La Conferenza dei sindaci dell’Area Vasta1: il voto

20160116_124554 - CopiaUrbino – Compatto ma soprattutto solidale il pesarese. Dalla costa all’entroterra. Né il sindaco di Pesaro, né quello di Fano sono intervenuti. Nemmeno quello di Gabicce Mare. Spazio ai monti. A quell’entroterra con i suoi problemi di orografia e di viabilità. Ieri, i sindaci della Provincia Bella hanno scritto una pagina decisiva per la riforma della sanità marchigiana. L’hanno scritta dopo essersi confrontati con il presidente Ceriscioli, convocato alla seduta della conferenza dei sindaci dell’Area Vasta 1, in Urbino, per spiegare il nuovo assetto. Quello stesso che otto giorni prima avevano bocciato di sana pianta. La chiave di svolta: il preambolo con cui il governatore ha illustrato la 20160116_122700 - Copiariforma. Confermando che le modifiche non sono state ancora approvate e presentando le sue scuse ai sindaci di Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro “poiché – ha affermato – ho raccontato che volevamo procedere in un percorso senza lasciare il territorio privo di servizi mentre è accaduto esattamente il contrario” e  confermando “che se la legge dell’emergenza urgenza si basa su requisiti numerici, nelle aree disagiate, il medico deve essere garantito di giorno e di notte.”  Il risultato, i sindaci, soprattutto dei piccoli comuni, dopo aver esposto a turno, e con veemenza, i bisogni veri dei loro comprensori hanno votato un documento radicalmente diverso che non boccia più delibere e determine ma chiede di modificare la legge regionale 735 del 2013 che trasforma gli ospedali in  case della salute e di modificare e sospendere la 1183 del 2015 che fa delle case della salute degli ospedali di comunità.  Con punti irremovibili:  esistono “ospedali” e non più “ospedali di comunità”; il ripristino di posti letto di lunga degenza a Cagli, Sassocorvaro e Fossombrone; il punto di primo intervento ridiventa H24 con un medico ospedaliero a Cagli e Sassocorvaro. Il tutto “finché le leggi nazionali lo consentono”. Pleonasmo per sottolineare che questa volta vogliono qualcosa di definitivo.

Un documento votato con la piazza della Repubblica gremita di gente e lo sfondo rumoroso dei fischi e delle trombe. Votato pure da alcuni sindaci stringendo i denti. L’idea che la proposta presentata dal sindaco di Peglio, Daniele Tagliolini, nonché presidente della Provincia di Pesaro, fosse stata negoziata non coinvolgendo tutti i sindaci a tanti non è piaciuto. “ Dobbiamo – ha tuonato il sindaco Grossi di Sassocorvaro – avere oggi in mano qualcosa. Abbiamo la responsabilità di cittadini che non hanno assistenza sanitaria”. Pertanto il via al voto senza appello e il documento ottiene quasi l’unanimità. Quasi poiché c’è il “no” del sindaco di Cagli, Alberto Alessandri, che, per ragioni di coerenza, chiedeva  l’annullamento della delibera 1183; poi, il voto di astensione del sindaco di Montecoppiolo e l’assenza del vice sindaco di Pergola uscita proprio al momento del voto per protestare contro un documento “concordato a Villa Fastiggi dal PD, non condiviso da nessuno che esalta il ruolo dell’ospedale unico e porterà allo smantellamento, già in atto, degli ospedali di Pergola, Urbino e Fano, dopo aver già portato alla chiusura di quelli di Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro”.

Intanto, per merito del sindaco di Urbino Maurizio Gambini che si è battuto per fare della conferenza dei sindaci dell’area Vasta 1 una realtà, approda in regione di nuovo una proposta che questa volta  rientra nell’inquadramento attuale normativo, risponde alle prescrizioni della commissione sanità regionale e tiene conto del pensiero della giunta. Il che fa dire che in extremis, la legge è salva. Pertanto viva la legge.

Véronique Angeletti@riproduzioneriservata