Ma se l’H24 dell’ambulanza medicalizzata rimane sulla carta, chi soccorre…

Sindaco di Arcevia e Dottore Gianfranco SpacciaArcevia – Sulla carta è H24 e dunque l’urgenza ad Arcevia dovrebbe essere assicurata tutte le ore da un’ambulanza medicalizzata. Di quelle attrezzatissime che garantiscono la presenza ad ogni intervento di un medico specializzato nel pronto soccorso, di un infermiere e di un autista soccorritore. I fatti – anzi i turni – la raccontano però molto diversa. A novembre l’equipe perfetta del 118 ha lavorato a singhiozzio e solo 4 giorni sono stati veramente H24. Quanto al prossimo mese di dicembre, ora più ora meno, non dovrebbe superare i tre giorni pieni.

Arcevia la bella con i suoi 4mila700 abitanti, i suoi nove castelli, le sue 18 frazioni e 126 chilometri quadrati collegati da una capricciosa viabilità però non ci sta. Il suo problema non è trasformarsi in ospedale di comunità. L’ha già felicemente subito ben 17 anni fa ispirandosi a quel modello sanitario dell’Emilia Romagna come alternativa alle risposte assistenziali tradizionali e ponendosi addirittura all’avanguardia nel settore della telemedicina. Funziona così bene che calamita donazioni importanti dai cittadini. “Pensavo che questo diritto all’H24 del mezzo avanzato con personale specializzato era stato acquisito l’anno scorso – segnala il sindaco Andrea Bomprezzi – quando avevamo scongiurato nella proposta di riordino della rete territoriale di soccorso il rischio di dover dividere una sola postazione con Sassoferrato. Cioè 12 ore medicalizzata a Sassoferrato e 12 ore medicalizzata ad Arcevia e le altre 24 ore coperte solo da una postazione infermieristica. Però un anno è passato e l’H24 esiste solo sulla carta, applicata a singhiozzio pone addirittura un problema di sicurezza per Arcevia e le valli del Misa e del Nevola.”

20161128_115358E non è un esagerazione. L’H24 concesso a pieno ritmo di fatto nelle carte si giustifica poiché il 118 arceviese è a servizio dei 20 posti letto dell’ospedale di comunità, dei 30 posti letto della casa di riposo Velia Vici, dei 25 posti letto del centro post cura recupero dipendenze S. Nicola di Piticchio, dei 130 richiedenti asilo politico ospitati nel C.A.R.A. Delle Terrazze; è a servizio dei comuni di Serra de Conti, Barbara, Castelleone di Suasa, Ostra Vetere, e a volte anche di Ostra, Corinaldo e del territorio di Senigallia quando la medicalizzata di Senigallia è impegnata per tempi prolungati o ci sono emergenze multiple e contemporanee.

Arcevia – precisa il dottore Gianfranco Spaccia, coordinatore della medicina di gruppo – è stato il primo ospedale di comunità operativo, il primo ad avere aderito al progetto “equipe territoriale”, il primo nel telemedicina in radiologia, servizio interrotto per colpa di una protesta dei medici radiologi campani che contestano che il servizio era fatto solo da un tecnico e letto a distanza da un medico e poi tagliato perché manca il personale.>> E conclude: “Gli altri ospedali si stanno riconvertendo in ospedali di comunità, la regione garantisce che la riforma tutela i Punto di Pronto Interventi /PPI) trasformandoli in Punti di Assistenza Territoriale (PAT). Intanto, Arcevia aveva garantito sulla carta un ambulanza medicalizzata H24 ma nei turni da mesi funziona pochi giorni al mese.

 La presenza h24 nel territorio arceviese di un’ambulanza dotata di medico è una certezza, stabilita da delibere della Giunta regionale. Non può esserci discrepanza tra il dispositivo normativo e quanto accade di fatto. L’Area Vasta deve garantire il servizio ai cittadini, a tutela della loro salute” – ricorda il consigliere regionale Enzo Giancarli. Qui l’Intervento completo 

 Véronique Angeletti@civetta.tv

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