Cronache belle di un Arcevia intelligente: il sito protostorico di Monte Croce-Guardia

20160702_191342Arcevia – Sempre più straordinario il sito archeologico sul Monte Croce Guardia. Lo scavo non è solo una fondamentale indagine storica-scientifica sull’età del bronzo – è antico 3000 anni e cela nelle sue pieghe i resti di un villaggio databile 1100-1000 anni a.C. – ma si presenta tale quale ad una bella lezione di vita ed un esempio di ottima pratica tra istituzioni. Insomma è un format tutto da copiare che fa di Arcevia, un paese di nuovo da imitare.

Cronaca di uno scavo straordinario Tutto verte sull’area 20161004_102253_richtonehdrarcheologica in cima al Monte Croce- Guardia, sede, migliaia di anni fa, di un insediamento importante sul quale lavorò la soprintendenza archeologica delle Marche anche sotto la guida dell’archeologa Mara Silvestrini. Poi, nel 2015 un cambio di velocità. Su segnalazione di uno studente di archeologia e la sua tesi, la direzione scientifica del professore Andrea Cardarelli della Sapienza s’interessa al sito e, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche Istituto di Studi sul Mediterraneo Antico, organizza nell’estate 2015 una campagna di scavo e quest’estate 2016 una seconda.

20161004_102930I risultati – commenta il professore Cardarelli – sono di grande interesse. Consentono di approfondire il sito stesso e di ottenere informazioni che aiutano a conoscere la tarda età del bronzo (1200-900 a.C.). Si tratta dell’unica area indagata archeologicamente in Italia Centrale adriatica di fondamentale e unica importanza per comprendere come fosse realmente organizzato un villaggio di quel periodo”.

In pratica, nella prima campagna sono stati portati alla luce i resti di una grande abitazione attribuita al 1000/100 a.C. con tanto di ricostruzione virtuale degli alzati e, nella seconda, i studiosi hanno fatto emergere i resti di almeno tre altre abitazioni. Il che conferma l’importanza che questo sito dovette assumere durante la tarda età del bronzo. Un abitato di altura, fortificato che consentiva di avere un ampio controllo territoriale dagli Appennini fino al mare. “ Forse era abitato da un miglia di persone, di sicuro da varie centinaia”– precisa il professore.

Inoltre, assieme ai resti di fauna, i materiali archeologici recuperati hanno dato informazioni sugli abitanti. Gente che si occupava d’agricoltura, di allevamento ed erano artigiani che lavoravano il metallo. “Tra i reperti – precisa il professore Cardarelli – abbiamo trovato alcuni manufatti in bronzo, fra cui un grande frammento di falcetto, una bellissima fibula ossia un spilla e sopratutto strumenti per la lavorazione del metallo e anche un frammento di una pietra che serviva di stampo per la fusione a conferma che sul Monte viveva un centro che lavorava il bronzo.”

20161004_102316_richtonehdrCronaca di una grande lezione di vita – Un lavoro certosino che però sicuramente non avrebbe dato tutti questi risultati se affianco agli studenti e dottorandi dell’Università Sapienza non avessero lavorato una quindicina di giovani ospiti del Centro di Accoglienza “Alle Terrazze”. Una grande esperienza di coinvolgimento non formale ma reale che ha addirittura consentito di setacciare 500 mq e permesso allo studio scientifico dell’area di fare un balzo in avanti. Un coinvolgimento reso possibile da una convenzione tra Prefettura di Ancona e Comune di 20161004_102912Arcevia. “Un’esperienza positiva – ha sottolineato il prefetto di Ancona Antonio D’Acunto – che va rinnovata e che ha fatto di un progetto archeologico un occasione d’ìntegrazione tra culture dove ragazzi del Mali, del Bangladesh, della Nigeria e del Burkina Faso hanno lavorato guidati da archeologi”.

Cronaca di una Good New – Le due campagne di scavo sono inoltre il frutto di un accordo che oltre ad impegnare il comune di Arcevia e l’Università di Roma è stato reso possibile dal sostegno della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche, dall’Unione Montana Esino Frasassi e dal Parco regionale della Gola della Rossa e di Frasassi. “Un concerto d’Istituzioni – ha sottolineato il sindaco Andrea Bomprezzi – reso possibile anche perché dietro ci sono uomini che sono stati sensibili all’importanza di questo progetto per Arcevia”. Un sostegno che già vede le stesse Istituzioni d’accordo per proseguire l’estate prossimo nell’esplorazione del sito “sopratutto – ha precisato Renzo Stroppa, il presidente del Parco regionale naturale della Gola della Rossa e di Frasassi – considerando che questo sito opportunamente sviluppato ha tutte le potenzialità per fare del Parco che già vanta le Grotte di Frasassi, una destinazione turistica veramente unica”. Una convinzione che è all’origine del finanziamento sia nel 2015 che in gran parte nel 2016 delle due campagne di scavo da parte del Cda del Parco.

20160702_191342Cronaca di un parco protostorico unico – Nel futuro di Arcevia si prospetta dunque un  parco protostorico che va ben al di là dei soliti panelli e degli scavi ma a grandezza naturale vuole riprodurre  una casa di 3000 anni fa, anzi forse un insediamento. Un opportunità che il comune sta inserendo nei PIT, nei  piani integrati territoriali che veicolano finanziamenti europei attraverso il Gruppo d’Azione Locale Colli Esino – San Vicino. Insomma. un format da copiare che fa di Arcevia, un paese da imitare.

Véronique Angeletti@civetta.tv

Arcevia la bella sta per costruirsi un parco protostorico sul Monte Croce Guardia

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