I “giardini terapeutici”, “Best Practice” unica in Italia

I giardini terapeutici della comunità di Acquaviva a CagliCagli – Rari in Europa, unici in Italia, Cagli, da ieri, ospita giardini veramente speciali. Sono dei giardini terapeutici che oltre a regalare spazi esterni ai giovani ospiti della comunità terapeutica di Acquaviva contribuiscono a ridurre stress ed ansia, danno un sostegno emozionale e psicologico e migliorano il comportamento individuale e sociale. In pratica, il cosiddetto ritorno alle radici reinterpretato dall’architettura dove il giardino, natura immersa in un centro abitato, diventa parte di un protocollo terapeutico.
Una vera e propria “Best Practice” promossa dalla cooperativa Utopia che ha inaugurato “il giardino che vorrei” alla presenza di Roberto Marinucci, presidente della cooperativa Utopia, Lucia Micheli, I giardini terapeutici della comunità di Acquaviva a Caglicoordinatrice delle Case Lupo Rosso e Orizzonti Blu e delle autorità locali. Per ragioni di salute non era presente il sindaco Alberto Alessandri che però ha tenuto ad inviare i suoi saluti personali. Un lavoro dunque innovativo affidato all’architetto Gianluca Darvo dello studio Archadia di Firenze, specializzato in strutture socio-sanitarie, realizzato con il contributo della Fondazione Intesa San Paolo ed in collaborazione con l’Ambito Sociale 3.
In realtà sono due i giardini terapeutici. Si trovano in via Fontetta dove risiedono i venti ospiti della comunità Acquaviva. Minori dai 9 ai 18 anni che soffrono di gravi problematiche psichiatriche, sociali ed economiche. Una delle due comunità che, nelle Marche, sono a servizio I giardini terapeutici della comunità di Acquaviva a Caglidegli adolescenti. La comunità è suddivisa in due nuclei abitativi autonomi: al piano terra, nella comunità “Orizzonti blu” sono ospitati dieci ragazzi e ragazze dai 15-18 anni; mentre al primo piano nella comunità “Lupo rosso” risiedono i dieci dai 9 ai 14 anni. L’architetto ha raccolto i loro “sogni e i bisogni” e le indicazioni dei loro educatori (tra personale operativo e coordinatore 22 persone) che ha tradotti in aree verdi a supporto ed estensione delle attività di cura sviluppate all’interno. L’obiettivo è migliorare la qualità della vita cercando di diminuire la rabbia, lo stress, la depressione e l’ansia, ripercussioni della malattia stessa ma anche della permanenza nel gruppo. Ogni giardino ha dunque aree destinate ad esiti terapeutici specifici. Il giardino “Orizzonti Blu” per i 15 -18 anni è stato incentrato sulla parola, sull’espressione delle proprie emozioni e sulla ricerca di se stessi; il giardino “Lupi Rossi” per i 9- 14 anni, sul gioco, come espressione della propria creatività e costruzione della propria identità. Ognuno ha una zona dell’accoglienza e del ristoro, costituita da uno spazio coperto con foto 01tavoli, panche e sedute comode; quella della rabbia e dolore, collocata in uno spazio separato dal resto del giardino ha un pavimento morbido; la zona relax e parola è suddivisa in zone per la relazione privata con il familiare e con l’educatore e in zone comuni per la condivisione e la socializzazione. Sono stati inoltre previsti attrezzi per l’attività fisica, lavagne per scrivere ed un’area per le attività manuali con piante in vasi giganti e cuscini a forma di sasso.

Véronique Angeletti@civetta.tv