Nell’agosto 2014, Arcevia ha aderito al Manifesto dei Sindaci contro il gioco d’azzardo

 

Gioco patologico 2Arcevia – È il paese dei Castelli in aria che per primo nel comprensorio montano ha aderito al Manifesto dei Sindaci contro il gioco d’azzardo. È stato proposto e votato all’unanimità il 5 agosto 2014. Il che è normale considerando che Arcevia il 10 settembre 2013 ha concesso in comodato i locali della ex scuola di Piticchio alla Coop Sociale ONLUS  San Nicola per realizzare il fondamentale progetto del “Centro di cultura delle nuove e vecchie dipendenze”.

Per spiegare l’adesione, Arcevia poggia la sua decisione partendo dalla gravità dell’espansione del gioco d’azzardo in tutte le regioni, della spesa pro capite e del volume di questa terza industria italiana, che rappresenta il 3% del Pil nazionale, si divide in 5.000 aziende, occupa 120.000 addetti, lavora con 400.000 slot machine, ha costruito una rete di 6.181 punti-gioco autorizzati, che rappresenta oltre il 15% del mercato europeo e il 4,4% del mercato mondiale, nonché il 23% del mercato mondiale del gioco online.

Interessante la delibera in sé. Poiché pone al centro dell’attenzione l’uomo.

Gioco patologicoEvidenzia che “le persone più interessate al gioco sono le fasce più deboli e fragili della nostra società, chi ha una minore scolarizzazione, chi ha un lavoro più precario, chi è in difficoltà nel trovare una propria identità: giocano il 47% degli indigenti, il 56% delle persone appartenenti al ceto medio-basso; il 70,8% di chi ha un lavoro a tempo indeterminato, l’80,2% dei lavoratori saltuari, l’86,7% dei cassintegrati. Giocano di più e con più soldi i ragazzi delle scuole professionali, e giocano il 61% dei laureati, il 70,4% di chi ha il diploma superiore, l’80,3% di chi ha la licenza media”.

Poi si concentra sui più giovani: “giocano anche gli adolescenti: si stima che giochi il 47,1% degli studenti tra i 15 e i 19 anni: il 58,1% dei ragazzi e il 36,8% delle ragazze. Gli adolescenti sono più a rischio dipendenza: circa il 4%-8% ha un problema di gioco e il 10-14% è a rischio di diventare giocatore patologico”.

E pure i bambini: “l’8% dei bambini tra i sette e gli undici anni scommette soldi online; il 15,3% scommette soldi nei giochi offline; i maschi sono più a rischio dipendenza. In molti giocano tutti i soldi a disposizione, altri  hanno l’abitudine di sottrarre soldi in casa o dove capita, altri chiedono soldi in prestito a parenti e amici“.

paradise rouletteE perfeziona la descrizione della piaga affermando che “la dipendenza dal gioco è una vera e propria malattia che compromette lo stato di salute fisica e psichica del giocatore, il quale non riuscirà a uscirne da solo. Il malato di gioco (GAP – Gioco d’Azzardo Patologico) è cronicamente e progressivamente incapace di resistere all’impulso di giocare e spesso si trova nella condizione di dover chiedere  prestiti a usurai o a fonti illegali, oppure di essere arrestato per falsificazione, frode, appropriazione indebita o evasione fiscale mirate a ottenere danaro per giocare; a volte giunge alla perdita del lavoro per assenteismo. Tutto questo produce sofferenza, difficoltà di relazione anche all’interno della famiglia, litigi e vulnerabilità, fino al suicidio” e chenella maggior parte dei casi la patologia di GAP, oggi riconosciuta a livello nazionale nei LEA, non è suffragata da finanziamenti per interventi del servizio sanitario, così che nel nostro Paese si è prodotta una situazione a macchia di leopardo, con aree completamente prive di assistenza specifica e aree dove la sensibilità di alcune amministrazioni o operatori del privato sociale ha saputo creare servizi ed interventi efficaci. Occorre garantire ai giocatori patologici gli stessi diritti riconosciuti ai malati di altre dipendenze: il diritto alla cura gratuita e il diritto al mantenimento del posto di lavoro durante la cura”.

paradise-playcenter (1)Insomma per Arcevia “la dipendenza da gioco si configura come una questione socio-sanitaria, che coinvolge il sistema sanitario nazionale, le Asl, le Amministrazioni locali e le comunità nel loro insieme. È una questione dunque che coinvolge anche la nostra comunità e la nostra Amministrazione, che va affrontata senza ideologismi, prima di tutto a livello di prevenzione, culturale e sociale; ma può richiedere anche interventi regolativi e normativi ove lo si ritenga necessario”.

Infine sviluppa una serie di considerazioni. Ossia che “il gioco d’azzardo è un mercato tanto ricco e diffuso in modo così capillare da richiamare la presenza delle mafie anche nel gioco legale, come dimostrano le numerose indagini delle direzioni distrettuali antimafia in tutta Italia e la Relazione parlamentare antimafia 2012;

-che “il gioco lecito è diventato uno dei settori di maggiore interesse per il riciclaggio, rendendo molto più semplice il passaggio di grandi flussi di danaro tramite internet; le mafie sono presenti quindi nelle sale bingo usate come “lavanderie” per la pulizia di soldi sporchi, nell’imposizione di noleggio di apparecchi, nei prestiti usurai ai giocatori indebitati, nei racket delle slot machine, nell’acquisto dei biglietti vincenti di Lotto, SuperEnalotto, Gratta e vinci pagati con notevole sovraprezzo, sia per ripulire il denaro, sia per giustificare l’acquisto di beni e attività commerciali, eludendo così i sequestri, con danno umano, sociale ed economico enorme”;

– che “il settore dove si concentrano i clan è comunque quello delle slot, perché a maggiore produttività, e la loro diffusione capillare consente anche un presidio generalizzato del territorio, persino “militare”: fatto che allarma e desta enorme preoccupazione alle Amministrazioni locali”;

– che a presenza di punti di gioco “attira anche la criminalità spicciola, con furti, scippi e minacce, portando insicurezza e degrado nei paesi e nelle città”;

Poi valuta che “il sistema normativo vigente e di controllo è totalmente insufficiente a disciplinare e a sanzionare situazioni che presentano già enormi costi sociali”;

-che “i Sindaci – responsabili, nei Comuni, dell’assetto del territorio,  della salute dei cittadini, dell’incolumità pubblica e della sicurezza urbana, rappresentanti delle comunità, di cui devono curare gli interessi e promuovere lo sviluppo – sono privi di qualsiasi strumento normativo atto a programmare l’apertura, la gestione e il funzionamento delle sale gioco e di tutti gli altri luoghi in cui sia possibile giocare d’azzardo”;

-che “la grande adesione di Comuni al MANIFESTO DEI SINDACI PER LA LEGALITÀ CONTRO IL GIOCO D’AZZARDO, elaborato da Sindaci e Assessori nell’ambito delle iniziative della “Scuola delle Buone Pratiche” promossa da Terre di mezzo e Legautonomie Lombardia, dimostra la necessità di interventi sia sul piano normativo, che su quello educativo, culturale, d’informazione e formazione”;

-che “l’adesione al “Manifesto” non vuole demonizzare il gioco che è essenziale per lo sviluppo affettivo, sociale e cognitivo dei bambini, e rimane importante anche per l’adulto: per il suo benessere psicofisico, per la socialità che sviluppa, per la gratificazione che arreca”. Mentre è “diverso il gioco d’azzardo patologico, che crea dipendenza, toglie la libertà, distrugge le relazioni familiari e compromette lo sviluppo armonico dei più giovani”;

– l’adesione al “Manifesto” impegna l’Amministrazione comunale a dedicare massima attenzione alle finalità ivi enunciate e segue gli intenti del manifesto firmato anche dal piccolo comune di Cantiano nel pesarese. Ossia che:

– occorra una nuova legge quadro nazionale sul gioco d’azzardo;

– occorrano leggi regionali specifiche;

– sia necessario conferire ai Sindaci potere di programmazione, controllo e ordinanza;

– sia indispensabile mettersi in rete con altre Amministrazioni e altri territori, con le Asl, le Prefetture e le Questure, per costruire  un fronte ampio di informazione, formazione e contrasto a questo tipo di gioco che si sta rivelando una vera emergenza sociale;

– sia altresì indispensabile costruire reti in ogni territorio coinvolgendo parrocchie, scuole, associazioni, volontari, polizia locale e forze dell’ordine per attivare iniziative culturali e formative, attività di controllo e di prevenzione finalizzate a recuperare i valori insostituibili della cultura per conoscere e comprendere la portata e le conseguenze del gioco d’azzardo, costruire nuovi atteggiamenti e nuove mentalità, recuperare i valori fondanti delle nostre società basati sul lavoro, sull’impegno e sui talenti;

Gioco d'azzardo - Copia– occorra una nuova legge-quadro nazionale sul gioco d’azzardo affinché lo Stato recuperi il governo e la programmazione politica sulle attività di gioco d’azzardo. La legge deve contemplare la ridefinizione delle procedure autorizzatorie di fatto azzerate con la deregulation introdotta dalle norme dal 2003 in poi, e ricondurre in un ambito di gestione e controllo il ruolo e le competenze dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli; deve realmente impedire l’accesso ai giochi d’azzardo ai minori, intervenire sulla tassazione sui giochi perché sia più equa rispetto a tutte le altre tassazioni, e prevedere un controllo più rigoroso dei flussi di denaro e nei confronti dei concessionari; deve prevedere una moratoria per l’installazione di nuovi giochi e l’apertura di nuove sale gioco, e limitare i messaggi pubblicitari  garantendo forme di reale e corretta informazione per il pubblico; deve recepire l’indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che vede nel gioco d’azzardo compulsivo una forma morbosa chiaramente identificata che può portare a un’autentica malattia sociale in assenza di misure idonee di informazione e prevenzione, e prevedere il finanziamento della cura del gioco patologico anche mediante la destinazione a tale scopo di una percentuale degli introiti per garantire ai malati di gioco i diritti già vigenti per i malati di altre dipendenze; deve destinare una quota dei premi non riscossi ad attività di ricerca/prevenzione/cura del gioco d’azzardo anche per monitorare le forme di gioco problematico e patologico in Italia; infine deve prevedere un atto di indirizzo che sostenga le iniziative a livello regionale per la messa in atto di misure di prevenzione, cura e riabilitazione dalla patologia legata al gioco;

– occorrano leggi regionali, finalizzate a definire le norme per la prevenzione, il contrasto e il trattamento della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate; assicurare l’erogazione di specifici e propri livelli essenziali di assistenza concernenti la prevenzione, il contrasto e il trattamento della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate; prevedere, per l’attuazione degli interventi previsti, il concorso degli enti locali, delle istituzioni scolastiche, delle Aziende Sanitarie Locali, degli enti accreditati e iscritti nell’Albo regionale, degli organismi del terzo settore, nonché delle associazioni scientifiche che perseguono fini di studio, prevenzione, contrasto e trattamento della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico;

– occorra modificare la legislazione vigente in modo che venga dato ai Sindaci e alle Giunte comunali un reale potere di controllo sulla diffusione e utilizzo dei numerosi strumenti di gioco sul proprio territorio, non solo per ragioni di ordine pubblico e di sicurezza, ma in virtù della responsabilità sanitaria che compete ai sindaci consentendo loro di costruire “un sistema di prevenzione sociale” riconosciuto dalla Corte Costituzionale (sentenza n.300/2011) e dal Tar Lombardia, Brescia (Sez. II Sentenza n.1484 del 31 agosto 2012).

Gioco d'azzardo 2È necessario che i Comuni possano decidere la distribuzione e la collocazione delle sale gioco e delle slot machine nei territori – definendo le distanze ritenute più idonee dai punti sensibili, stabilendo l’orario di apertura e di chiusura delle sale gioco, dei bar e altri locali ove siano collocate slot machine e altri apparecchi per il gioco – ed essere interpellati preventivamente dai Questori per l’installazione di nuovi giochi;

Infine – a differenza di tutti gli altri comuni che hanno aderito al manifesto – Arcevia dà atto che questo Comune con atto G.M.n. 100 del 10.09.2013 ha concesso in comodato i locali della ex scuola di Piticchio  alla Coop Sociale ONLUS  San Nicola per realizzare il progetto “Centro di cultura delle nuove e vecchie dipendenze”.