Nasce un comitato per l’ordine e la sicurezza con tanto di videosorveglianza pubblica

foto-3-1Da Fabriano nasce una nuova visione della sicurezza per l’entroterra montano. Una visione che integra Prefetto, Questore, Comune e tutte le forze dell’ordine ed usa le migliori tecnologie. L’idea è nata dal Coc, dal Centro Operativo Comunale, dal suo modo di affrontare con efficacia sciacalli e predoni attratti dalle case svuotate dal terremoto,  e pone Fabriano come la sede di un Comitato per l’Ordine e la Sicurezza e dunque come un modello per la Cultura della Prevenzione.

Va detto che, per il momento, si tratta solo di una proposta. Ma è stata lanciata giovedì 24 novembre, in occasione della visita a Fabriano del questore di Ancona Oreste Capocasa venuto per consegnare a nome della Questura e dei suoi Commissariati un cospicuo contributo ai terremotati fabrianesi.

foto-1La proposta calca la logica con la quale il Coc si è finora mosso per controllare il territorio. Un comprensorio vasto 298 chilometri quadrati, dove sono operativi H24 oltre 80 uomini che, a breve, avranno l’aiuto degli uomini del reparto Prevenzione Crimini di Reggio Emilia.

Un’integrazione tra Carabinieri, Polizia dello Stato, Corpo della Finanza e la Polizia Municipale che nel futuro potrebbe contare sulle ultime tecnologie.

Stiamo lavorando per ampliare il sistema di videosorveglianza pubblica – precisa Sagramola -. Alle 23 telecamere attualmente piazzate stiamo cercando di aggiungerne altre.”

Delle telecamere molto più innovative, collegate ad un software centrale, che leggono le targhe ed, incrociando i database, allertano, in automatico, le forze dell’ordine.

Abbiamo fatto anche diverse simulazioni – precisa il commissario Michele Morra – perché la video sorveglianza deve considerare il tipo di strada, i flussi di traffico, le velocità medie per garantire al sistema di catturare tutti i dati utili e creare un sistema di prevenzione reale.

Idee, fatti, progetti, proposte pienamente condivise dal Questore Capocasa che crede nella cultura della prevenzione e la necessità di dare delle vere risposte al bisogno di sicurezza della popolazione. E che già ha anticipato che nel prossimo incontro – previsto proprio questo venerdì 25 novembre – è disposto a presentare di persona il progetto al Prefetto.

Un avallo che ha il suo peso quello di Oreste Capocasa. Marchigiano, di Cupra Marittima, è considerato uno dei superpoliziotti d’Italia. È l’uomo che guidò importanti indagini e operazioni in materia di armi, rapine, stupefacenti e infiltrazioni della mafia russa nella riviera romagnola, che sgominò organizzazioni dedite al riciclaggio, alla prostituzione ed arrestò tutti i componenti della Banda della Uno bianca dove operavano anche poliziotti deviati.

Una proposta che ha anche risvolti importanti per le aree interne. Non solo perché il format fabrianese è esportabile ovunque nell’entroterra montano ma perché pone la città di Fabriano come un nodo centrale proprio per la sua geolocalizzazione. Dopotutto la città del Gentile è sede dell’UM Esino Frasassi, è la porta verso l’Umbria ed è in una posizione baricentrica nell’Appennino che corre da Borgo Pace fino ai martoriati Sibillini.

In ogni caso – precisa il sindaco Sagramola – dobbiamo trovare i finanziamenti sopratutto per la rete della videosorveglianza pubblica, anche se l’inserimento nel cratere sismico della città dovrebbe consentire di sospendere i mutui e di ricavare risorse”.

Un problema tutto sommato molto relativo. Nel pesarese, le amministrazioni comunali ci stanno investendo, coinvolgendo però i privati. Proprio a questo scopo un tavolo tecnico nella città di Pesaro è stato organizzato e a Fano, Pergola e Fossombrone sono stati emanati bandi o sono sul punto di essere pubblicati.

Nella città della Fortuna, è stato emanato un bando chiamato “Adotta una telecamera”. È stato vinto dalla ditta Eurocom di Riccione che consente a singoli e gruppi di cittadini fanesi, imprese, attività commerciali di partecipare all’installazione di telecamere in grado di leggere le targhe dei veicoli. Il sistema, nel caso transiti un mezzo ricercato, invia in automatico un allarme alle forze dell’ordine che hanno anche accesso – se il privato autorizza – alle immagini delle facciate delle loro case, negozi od aziende. Va sottolineato che la privacy è tutelata perché non è un privato a visionare le immagini riprese ma le forze dell’ordine.

Nel caso del furto in casa nostra – spiega un abitante vicino al Santuario della Madonna del Cerro – se avessimo avuto sulla strada provinciale, al bivio per i paesi, quel sistema di videosorveglianza pubblica, i ladri non avrebbero avuto scampo. Circolavano su una macchina con una targa clonata già segnalata per rapina e il software avrebbe avvertito subito Fabriano.

E a chi invoca il problema dei bilanci comunali, il sistema prevede che l’amministrazione, sotto la guida delle Forze dell’ordine, paghi l’aggancio alla rete generale e dunque investa sul software mentre sono i residenti ad investire sulle telecamere. Pertanto è richiesto un accordo interno al quartiere, alle frazioni. Considerando che una quota di una telecamera pubblica costerà molto meno di un sistema per proteggere la propria casa, il fare due conti dovrebbe sicuramente andare a favore della videosorveglianza pubblica.

Unico neo, ci vuole la banda larga dappertutto. Un argomento in più per fare pressione sulla regione Marche che, ogni anno, afferma che metterà in atto politiche e finanziamenti specifici a favore delle aree interne. E a chi sostiene che è un deterrente ma che più di tanto non serve poiché è facile distruggerla, la risposta è semplice: già il fatto che la telecamera sia stata presa di mira indica che il quartiere si trova sotto assedio e consente a chi abita nel territorio di prendere adeguate misure.

Véronique Angeletti@civetta.tv