Un’infanzia dura, segnata dalla prematura perdita del padre ma carezzata dai ricordi felici delle estati fiorite della montagna dove ogni grotta, ogni sentiero, ogni anfratto aveva visto le impronte bambine di Cencino. La “trama” dello storico Euro Puletti racconta l’amore per la terra, il ritorno in patria, i 10 anni passati finalmente come presidente dell’Università degli Uomini originari di Costacciaro: “probo ed idealista nel senso migliore del termine. È un amante del Cucco quel Vincenzo che mi racconta le fatiche di suo padre, di suo nonno e dei suoi avi che, dal Medioevo, coltivarono il Monte come un giardino, facendo fiorire persino la roccia.È un uomo vero, quello che ho accanto, un uomo originario semplice e onesto che sa distinguere il bene dal male e dice pane al pane e vino al vino. Egli ha ancora molto da insegnare ad un mondo ingrato e dimentico dei veri valori della vita“. La “postfazione” a cura del sindaco Andrea Capponi che vuole ricordare Vincenzo e il suo amore sconfinato per la “sua” montagna, per la quale si è battuto duramente e ha ottenuto molti riconoscimenti portando avanti le tradizioni secolari a cui era legato. È calata la notte ora sul Monte Cucco, ma la luce di Cencino brilla sempre nel cuore di chi l’ha conosciuto.

Serena Agostinelli

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