L’ archeologico di Arcevia sotto la gestione del Polo Museale delle Marche

Arcevia – Da ieri, il decreto Franceschini sulla riorganizzazione del Ministero dei beni e delle attivita’ culturali e del turismo è realtà per il museo archeologico statale di Arcevia. Il piccolo museo dell’entroterra sarà d’ora in poi gestito direttamente dal Polo museale delle Marche con sede in Urbino. Un passo che lo mette in rete con musei archeologici importanti come quello di Ancona, Ascoli Piceno, Urbisaglia, Numana e Cingoli e lo fa entrare in un portfolio dove è anche presente il museo tattile statale Omero, la Rocca demaniale di Ancona, la Rocca Roveresca di Gradara e quella di Senigallia.

Seppur consapevole dell’opportunità di porsi come tassello di un mosaico dal peso specifico nell’offerta turistica di alto profilo delle Marche, Arcevia però s’interroga se riuscirà a mantenere la sua identità al plurale. Perché al di là dei numeri – vanta nel 2015 più di 2500 ingressi, un secco più 20% dal 2014 – il museo arceviese ha un insolito e raro ruolo d’aggregazione e di integrazione fondamentale per la sua comunità ma anche per il comprensorio montano.

Il merito è tutto dell’ottima intesa tra il comune di Arcevia e la soprintendenza archeologia delle Marche che, insieme, hanno fatto evolvere il museo come un luogo nevralgico di servizi. Prima di tutto per le scuole inserendo laboratori didattici innovativi e coinvolgenti; poi d’estate trasformandolo in una scuola per apprendisti archeologi; imponendolo come vetrina di mostre che fanno da trait d’union con i parchi archeologici dell’entroterra, da Casteleone di Suasa, a Sentinum di Sassoferrato, da Attidium di Fabriano a Matelica; infine luogo di lavoro per i migranti ospiti del Cara che partecipano alle campagne di scavi.

Con la Sapienza di Roma – spiega il sindaco di Arcevia, Andrea Bomprezzi – abbiamo un progetto culturale di realizzare un Parco Archeologico sui Monti Croce e Guardia, all’interno del Parco naturale regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. Monti testimoni dell’età del bronzo con manufatti che segnano il passaggio dalle società di villaggio alle prime forme urbane delle popolazioni italiche!”

La strategia del comune è lineare: dopo aver rafforzato nel 2014 i percorsi culturali legati alla sua storia artistica come l’itinerario robbiano con la Regione Marche, punta a valorizzare l’archeologia e dunque il museo statale che  raccoglie i materiali di Conelle, Montefortino e  Monte Croce-Guardia.

Grazie ad una collaborazione fra Soprintendenza Archeologica delle Marche, Università Sapienza di Roma, Comune di Arcevia e Unione Montana Esino–Frasassi, con il contributo fattivo dell’Hotel Alle Terrazze, è partita una nuova campagna di scavi che ha come obiettivo ambizioso di realizzare nel corso degli anni un Parco Archeologico sul Monte Croce Guardia – precisa il primo cittadino. Il sito d’altura si trova in un contesto ambientale unico, all’interno del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi, con una visuale mozzafiato a 360°, dal monte Conero all’appennino umbro-marchigiano, e comprende dei sentieri naturalistici di grande attrattiva turistica. L’idea di creare un Parco archeologico si inserisce perfettamente nelle politiche di tutela e valorizzazione dell’amministrazione comunale, che vuol far diventare sempre di più Arcevia città dei parchi e del paesaggio, sapendo che la strada maestra per salvare i territori delle aree interne è quella di sviluppare al massimo le loro enormi potenzialità turistiche. Del resto questo rafforzerebbe anche la rete dei siti archeologici dell’area, da Sentinum a Suasa, e si potrebbe creare un circuito archeologico di assoluto valore nazio-nale, anche pensando al museo speleo-paleontologico di Genga”.

Véronique Angeletti@riproduzione riservata

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