Il paradosso dell’algoritmo che dimostra che la Sanità è responsabilità dei Sindaci

Foto di Paolo Guarducci

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Urbino – Certo che quando il pesarese decide di puntare in piedi non bada a formalità. In 28, lunedì’ 17 ottobre hanno fatto mancare il numero legale all’Assemblea dei Sindaci dell’Area Vasta 1. Hanno rimandato in Regione la responsabilità della decisione di localizzare il futuro ospedale unico Marche Nord rifiutandosi di modificare i criteri dell’algoritmo, di quel sistema di calcolo, usato come indicatore in tanti studi sociali con il quale avrebbero dovuto dare un loro preciso indirizzo al futuro ospedale unico Marche Nord.

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L’assemblea ha deciso di non decidere – commenta Maurizio Gambini, il sindaco di Urbino –. La discussione si è concentrata maggiormente su temi più generali legati alla sanità del nostro territorio senza entrare davvero nel merito dell’odg dell’assemblea, di conseguenza, appena qualche sindaco ha tentato di avanzare delle proposte di parametri da valutare (come la priorità di costruzione in area pubblica), molti sindaci hanno deciso di abbandonare l’aula per non votare alcuna proposta“. Qui il comunicato del Sindaco di Urbino Maurizio Gambini

Sindaci, all’esame, siete tutti bocciati perché fuori tema” – ha provato ad aiutarlo Margherita Pedinelli, il Sindaco di San Costanzo, incaricata del minutaggio. Cinque minuti per ognuno che, senza nessun richiamo, sono diventati ben 13 per il Sindaco di Pesaro Matteo Ricci, oltre 14 per il Sindaco di Fano Massimo Seri, ma dopo solo 6 minuti ha richiamato Francesco Baldelli, il Sindaco di Pergola che, incurante, ha fatto i suoi 12 minuti d’intervento.

“Non aver votato i criteri per la Regione è comunque una decisione, soprattutto considerando la volontà pervicacemente perseguita di non decidere nulla di una parte dei sindaci – ha dichiarato all’indomani il Presidente della Regione, Luca Ceriscioli -. La Regione pertanto andrà avanti e da oggi abbiamo una graduatoria stabilita e dunque il sito verso il quale orientare il nostro impegno per la realizzazione del nuovo ospedale. L’algoritmo individua come prima soluzione l’area di Fosso Sejore come la più baricentrica. Un risultato, va detto, che coincide con quanto già deliberato dalla precedente legislatura. Gli uffici competenti da oggi procederanno nel percorso necessario alla realizzazione.” Qui il comunicato completo del Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli

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Ma che di che cosa sono colpevoli i 28 che hanno rifiutato di votare ?

Di non aver “voluto scegliere di mettere ulteriori criteri come dare un peso specifico, un valore, un punteggio nella formula matematica” se l’area è pubblica, edificabile, se si tratta di costruire sul costruito, se l’ospedale è totalmente unico” sostiene il governatore delle Marche. Peggio, ad aver confuso “un luogo istituzionale, come l’assemblea dei sindaci di area vasta, con un’arena dove fare propaganda e scontro politico“, di non aver dato un “contributo costruttivo e progettuale di chi vorrebbe esprimere un parere su una scelta proposta da chi ha la titolarità della decisione, in questo caso la Regione”.

Una riflessione prettamente istituzionale ma che non vuole tener conto che proprio perché i 28 Sindaci non hanno modificato l’algoritmo proposto dalla Regione, hanno dimostrato che intendono ridiventare i primi e i veri interlocutori nella riorganizzazione della sanità dei comuni.

In realtà, la cronaca della mattinata racconta un crescendo dove è emerso che, per tanti, la questione dell’ospedale Marche Nord è soprattutto un problema tra Pesaro e Fano.

Se non sono capaci di decidere i diretti interessati, i sindaci di Fano e di Pesaro – incalza il Sindaco di Montecopiolo, Alfonso Lattanzi – spetta a noi decidere per loro?”

Foto di Paolo Guarducci

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Non si è nemmeno trattato di un banale conflitto Costa-Entroterra. Dopo tutto erano tutti d’accordo che di sicuro ha meno costi un ospedale nuovo che ristrutturare uno vecchio” e che “un chilometro più, un chilometro meno, per chi viene dalle valle del Foglia, del Metauro e del Cesano, più di tanto non fa la differenza.”

E si scopre che il problema vero è che l’algoritmo, e tutti i suoi criteri, non può risolvere una sanità marchigiana che i sindaci stessi – l’uno dopo l’altro – definiscono “pessima“, tale quale ad “un colabrodo“,  regno di “disservizi”, che “non pensa né alla prevenzione, né alla medicina di base” – incalza il Sindaco di Piobbico, Giorgio Mochi, e “non organizza ospedali di supporto autonomi per la prima emergenza e priva la provincia di primari, medici, personale all’altezza” aggiunge Davide Fabbrizioli, il Sindaco di PetrianoQui il testo dell’intervento

20161017_125604Insomma uno stato d’animo a cui la metafora “mi sento ospite di un banchetto dove si mangia della gran “ciccia” mentre da me muoiono di fame del Sindaco di Cagli, Alberto Alessandri calza beneQui il testo dell’intervento del Sindaco di Cagli

“Non voglio raccontare da vittima il mio ospedale” insiste il Sindaco di Sassocorvaro, Daniele Grossi “al Lanciarini, non ci sono più specialisti, tutti vanno in Romagna anche a pagamento nonostante il budget delle Marche per le prestazioni fuori regione sia esaurito” e narra l’odissea di una donna malata di polmonite che ha girato tutta la provincia per trovare, a Fano, l’unico pneumologo reperibileQui l’intervento del Sindaco di Sassocorvaro

Il sindaco di Carpegna, Angelo Francioni, teme che il vuoto di servizi sanitari metta a rischio l’economia del turismo, cita il caso di una sua concittadina “morta nel reparto di lungodegenza a Pergola e quel costo in più, di 700 euro, per lontananza del funerale.”

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Anche se è il principio che “la regione deve garantire omogeneità di trattamento a tutti i cittadini” ricordato dal sindaco di San Giorgio, Antonio Sebastianelli, che fa alzare la testa a tanti. Qui la proposta del Sindaco di San Giorgio

Molto più della bocciatura di una mozione proposta da Francesco Baldelli, il sindaco di Pergola, che la conferenza decida prima del modello sanitario poi dell’ospedale unico. Qui l’intervento del Sindaco di Pergola, Francesco Baldelli

Comunque ad accendere gli animi alla fine è la consapevolezza che non si può modificare il parametro che un cittadino del comprensorio che verte sull’ospedale di Urbino pesa al 30% mentre vale 100 uno della costa. La sala si vuota. Escono in 28.

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Poche ore dopo si conferma il Patto di Piagge, i sindaci di Piagge, Pergola, Fossombrone, San Lorenzo in Campo, Sant’Ippolito, Montecopiolo, Montefelcino, Montelabbate, a cui si aggiungono Mondolfo, e Cartoceto intendono chiedere la modifica del piano sanitario generale.

Nasce la richiesta di un modello organizzativo. Policentrico, baricentrico, tipo “umbro”, prettamente “romagnolo”. Poco importa. Nel non voler inserire criteri nell’algoritmo proposto dalla Regione, i Sindaci hanno dimostrato che vogliono avere la responsabilità diretta del modello che organizza la sanità dei comuni. E sono loro che vogliono  decidere se Marche Nord – che il calcolo localizza a Fosso Sejore di Fano – avrà o no il diritto di chiamarsi “Ospedale Unico” e  a quale tipo di “Polo d’Eccellenza” apparterrà.

 Véronique Angeletti@civetta.tv

Foto reporter: Paolo Guarducci