Boldrini: “Una ricostruzione in simbiosi col volere delle persone”

La protezione civile al lavoro

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Arquata del Tronto – “La gente chiede di non allontanarsi da casa. Vogliono rimanere lì vicino“. A dirlo la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha poi proseguito durante la sua visita ad Arquata del Tronto: “Magari preferiscono dormire in macchina pur di non lasciare il loro posto e noi dobbiamo tenere conto di questo. Anche perché abbiamo visto in passato che allontanare le persone in via definitiva è molto negativo, non funziona“. Secondo la presidente della Camera “dobbiamo imparare anche dall’esperienza a proporre una ricostruzione che sia in grado di rispettare il volere delle persone“. “Dobbiamo evitare – ha concluso Boldrini – per quanto possibile le New Town“. Una posizione immediatamente sostenuta dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio che ha bocciato la costruzione delle cosiddette “New Town” e quindi il modello “L’Aquila” in toto. “Ogni terremoto ha la sua storia, non voglio giudicare le scelte fatte nel 2009. Stavolta a decidere saranno i sindaci. E credo che tutti preferiranno ricostruire il proprio paese lì dov’era”. Una scelta da fare dopo l’emergenza ha però puntualizzato il ministro, ricordando che una volta impostata la ricostruzione la l’ultima parola sarà quella dei territori coinvolti. Nel giro di un mese le tende dovranno essere sostituite secondo il Governo e da quel 25 agosto in avanti ogni anno saranno messi a disposizione per la prevenzioni 3 miliardi di euro all’anno. Ma per la ricostruzione di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto? Un nuovo “Modello Marche” per la ricostruzione quindi? “Traducendo” le dichiarazioni della Boldrini e Delrio sì. Un modello sperimentato nella ricostruzione post terremoto del 1997. Il sisma aveva danneggiato 22 mila edifici privati, 2.385 edifici monumentali, 1.336 edifici pubblici, 341 infrastrutture e causato 213 dissesti idrogeologici. Le abitazioni evacuate furono 3.687. In un decennio le Marche e l’Umbria hanno affrontato ricostruzione e recuperato piccole anche comunità montane. Serravalle di Chienti, Campodonico e Belvedere senza dimenticare anche molte altre realtà decentrate. Proprio in quest’ultima piccola frazione fabrianese nacque il “Coribel” (Consorzio per la ricostruzione di Belvedere) una scelte vincente come osservò anni fa Vincenzo Castriconi (per tutti il “sindaco di Belvedere”, poi consigliere comunale e recentemente scomparso) perché venne snellita la burocrazia gestita direttamente dai proprietari. Scelte che potrebbero essere ripetute ed adattate per la ricostruzione di tutto cratere sismico.

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