Francesco Passetti, Sindaco di Frontone

Ludovico Caverni, Sindaco di Serra Sant’Abbondio

Fabriano – Anche i Sindaci di Frontone e Serra Sant’Abbondio scendono in campo a difesa del punto nascita dell’Ospedale di Fabriano. Per il frontonese Francesco Passetti ed il serrano Ludovico Caverni, il reparto di Ostetricia e Ginecologia dell’Engles Profili, è “un punto di riferimento per le loro popolazioni“. È una questione di distanza ma anche di libertà di scelta tra la maternità dell’ospedale di Fabriano e quella di Urbino. Sulle distanze, l’orografia degli Appennini va a favore della città del Gentile che le famiglie riescono a raggiungere in meno di cinquanta minuti mentre, per recarsi all’ospedale della città ducale, ci vuole più di un’ora.

Ma è anche una questione di libertà di scelta. Una libertà fondamentale per chi decide di vivere in questi territori di montagna dove basta poco per rimanere isolati. Pertanto nel conteggio a favore del punto nascita fabrianese va a sommarsi un altro potenziale: quello delle 1200 famiglie del Catria.

“Nella cartina allegata – spiega Nicola Porcarelli del Comitato Sveglia Fabrianesi – ho evidenziato in rosso i punti nascita di Urbino, Pesaro, Fano, Senigallia, Jesi, Ancona, Macerata, Civitanova Marche, Fermo, San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno che dovrebbero essere mantenuti. Poi, in verde anche i punti nascita di Fabriano e San Severino Marche per far notare come la distribuzione sarebbe più equilibrata se fossero entrambi mantenuti in vita, ma comunque ancora insufficiente soprattutto nel sud della Regione. Nella tabella anch’essa allegata ho invece riportato le distanze e i tempi necessari in ore e minuti (in condizioni ideali di tempo e senza traffico) dei percorsi consigliati nel sito “via.michelin.it” per raggiungere i Comuni dove esistono gli attuali Punti Nascita dell’entroterra e cioè Fabriano e S. Severino Marche (finché rimarranno), Urbino, Jesi e Macerata da alcuni altri Comuni dell’entroterra che ne sono invece sprovvisti. Tempi che in molti casi sono ben superiori a quei 30 minuti (destinati peraltro ad aumentare notevolmente in caso di traffico intenso e soprattutto di maltempo, come ad es. nevicate e formazione di ghiaccio sulle strade, sempre possibili in montagna, od eventuali blocchi della circolazione per incidenti in galleria) che secondo la Regione Umbria comportano già disagi e rischi per le mamme e quindi per i nascituri“.

Intanto le prese di posizione dei due sindaci del pesarese  confermano che per difendere il punto nascita di Fabriano non si muove una semplice comunità di persone. Gente che cerca di difendere per campanilismo un reparto. Ma si muove un comprensorio e nella sua dimensione ambientale, che non si cura dei limiti amministrativi disegnati dagli enti e dalla sanità. Pertanto una mappa di servizi che toglie Fabriano e San Severino Marche e lascia un immenso vuoto nell’entroterra tra Urbino e Ascoli Piceno appare senza logica. Soprattutto in un’area dove già l’ufficiale altimetria, misurata dalla sede comunale, e che oscilla tra i 264 metri slm di Cerreto d’Esi e i 536 metri slm di Serra Sant’Abbondio, illustra già bene l’orografia dell’entroterra. Perché se si lasciassero parlare i dati altimetrici di frazioni dove ci sono residenti come Poggio San Romualdo di Fabriano (936 m slm), Montelago di Sassoferrato (750 m slm), Montevecchio di SS Abbondio (603 m slm) e il Castello di Frontone (584 m slm), la mappa perde ogni senso.

Ma è vero che le distanze, a quanto pare, contano poco in Regione. Durante l’incontro tra Sindaci, cittadini e il Presidente Luca Ceriscioli con il direttore sanitario Alessandro Marini si è fatta tabula rasa dell’argomento poiché ” a luglio – ha spiegato il governatore delle Marche – ero proprio con Marini all’Eremo S. Maria di Valdisasso a Valleremita e siamo arrivati a Jesi in poco più di 20 minuti“.

Véronique Angeletti@riproduzioneriservata