Il Sant’Antonio Abate: modello di ospedale di comunità

Volpini, Bevilacqua, Pesciarelli, Fioranelli Ospedale di comunità di Sassoferrato

Sindaco Pesciarelli, Direttore Area Vasta2 Bevilacqua, Presidente della commissione regionale sanità Volpini, il coordinatore dei medici di base Fioranelli

Le Marche a lezione all’ospedale di Sassoferrato? Sembra di sì. E’ il premio che il paese si merita per essere stata il primo nella regione a realizzare un progetto completo di integrazione socio-sanitaria. Anzi ad essere il primo protagonista di una riforma che tra il deframmentare, riconvertire e riorganizzare la rete dei piccoli ospedali e quella dell’urgenza ha cancellato nella regione 790 posti letto per acuti, trasformato 13 nosocomi prima in casa della salute che oggi si chiamano ospedali di comunità, e trasferito reparti e servizi. Un mutare che ha fatto perdere al presidio l’unità operativa di riabilitazione ma ha ottenuto un risultato interessante: quello di essere perfettamente funzionale alla sua esclusiva vocazione territoriale ed è pure funzionante.

img_2884Riflessione che non ha niente di ridondante considerando che quello che era stato promesso dalla riforma regionale sanitaria a Sassoferrato è operativo mentre altrove è tuttora in forse. A Cagli e Sassocorvaro mancano gran parte degli ambulatori specialistici promessi; a Fossombrone, l’Area Vasta1 si è accorta che l’ospedale non ha locali a norma per integrarsi con Fano; ad Arcevia l’ambulanza medicalizzata, ossia con medico specializzato per il pronto soccorso, infermiere e autista soccorritore, è operativa H24 solo tre giorni su trenta. Qui articolo con tutti i dettagli sul caso H24 dell’ambulanza medicalizzata di ArceviaArticolo qui

Certo tocca a sempre rimanere vigili. Lo sa bene il sindaco Pesciarelli img_2902che, meno di un mese fa, ha dovuto inviare una lettera infuocata per impedire la chiusura della palestra riabilitativa e dell’unità delle terapie fisiche. Forse è per quello che mercoledì 30 novembre, il sindaco ha insistito per far fare una visita lampo del nostro nosocomio al direttore dell’area Vasta Bevilacqua e al presidente della commissione regionale sulla sanità Volpini presenti ad un inaugurazione al Profili di Fabriano. Ciceroni: il coordinatore dei medici di base, il dottore Fioranelli, il responsabile della Rsa il dottore Andreoli e Donatella Cinti capo sala delle Cure Intermedie.

donatella-cinti-capo-sala-cure-intermedieUn blitz che ha evidenziato l’ottima organizzazione dell’ospedale con il suo piano terra riservato ai medici e agli ambulatori, al primo piano la Residenza protetta e al secondo la Rsa e le Cure Intermedie. Organizzazione che hanno fatto prendere consapevolezza ai vertici della sanità marchigiana che il Sant’Antonio Abate è il top dell’organizzazione sanitaria sul territorio. Sopratutto considerando che ha un unità diurna per malati di Alzheimer. Otto posti che, per le famiglie, sono un vero e proprio sollievo sapendo che i loro cari sono assistiti da specialisti in grado di aiutarli a mitigare l’avanzamento della malattia e possono ricavare una finestra di normalità per loro stessi. Il servizio prevede addirittura il trasporto.

Se poi al livello amministrativo, l’Area Vasta 2 riuscirebbe a mettere in organigramma un impiegato in più sarebbe perfetto. Purtroppo quando una delle due impiegate va in ferie o si ammala in automatico si dimezzano gli orari del front desk della sanità pubblica.

20161201_193903Poi ci sarebbe il problema dei locali a servizio del 118. In cima alla scala antincendio, in locali in fila divisi da un lungo e stretto corridoio incorniciati da un alto scalino. Localizzazione che non consentirebbe mai di fare della postazione un Pat, acronimo di Punto di Assistenza Territoriale dove i cittadini possono recarsi per interfacciarsi con un medico in caso di piccole urgenze. Una nuova unità studiata dalla regione per chiudere i Punti di Pronto Interventi di numerosissimi ospedali come imposto dalla legge ma che offriranno i stessi servizi di prima con lo stesso personale e l’appoggio dei medici che lavorano nel presidio sanitario. egli ospedali di Cagli, Sassocorvaro, Loreto, San Severino Marche, Osimo . Problema comunque che a Sassoferrato non sussiste visto che, da lustri, i sentinati non vanno al pronto soccorso  ma chiamano il 118 che attiva la postazione con ambulanza medicalizzata H 24 del nosocomio. Poi si si aggiunge che gli autisti sono della Croce Rossa sassoferratese e dunque hanno il territorio in testa e non inseguono un navigatore satellitare, forse è proprio vero che il Sant’Antonio Abate ha le carte in regola per essere un modello di ospedale di Comunità.

Véronique Angeletti@civetta.tv