So quel che mangio 3: il Consorzio Marche Biologico

Consorzio Marche BIO_01Il Consorzio Marche Biologiche nasce circa 6 anni fa, promosso dalle principali cooperative biologiche operanti nella regione: La Terra e il Cielo Coop, Girolomoni Coop, Montebello Coop, Italcer Coop e Terra Bio Coop.
Il Consorzio viene creato con l’intenzione di promuovere una filiera regionale biologica, riducendo  la distanza tra produttore e consumatore attraverso un processo produttivo integrato che esalti la qualità della tipicità marchigiana.
Queste cooperative fanno agricoltura biologica nella nostra regione da oltre 30 anni” – spiega Francesco Torriani, presidente del Consorzio Marche Bio, intervenuto all’incontro “Il biologico, futuro delle Marche”. “All’inizio è stata più che altro una scelta etica, quasi filosofica. Si faceva biologico perché si aveva una visione diversa del territorio, non orientata al solo sfruttamento, non certo perché ci fosse già un mercato dietro. Oggi parlare di biologico è molto più semplice, il nostro paese ha fatto dei passi importanti tant’è che adesso parliamo di bio come filiera”.
Le Marche attualmente possono contare su 2449 aziende agricole sparse sul territorio con 57 mila ettari di superficie a conduzione biologica, pari al 12,74% della superficie agricola utilizzata (SAU) regionale, dato al di sopra della media nazionale (11,17%). Consorzio Marche BIO_03
Consorzio Marche BIO_02Il Consorzio Marche Bio concentra 25 mila ettari della SAU biologica regionale con una produzione di 8 mila tonnellate di cereali biologici provenienti da agricoltori locali. Le coltivazioni si concentrano soprattutto nell’urbinate, nella media ed alta vallesina e nel fermano. I centri nevralgici della filiera – dove avvengono trasformazione, stoccaggio e commercializzazione del prodotto – sono localizzati ad Urbino, Arcevia, Osimo e Macerata. Il principale prodotto biologico realizzato è la pasta di semola grano duro e la pasta di semola grani antichi costituiti da varietà tipiche recuperate come il frumento Graziella Ra ed il frumento varietà Cappelli. Non solo pasta, vengono prodotte e commercializzate anche farine, legumi, creali e muesli, minestroni e zuppe, caffè d’orzo. Il fatturato delle cooperative coinvolte ha raggiunto i 30 milioni di euro ed è in costante crescita. Interessante notare come ben il 70% degli utili 2015 provenga dal mercato estero (Germania, Francia, USA, Giappone, GB). Consorzio Marche BIO_04L’incremento di interesse verso il prodotto alimentare biologico quindi è un trend riscontrabile a livello internazionale, non solo italiano, e per questo sarà importante muoversi in futuro con cognizione e competenza.
Il mercato è in crescita ed il progetto filiera ci ha consentito di passare da una fase di nicchia ad una di comparto – osserva il presidente Francesco Torriani. Il biologico sta crescendo, la materia prima viene valorizzata, convertendo più coltivatori possibili abbiamo l’occasione di caratterizzare la nostra regione come leader a livello nazionale. Adesso, però, se vogliamo stare in questo comparto da protagonisti dobbiamo fare un salto di qualità aumentando la produttività in una logica di sistema”.

Mirco Niccolini@riproduzione riservata

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