Il terremoto nella Città del Gentile – Il punto

p1150348Fabriano – Essere nel cratere o non essere nel cratere è un falso dilemma. Chi ha avuto danni dal sisma deve essere aiutato. Il fatto che Fabriano sia in tanti casi un modello da manuale per la ricostruzione antisismica, non giustifica che il sostegno pubblico possa mancare. Per dirlo alla marchigiana la città della carta ha “buscato” e pure tanto.

Finora sono 49 le ordinanze di sgombero. Il che significa che sono 389 le persone che non possono rientrare nelle loro case. Centocinquantadue famiglie. La macchina comunale è sotto sforzo. Sono 1641, le richieste di sopralluogo registrate in comune di cui 286 sono state già evase dall’ufficio tecnico comunale ed altre 70 dai Vigili del Fuoco. Per le segnalazioni e l’accoglienza, i servizi sono operativi H24. Il numero telefonico di riferimento è 0732 709112 ed ovviamente gli altri ordinari numeri pubblici di emergenza. Il Comune rimarrà aperto anche domani con il seguente orario 9.00 – 12.00 e 16.00 – 20.00, successivamente sarà come sempre operativa la sala della Protezione Civile. In ogni caso, anche se i posti letti nelle strutture sono riservati in via prioritaria a chi non può più entrare nella propria abitazione in quanto inagibile, nel  caso ci fossero ancora posti disponibili verranno accolti anche i cittadini che non si sentono al sicuro nelle loro case.

p1150303Sull’ospedale, nessuna preoccupazione. Solo la parte storica dell’Engles Profili ha un problema d’inagibilità e dunque si sta riorganizzando l’attività ambulatoriale.

Lesionato il settore anagrafe del nuovo palazzo comunale, spostata da Palazzo Chiavelli la sede della polizia municipale e pure il consiglio comunale, chiuse le quattro chiese del centro – San Benedetto, San Filippo, Madonna di Loreto e San Nicolò -.

Dalle ordinanze, le varie scosse del terremoto hanno lesionato e reso inagibili fabbricati, condomini, case in via Serraloggia, Figli Latini, La Spina, Serafina, Silvio Pellico ed Urbani. Danneggiata anche la sede del comitato locale della Croce Rossa in piazza Fabi Altini. Case sfregiate anche in viale Zonghi, Don Petruio, per citarne solo alcune. Colpiti travi, pilastri, tamponature esterne, camini; sventrate finestre e porte; caduti pensili ed usciti dal loro alloggiamento anche grossi elettrodomestici.

p1150297Comunque inutile stupirsi che il cuore storico di “Albacina” abbia ceduto al terremoto. Ha l’ingrato primato di essere stato la prima area rossa della provincia di Ancona. Addirittura è stata chiusa anche al traffico pedonale tutta la zona attigua al Castello per gravi rischi di ulteriori crolli. L’incuria dei proprietari degli edifici all’interno della cinta muraria, amministrazioni comunali distratte e la convinzione generale che dopo tutto il paese si fermava a Borgo Tufico hanno fatto del paese una vittima designata per il terremoto. Un paese reso fragile già dalla propria storia. Albacina è stato un grande municipio romano, è evoluto in uno strategico borgo medievale proprio perché collocato alla confluenza tra Giano ed Esino ed è tuttora un potenziale sito d’archeologia industriale poiché sede del primo opificio di Aristide Merloni.

Véronique Angeletti@civetta.tv

Categorie correlate: